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 altro...in ushuaia... di Carvelli
 
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E, come per la maggior parte del genere umano, fu così anche per me: scelsi il lato migliore per trovarmi poi nella condizione di non sapere come restargli fedele.

Robert Louis Stevenson
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 26/02/2004 @ 08:18:15, in diario, linkato 1050 volte)
La mia vita senza me. E’ un film irritante che pensa gggggiovane, girato ggggiovane con cliché tipichi dell’essere ggggiovani e con un pensiero femminile oddddddddddddddiiiiiiiiooooooooooo. Soldi sprecato per un altro deliquio sulla morte (Invasioni barbariche, 21 grammi…ma anche Primo amore a sto punto) con tormenti di anima giovane. Film freddo fatto solo di piccolezze (ma è bella l’idea dlla nota di cose da fare prima di morire). Delirio di onnipotenza in punto morte, harmony della correttezza politica. Film da ragazzette e per ragazzette, pensato per loro, pensato da loro (nessuna offesa è solo che per fare una donna da una ragazzetta bisogna aggiungere talmente tanti ingredienti che è meglio lasciar perdere). Tempo e soldi persi… anche quelli di Almodovar che produce e da imprimatur… A che scopo?
 
Di Carvelli (del 27/02/2004 @ 12:03:45, in diario, linkato 1118 volte)
Ieri serata "stupendissima" che si apre con calze corte a gambaletto a strisce sotto acqua a catinelle. Andiamo con macchina variopinta (dentro, fuori zozzissima) di personalità multiformi (oddio ieri davvero non ce n'era uno/a uguale) verso Distillerie Clandestine dove si vedrà mostra di fumetto. Naturalmente uno di sti locali dove paghi l'aria che respiri e dove alla fine non gliene frega un cazzo di fumetto e arte ma ce lo mettono così...tanto per dire che...se capitasse uno/a che...noi siamo aperti a questi discorsi ( sic!!!! ). Beh la serata ad essere sinceri ha avuto momenti dubbi...tipo UNO SU MILLE CE LA FAI cantata a squarciagola da... E offese personali (personali a me) e tutta una terapia (ma poi utile?) di aumento dell'autostima che forse proseguirà...vediamo...Alla fine tutto 'stupendissimo'...condivido.
 
Di Carvelli (del 28/02/2004 @ 11:04:03, in diario, linkato 1178 volte)

Ieri presentazione carbonara di un libricino a copie numerate e autografate di Matteo B. Bianchi che per l’occasione è a Roma e lo presenta a Borgo. La presentazione è carbonara o sembra perché è girata via mail (non credo ci fossero annunci sul giornale) ed è in un appartamento in uno dei quartieri più belli di Roma,a parte Monti, a parte ca va san dire Pigneto e San Lorenzo… L’adunata partigiana è per questo piccolo libro Fernandel (ma MBB è autore Baldini&Castaldi Dalai)

che si intitola alla Perec (ma scopro che ha precursone nell’americano Joe Brainard) MI RICORDO e finisce per essere un catalogo di de ja vu. Mi piace? Sì. Tanto che lo leggo quasi tutto prima di andare a dormire (beh già erano le 2!). E’ un libro che rischia di diventare da comodino che per me è uno dei massimi complimenti che si possano fare ad un libro. Ogni frase è preceduta da un MI RICORDO (ah un momento è bene forse dire che il libro è stato tirato in 500 copie e che quindi si tratta di un esperimento di diffusione sotterranea con due presentazioni: l’altra sarà a Milano) a cui segue: “le domeniche coi nonni”, “M.R. la sfilata delle maschere di Carnevale al cinema dei preti”, M.R. i pensierini”, “…gli album delle figurine”. “M.R. Reneè Longarini”, “…che i 45 giri costavano 1500 lire”, “…l’idrolitina”. E il catalogo è lungo e fatto di sensazioni e cose smarrite nel tempo. Alla fine il libro è passato dalla vertigine del crescere e del tempo in senso diacronico e in quello assoluto dei grandi passaggi autostorici. Quindi il libro è una autobiografia per sensazioni, e pure una storia del costume generazione tardo sixties cioè anche io. Il libro, leggo alla fine, ha subito la magica scomparsa da hard disk e l’altrettanto magico ritrovamento e ciò (leggi nota alla fine) ricorda il destino di Bebo, il mio libro, ritornato foglie senza telematica e finito a fare da tappezzeria a fare tappezzeria a via Nazionale, salvo ritrovamento, scannerizzazione e …. Sono contento di averne una copia di MI RICORDO e sono contento di aver conosciuto Matteo (che ha un sito: www.matteobb.com). Ci eravamo sentiti per telefono ai tempi de l’Ostile. Dopo NUVOLARI in cui apprendo che “il colore di quest’anno” è il verde-pistacchio, che forse tanti amici li hai solo hai tuoi diciott’anni e che dopo… dipende. Che in alcuni poti il sigaro è consentito (tollerato) e non sono solo quelli dove la gente si rolla joint, che De Carlo (nun c’è un cazzo da fa) piace e anche Baricco, che certe volte piove quando sei in un locale e quando esci ha smesso e sei in moto (non sempre) che c’ho tanto da fare e quindi….

