Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Nessuno come me sa come si fa a saper far stare bene bene o male male una persona. Nessuno come me e con la mia stessa naturalezza e incoscienza. Mi chiedo cosa rimarrà di tutto questo bene e male che ho creato. Di tutta la felicità che ho promesso e mantenuto e del dolore che ho comminato con la stessa impertinenza leggera. Di tutte le persone che mi hanno chiesto di stare bene ancora o di non stare male più. Cosa ne sarà di tutte le proteste, delle lacrime che ho visto, dei musi lunghi che ho guardato senza imbarazzo. Delle porte sbattute, dei telefoni appese. Degli sms che ho mandato e ricevuti severi e vendicativi. Di qualcosa che volevo fare e non ho fatto. Non ho potuto fare. Di questo solo ho un breve pentimento.
Che qualcosa si potrà sistemare, qualcosa no. Che quel che è fatto è fatto ma si può fare ancora qualcosa. Che gli errori sono errori anche quelli che non sembravano tali. Ma sono stati fatti bene e senza pentimenti. Il resto non lo credo ma lo crederò.
Di Carvelli (del 09/06/2011 @ 14:07:46, in diario, linkato 1320 volte)
da Syringa e altre poesie La bambola seria
Le cose in generale sono più importanti della cosa singola, per quanto lo specifico sia estremamente interessante. Giusto? Mentre ogni particolare scivola dentro una botte verso le cascate del Niagara ci si potrebbe chiedere a ragione: e questo, da dove viene? Fino a che punto mi riguarda? Quello che indossavi è sparito assieme ad altri concetti. Sono appesi alla ringhiera del ballatoio della fabbrica contro il cielo blu con alcune goffe nuvole di carta bianca incollate sopra. Dov’è che l’est incontra l’ovest? Al tramonto la scelta è tra due sorrisi: discreto o serio. In questo migliore dei mondi possibili, basta.
(Traduzione di Edoardo Albinati)
Solstizio, equinozio. Due parole che mi piacciono. E' un peccato che indichino cose che pratichiamo poco, di cui non ci curiamo. Che oltrepassiamo con ingenua leggerezza. Male non sarebbe che fossero due gradi di parentela, due piatti un po' pesanti che una volta nella vita però... O un paio di muscoli messi da qualche parte, due tendini piccoli, qualcosa che alla fine si può infiammare e richiedere un po' di sana fisioterapia.
Dall'immagine tesa
Dall'immagine tesa vigilo l'istante con imminenza di attesa - e non aspetto nessuno: nell'ombra accesa spio il campanello che impercettibile spande un polline di suono - e non aspetto nessuno: fra quattro mura stupefatte di spazio più che un deserto non aspetto nessuno: ma deve venire, verrà, se resisto a sbocciare non visto, verrà d'improvviso, quando meno l'avverto: verrà quasi perdono di quanto fa morire, verrà a farmi certo del suo e mio tesoro, verrà come ristoro delle mie e sue pene, verrà, forse già viene il suo bisbiglio.
In Poesie Clemente Rebora
|