Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Carvelli (del 27/09/2010 @ 12:25:39, in diario, linkato 1014 volte)
Condòmini
Escono le mattine della domenica dopo che tanto è piovuto e la festa splende nel sole dissepolta; alzano la gaia concitazione delle partenze al mare al giro di ogni nuova mandata e allo scatto del portone corrisponde l’ombra nel fruscío di una tendina; chi rimane è un viso che si sporge sulla rivalsa di chi parte stanno uniti cosí, nei giorni piú luminosi, lo scorto e chi scorge come labbra mai bagnate da un bacio.
Approfittando di sconti ho comprato (anche) questi estratti dalle Memorie di Giacomo Casanova che vanno sotto il titolo Le donne e gli amori e dovrebbero antologizzare alcune pagine dedicate va da sé al Casanova amatore. Cito una frase poco "amatoriale" e la faccio mia.
Ho sempre voluto riconoscermi come la causa di tutto il bene e di tutto il male che mi è capitato; e mi ha fatto sempre piacere essere allievo di me stesso, e in dovere di amare il mio precettore.
E' probabile che ci siano film belli e brutti, riusciti o meno. Film difficili o facili. In breve, ci sarà anche una categoria "film da vedere" (mentre non immagino, per quanto spesso sono in dissenso con qualche pellicola, esistano "film da non vedere"). A questo gruppo iscrivo L'amore buio di Antonio Capuano. Un film che credo mi rimarrà addosso per un po' con tutta l'involontarietà dei racconti forti, senza forma e senza troppa narratività ma con molta significazione emotiva. Con due attori (non attori?) bravi. Irene De Angelis (qui in foto)
e Gabriele Agrio. Entrambi bravissimi. E' bello (anche se difficile per chi è abituato a consumare tv e cinema di tv) lo sguardo di Capuano. In particolare quello dall'alto su una Nisida raggiungibile e irraggiungibile (sede del carcere minorile del film) e quello in soggettiva (vedi ancora foto) di Irene sui muri dei vicoli. Vivere la vita che viviamo, vivere la vita che non vorremmo vivere. E' in questo scarto la profonda pietas di Capuano che mastica bassi ed emergenza in una pasta con la volontà di liberazione che pare impossibile eppure così naturale. C'è salvezza? C'è la possibilità di salvezza? Capuano pare dire di sì ma senza retorica. Un pericolo sempre incombente quando si analizza "la caduta". Quella altrettanto naturale determinata da contingenze difficili da immaginare per chi ne è distante. Quella chehai addosso senza sapere fin dove ti porterà e quando e quella che senza che tu lo sappia ti sta per intruppare contro. E poi ci sono le conseguenze, la diliera degli effetti, il domino dell'ineluttabilità ripetuta dell cadute. E' un dono raro per un regista avere tanta lievità nel male. Un distacco pietoso, difficile da cercare davanti al male e alla sua rappresentazione.
Recensione di Mario Andrea Rigoni (Corriere della Sera 20 settembre) su recente pubblicazione da Aragno di Biglietti del mattino di Piovene. Scriveva Piovene: "Chi s'occupa di letteratura e di letterati, in Italia? Il popolo no, questo si sa: la borghesia che lavora, nemmeno. Se n'occupa solo un piccolo giro di borghesia disoccupata; la quale però, pur divertendosi, qualche volta, se ne infischia altamente di letteratura e di idee".
Mentre si annuncia una raccolta delle poesie di Claudio Damiani per Fazi vi linko una delle sue poesie più belle, anche se l'avrò già linkata.
Che bello che questo tempo
è come tutti gli altri tempi,
che io scrivo poesie
come sempre sono state scritte,
che questa gatta davanti a me si sta lavando
e scorre il suo tempo,
nonostante sia sola, quasi sempre sola nella casa,
pure fa tutte le cose e non dimentica niente
- ora si è sdraiata ad esempio e si guarda intorno -
e scorre il suo tempo.
Che bello che questo tempo, come ogni tempo, finirà,
che bello che non siamo eterni,
che non siamo diversi
da nessun altro che è vissuto e che è morto,
che è entrato nella morte calmo
come su un sentiero che prima sembrava difficile, erto
e poi, invece, era piano.
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