 
Di Carvelli (del 28/02/2004 @ 11:33:24, in diario, linkato 1322 volte)

Non ho mai conosciuto Riccardo Orioles (che era credo caporedattore nel grandioso allora AVVENIMENTI). Anche ai tempi de l'Ostile in cui pubblicavamo le sue mail ci ha parlato sempre Dario. Io lo conoscevo da la Gambino ma il suo nome era girato anche da noi a Nonluoghi quando si era ancora sito e basta. Credo che il suo servizio sia prezioso e vada aiutato. Il suo servizio sono queste mail sull'INFORMAZIONE che qui leggete nell'ultimo invio. Ho il sopetto che giornalismo sia più questo che quello che vendono in edicola.

 

Da: Aggiungi alla rubrica

A: sanlibero@freaknet.org Cc:

Oggetto: Catena di Sanlibero 219 Inviato: Fri, 27 Feb 2004 14:06:26 +0100 ________________________________________

riccardo orioles tanto per abbaiare 23 febbraio 2004 n. 219 ________________________________________

Pianeta. La repubblica di Tuvalu e' costituita da una dozzina di atolli corallini piu' o meno a mezza strada fra le Hawaii e l'Australia. E' conosciuta soprattutto perche' il suo suffisso internet e' .tv, percui se ti registri a Tuvalu, avrai roba come www.new.tv, www.film.tv, www.my.tv, e cosi' via: facile da ricordare, perfetto come immagine e senza "com". Un paio d'anni fa c'e' sbarcato un imprenditore americano, certo Garth Miller, e ha fatto un po' di soldi accordandosi col governo locale e rivendendo in America un po' di questi nomi di dominii. Poi non se n'e' parlato piu', e onestamente non esistono molte ragioni per cui ci si debba occupare di dodici isolotti con circa quindicimila esseri umani, cani e gatti compresi. Tuvalu tuttavia e' entrata nella storia del pianeta, e temiamo che ci restera' molto a lungo, il 19 febbraio alle ore venti locali. A quell'ora una serie di ondate anomale hanno ricoperto tutte le isole, e le hanno tenute sott'acqua per piu' di un'ora. Poi l'oceano si e' lentamente ritirato (i tetti delle automobili, i finestrini, e finalmente le ruote) e nel giro di ventiquattr'ore la situazione e' tornata piu' o meno normale. Non ci sono state vittime perche' le autorita', avvertite dai metereologi, avevano provveduto in tempo a far mettere la gente al sicuro nei piani alti. Per quell'ora tuttavia, l'intera repubblica ha vissuto appena sopra il pelo dell'acqua. E' la prima nazione del pianeta Terra cancellata, sia pur provvisoriamente, dall'effetto serra. * * * Le isole del Pacifico, secondo i primi navigatori (Bouganville, Cook) erano una specie di paradiso terrestre abitato da felici indigeni che non facevano altro che mangiare, prendere il sole e fare l'amore tutto il giorno (e la notte). I marinai occidentali hanno portato loro la sifilide. I missionari, la posizione del missionario. I governi, i gendarmi, gli hamburger e le guerre. Tutto questo per dire che se una fine del mondo ha da esserci, pare tristemente appropriato che debba cominciare proprio la'.

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L'ora di italiano. "Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi...". Un momento: che vuol dire "presidente del Consiglio". Chi e' Berlusconi, lo sappiamo: ma di che consiglio si tratta? E' una cosa politica, vero? Io guardo la televisione (tranne il telegiornale), a volte trovo Leggo in treno, ma poi tempo per leggere non ne ho. E anche se l'avessi, dovrei perdere troppo tempo, a ogni riga, a farmi spiegare tutte le parole difficili: finanza, verifica, rimpasto, maggioranza, opposizione... Che vogliono dire? Ok, tu sorridi. Ma un terzo degli italiani e' cosi' (un terzo che non sta in internet, naturalmente). Ventidue milioni e mezzo di cittadini sanno leggere si', ma non fare il riassunto di una frase. Capiscono un "divieto di sosta" (anche perche' c'e' il logo) ma non un "obliterare il biglietto prima di salire sul mezzo". Le cifre del vero e proprio analfabetismo di ritorno (difficolta' anche solo a leggere) sono meno precise, ma si puo' valutarle fra il dieci e il venti per cento della popolazione: sono cifre che crescono, comunque (per strana coincidenza, la regione con la maggior percentuale di laureati, la Calabria, e' anche quella con piu' analfabeti: i due estremi). La popolazione e' sempre piu' alfabetizzata sul piano televisivo, distingue fra Bonolis e Ricci, fra la Carra' e la Cuccarini; ma lo e' sempre meno sul piano della scrittura. In una qualunque discussione di bar, troverete sempre qualcuno che sa (per esempio) che Emilio Fede e' di destra e Santoro di sinistra; ma solo alcuni hanno sentito parlare di Montanelli, e nessuno di Pintor o di Pansa. Cosi', in questo momento, noi - qui ai giardinetti - stiamo parlando solo fra una parte della gente che ci e' vicina. Un sacco di gente entra ed esce dal giardino, magari passa proprio davanti alla nostra panchina, e resta astralmente lontana da noi, come fra terrestri e klingoniani. Teniamone conto, quando parliamo di politica: ci sono due partiti in realta', il Partito dell'Alfabeto e quello senza. Se apparteniamo al primo, non consideriamoci autosufficienti, ne' "importanti". * * * La politica consiste essenzialmente nell'alfabetizzare la gente. Non educare, che e' un'altra cosa. Nessuno puo' insegnare a un altro, senza essere presuntuoso, dei contenuti: i contenuti seri, non strettamente specialistici, si scoprono da se', e analfabeta non vuol dire affatto stupido ne' ignorante. Si possono insegnare invece le tecniche per tirar fuori i *propri* contenuti: che sono sempre immensi, in ogni essere umano. La vecchia sinistra, nel sud, insegnava a leggere e scrivere nelle sezioni, metteva i compagni in grado di leggere l'Unita' ma anche Manzoni, Grandhotel, l'Origine della specie e la Gazzetta. La Dc, alla tv, aveva il maestro Manzi. L'Italia nel suo insieme, cattolici e communisti, aveva Don Milani. Tutti i "politici" di base di allora, dal parroco al segretario di sezione, erano essenzialmente dei maestri di scuola. Adesso, il messaggio va solo a senso unico, nessuno insegna piu' alcuna tecnica, s'impongono dall'alto direttamente i contenuti. E tutto cio' e' sistematico, e' un'ideologia. Dall'eliminazione della scuola pubblica al misero cinque per cento (scandalo fra le nazioni) stanziato per l'istruzione, tutto va coscientemente e cinicamente nel medesimo verso: disalfabetizzare le classi povere, rendere un privilegio lo strumento-lingua italiana. A volte, fra le maglie del Sistema di Dealfabetizzazione, qualcosa riesce a passare, clandestina: il rumeno che legge attentamente, faticosamente ma la legge, la pagina sportiva sul metro'; il ragazzino che, provando e riprovando, e' riuscito a mandare alla sua ragazzina un sms da cui forse lei capira' quanto lui le vuol bene. Il che e' gia' fare una poesia, anche se lui lo ignora. La Lingua Italiana, passando sul ragazzino e sul rumeno, li guarda affettuosamente e sorride: come quando, in qualche rozzo villaggio del medioevo, qualcuno improvvisamente vergo' "Adalbertos komis kurtis...".

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L'ora di latino. Gli Dei greci erano persone abbastanza comuni, solo un po' piu' importanti. La loro principale virtu' era di non esistere, ma la gente era abbastanza educata da rispettarli lo stesso. Insomma, se eri un greco, di Zeus e di Apollo potevi tranquillamente fare a meno: comunque, non te ne dovevi spaventare. L'unica cosa da temere veramente era la "hybris" (presunzione): ma questa colpiva gli dei esattamente come te. Per i romani, invece, gli Dei esistevano veramente: non Giove e Marte (ai quali facevano finta di credere per fare i progressisti) ma tanti deuzzi piccoli e incazzosi dei quali uno serviva a proteggere la porta di casa, un altro a non fare scappare i soldati, un altro a far spuntare i dentini al bambino... Insomma, Dei burocratici e seri e molto ma molto permalosi: Dei da starci in campana perche' se s'incazzavano portavano *molta* sfiga. I greci, per decidere gli affari loro, bastava che si riunissero in assemblea: chi e' favorevole? chi e' contrario? Ok, approvato. Eleggevano qualcuno che badasse all'esecuzione di quanto deciso e poi se ne potevano tornare a casa tranquilli, dopo avere inventato la democrazia. Cioe' semplicemente il modo di mandare avanti tutti insieme una citta', una "polis". E i romani? Loro, poveracci, ogni volta dovevano trovare qualcuno che, parlando con gli dei, li convincesse a comportarsi da gentiluomini e non inondarli di sfiga. L'elezione non serviva a scegliere un sindaco, ma uno specialista anti-sfiga. Questa capacita' di tener buoni gli dei si chiamava "imperium": nessun politico ne poteva fare a meno, pena una colossale ondata di sfiga su tutta l'urbe. Capirete che i berlusconi e i d'alemi di quei tempi sgamarono subito che, per farsi gli affaracci loro, bastava che s'inventassero auspici sfavorevoli ("San Quirino e' incazzato perche' i sindacati fanno troppo casino") e avevano partita vinta. Dal modo di fare dei greci e' derivata la "politica", che e' una faccenda chiara e cittadina. Da quella dei romani l'"impero", che non e' affatto chiara (con tutti quei misteri di mezzo) e non e' per niente cittadina. E siccome d'imperatori e d'impero, da un po' di tempo, si torna a parlare fin troppo spesso, ci conviene decidere una volta per tutte se preferiamo essere greci o romani. * * * Questa faccenda "classica" di Atene e Roma, che noi europei abbiamo digerito da tanto tempo da trovarla ormai noiosa, e' invece attualmente al centro del dibattito "alto" fra i politici americani: che sanno tutto di Pericle, di Silla, del post-Cartagine, di Ottaviano prima e dopo la presa del potere, e si compiacciono di citarli spesso e con gran serieta'. Due temi da seguire con attenzione, per quanto possibile qui da noi: la democrazia "comunitaria", di dichiarato modello greco, substrato ideologico (non nuovo: Jefferson, Whitman, Thoreau) di quasi tutto il no global americano, trasversalmente fra sinistra e destra; e il dibattito fra impero "marittimo" (Mahon, ma in un certo senso gia' Monroe) e impero "alla romana" (Luttwark, e piu' recentemente Krauthammer) che e' ormai denominatore comune nel nuovo ceto politico americano. Un dibattito decisamente di destra, a volte di destra estrema (Wolfowitz) ma piu' frequentemente con toni realistici e moderati, in cui pero' il concetto di impero in se' non viene piu' messo in dubbio da nessuno. Differenza con l'ideologia britannica dell'ottocento, in cui la parola "empire" veniva translata in "commonwealth" e non (salvo che fra i poeti) in "imperium". ________________________________________

Giornalismo 1. Il giovane giornalista Simone Falanca pubblica un libro (Alfa e Beta, Frilli Editori) sulle indagini preliminari - poi archiviate - della procura di Caltanissetta in relazione alle stragi del '92. Il libro e' in libreria da tre mesi ma non viene recensito dai mezzi d'informazione: come se non esistesse. Sentiamo che ne pensa l'autore: < A dicembre ho pubblicato un libro-inchiesta sulle indagini delle procure di Caltanissetta e Firenze che indiziarono politici eccellenti di essere fra i "mandanti esterni" delle stragi di mafia del 1992. Entrambe le inchieste sono state archiviate per decorrenza dei termini di tempo. Sia i giudici di Firenze che quelli di Caltanissetta avevano parlato nei decreti di archiviazione di "rapporti continuativi e frequenti" tra uomini di Cosa Nostra e uomini Fininvest, fino a Berlusconi e Dell'Utri. Il mio e' rimasto un libro-fantasma. Non ho la presunzione di aver scritto chissache', ma ero convinto che un po' di visibilita' l'avrebbe avuta. Lo ammetto, gli argomenti del mio libro sono un po' forti ed ero consapevole del fatto che a qualcuno avrebbero potuto far storcere il naso. Percio' li ho sottoposti al vaglio dello storico Nicola Tranfaglia che li ha condivisi e ha deciso addirittura di scrivere la prefazione. Allora perche' il silenzio dei giornali sia di centrodestra che di centrosinistra? Chi ha posto il veto su questa inchiesta? Ne ho parlato con Frilli, l'editore, e neanche lui riesce a capacitarsi di questo sistematico silenzio. Ho cominciato allora a chiedermene il perche'. Forse la mia colpa e' stata quella di pubblicare *integralmente* il decreto di archiviazione del Gip Tona, che riassume dieci anni di indagini e solleva molti interrogativi. Forse di inquadrare gli omicidi Falcone e Borsellino in un quadro internazionale in cui la mafia esegue anche ordini impartiti altrove. Forse di collegare la stagione delle autobombe del '93 al proliferare delle fantomatiche leghe del Sud (la maggior parte fondate in una quindicina di giorni da Gelli e Delle Chiaie). Forse di parlare di una possibile strategia globale dietro le bombe: la politica estera dell'Italia doveva restare fortemente filo-americana, e quindi bisognava sostituire la Dc, implosa dopo le indagini di Mani Pulite, con una nuova forza politica che ne prendesse il posto. Da far nascere a qualunque prezzo > Bookmark: http://www.cuntrastamu.org

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Giornalismo 2. Su Panorama in edicola, profilo di Berlusconi con aria fiera e titolo da manifesto elettorale "La forza dei fatti". E congrue articolesse nell'interno. Ognuno naturalmente e' libero di avere le idee che vuole: ma una cosa - stilisticamente - e' fare un giornale e un'altra fare comizi per un partito. A me, in trent'anni, non e' mai saltato in mente di fare copertine "vota questo" o "vota quello". "Vota Pci" sull'Unita' (organo del partito) lo puoi scrivere, ma su Avvenimenti (giornale d'opinione) proprio no. Non tanto per una questione di contenuto (magari Avvenimenti poteva essere, e di fatto era, molto piu' communista dell'Unita') quanto di orgoglio nostro, di stile. Ci sarebbe scocciato moltissimo passare, anche davanti a un solo lettore, per dei propagandisti servili. Adesso, uno pensa allo spigliato e bellissimo Panorama di quando si era ragazzi, a quelli che ci lavoravano (e da cui s'imparava), al giornalismo. ________________________________________

Charles. Io sono interista (o meglio lo ero quarant'anni fa) ma della Juve salvavo Omar Sivori, matto argentino che segnava attraverso le gambe dei terzini, e "Long John" Charles, che quando buttava a terra un avversario si fermava, stoppava il pallone e - "sorry" - lo aiutava a rialzarsi prendendolo per la mano. Non erano quotati in borsa, e neanche sapevano che cosa vuol dire.

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Poeti. Davvero, sono i poeti a capire prima. Quei tre versi di Evtushenko - "E se oggi la Russia intera/ come il sottomarino ferito/ non potesse piu' risalire in superficie dall'abisso?" - chiudono tutto un dibattito per un'intera generazione. (La Russia, nella sua storia, ha questo toccante leitmotiv marinaro, di tragedie anticipatamente concentrate nella metafora d'una nave. La corazzata che parte da Pietroburgo e circumnaviga funereamente Europa, Africa e Indie per farsi colare a picco al largo del Giappone: con l'equipaggio che per mesi ha lustrato allegramente gli ottoni in attesa della battaglia, e l'ammiraglio taciturno e pensoso che invece gia' sapeva. L'impero piu' grande del mondo, la prima volta, termino' cosi': e torna a ripetersi oggi, come un'immensa Atlantide che a intervalli periodici riemerga dall'oceano e riaffondi. ________________________________________

Il gentiluomo: Tutto cio' che mi accade, e' normale. Il fanatico: Tutto cio' che non e' normale, e' anormale.

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Corpi estranei. Qualche tempo fa la responsabile europea della Commissione sull'Ambiente, Margot Wallstrom, ha voluto misurare il proprio personale tasso d'inquinamento: non come esponente politico ma come persona qualunque, come una normale cittadina che vive in Europa. Dalle analisi mediche sono emerse tracce, nel corpo della signora Wallstrom, di ben ventotto elementi potenzialmente tossici: fra cui tracce di Ddt, teoricamente bandito dall'Europa fin dall'83.

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Brasile. Uccisi da un gruppo armato tre funzionari delle squadre anti-schiavismo del governo Lula. I killer hanno fermato la loro automobile in un luogo isolato e hanno aperto il fuoco. Il fenomeno della schiavitu' interessa in Brasile diverse decine di migliaia di persone: funziona attraverso i debiti che i contadini delle zone piu' povere sono obbligati a contrarre coi proprietari delle aziende agricole (fazenderos), che sfruttano gratuitamente il loro lavoro fino alla (rarissima) estinzione del debito. Per contrastare questo fenomeno il governo ha istituito delle speciali squadre di pronto intervento, che nel giro di un anno sono riuscite a liberare quasi cinquemila schiavi. ________________________________________

Europa. In poverta' il quindici per cento della popolazione secondo l'ultimo rapporto Caritas. Le cose vanno anche peggio per i minorenni, fra cui la poverta' colpisce un ragazzo su cinque. Disparita' fra europei storici e "nuovi europei" dell'Europa orientale, dove il crollo del comunismo ha coinciso con l'abbattimento delle minime garanzie sociali e un aumento delle fasce di poverta'. "Il circolo vizioso della poverta' - commentano alla Caritas - si riproduce attraverso le generazioni". Bookmark: http://www.redattoresociale.it

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Il vigilante davanti alla banca serve a evitare che la banca, precipitandosi fuori, si metta a rapinare i passanti.

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Confessioni. Non e' che sono basso di statura. E' che nel mio pianeta la gravita' e' molto meno forte che qui su Terra.

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Quel che succede, in realta', e' che stiamo ridefinendo il concetto di essere umano. Chi consuma e' umano. Chi non consuma no.

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Joseph Blatter, presidente Fifa: "Se vi trovano positivi e vi squalificano, prendetevela con le vostre societa', a molte delle quali interessano solo le loro quotazioni in borsa". ________________________________________

Cronaca. Roma. Un giovane dell'apparente eta' di venticinque anni, di nazionalita' rumena, si e' arrampicato in cima al Vittoriano minacciando di gettarsi di sotto. Dopo alcune ore, i carabinieri sono infine riusciti a convincerlo a scendere e a desistere dalla protesta. Il giovane, regolarmente immigrato in Italia, aveva perso pochi giorni prima il lavoro che gli dava diritto alla residenza e temeva di essere dunque espulso ai sensi della Bossi-Fini. La Romania e' attualmente il primo Paese di origine dei lavoratori stranieri nelle grandi citta' italiane; seguono Albania, Marocco e Ucraina. Cent'anni fa la classifica vedeva invece ai primi posti Veneto, Abruzzo, Campania e Sicilia. ________________________________________

Spot. "Anfora" e' una raccolta di poesie scritte dai detenuti dell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, arrangiate da Orazio Carnazzo e suonate dal gruppo musicale "Borgo Antico". E' un tentativo di portar fuori dalle sbarre la voce di persone che, come tutti, gioiscono, soffrono, esprimono emozioni; e di sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema, non affrontato seriamente dalle istituzioni e purtroppo non ancora risolto, dei manicomi giudiziari in Italia. Gli organizzatori sono i circoli Arci "Macondo" e "Papillon". Info: orazio@oraziocarnazzo.tk Bookmark: http://stage.vitaminic.it/orazio_carnazzo (per scaricare l'mp3); ________________________________________

Er Ciriola <3scalini@liberoprovv.it> wrote: < "I politici sono tutti ladri". Un momento: non e' bello insultare cosi' i ladri. Anche se uno ha sbagliato, non e' un buon motivo per dargli del politico cosi' indiscriminatamente >

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Paolo Ribeca wrote: < "Un paese simpatico, tutto sommato. Percio' basta aspettarlo, aver pazienza e volergli bene". Secondo me una delle cause piu' rilevanti dei mali dell'Italia e' invece proprio la percezione da parte dei suoi abitanti (decisamente falsa da un punto di vista oggettivo) che l'Italia sia un paese "simpatico", fatto di persone che alla fine "ci arrivano". Pensa davvero che l'ottica del "tutto si aggiusta" e del "in fondo in fondo troveremo una soluzione" sara' davvero abbastanza per tirarci fuori dai guai? Pensa davvero che un soprassalto dell'ultimo momento portera' la Sicilia, dopo 150 anni di stato nazionale e di interventi speciali, ad avere niente mafia e degli acquedotti funzionanti? Pensa davvero che almeno 30 anni di assenza totale della classe politica (e di investimenti a lungo termine nei settori dell'economia, dell'energia e della ricerca) potranno essere recuperati con una brillante improvvisazione? No, i paesi che "ci arrivano" sono la Francia o la Germania, dove i treni arrivano in orario senza bisogno di un Inviato della Provvidenza che li faccia arrivare in orario, e dove il governo governa senza bisogno di un Unto del Signore che gli dia un'ispirazione. Gli italiani hanno esattamente cio' che si sono meritati con le loro scelte, niente di piu' e niente di meno (e Berlusconi rientra perfettamente nelle categoria). Con la solita stima, a presto > ________________________________________

cciovi@yahoo.it wrote: < "Il comunismo proibiva [...] la gente rischiava la pelle [...] i comunisti pattugliavano i confini con mitragliatrici e cani [...] alzarono addirittura un grandissimo muro - sotto cui caddero decine di fuggitivi". Finalmente qualcuno (che non sia Berlusconi) dice che il comunismo non e' stato ne' bello ne' buono. Ci sono ancora partiti che esibiscono ancora orgogliosi la falce e il martello, uno di essi auspica addirittura la rifondazione del comunismo. Qualcuno e' andato a stringere la mano in segno di solidarieta' ad un tiranno che praticava la pulizia etnica a danno degli albanesi!. Scrivi: "E' comodo essere occidentali coi banchieri della Parmalat, e "comunisti" coi lavoratori che chiedono la liberta' di espatriare." Avevo sentito usare appellativi di tutti i tipi, ma dare del comunista (anche se tra virgolette) a tizi come Bush, Berlusconi o Bossi ci vuole un bel coraggio "intellettuale" (anche questo tra virgolette) > ________________________________________

redkemal wrote: < Quello che hai scritto sul comunismo e' vergognoso! Il comunismo non e' il contrario di liberta'....anzi. Leggi Marx e un buon libro di storia e capirai! > ________________________________________

redrage@tin.it wrote: < Un proverbio di Modica, paese ormai citta' nei pressi di Ragusa, dice che durante le feste carnevalesche bisognerebbe guardarsi dalla satira dei poeti! " 'A sdirriminica vardati ca' u pueta sbuommica!" Alludendo all'usanza delle satire popolari, quando improvvisate da un poeta diventavano taglienti ed aggressive. Non c'era frizzo, ingiuria o facezia che il poeta non si permettesse contro gli amministratori della cosa pubblica, i rappresentanti del governo, i magnati, i padroni in genere. E guai a chi se ne risentiva. Il poeta popolare, insomma, era intangibile per il volgo e poteva dirla a chicchessia purche' si trattasse di verita'. Una storiella tradizionale legata ad un villano, che incontrando Gesu' lo riconobbe e gli racconto' la sua vita e le prepotenze che subiva da un signorotto suo vicino, pregandolo di potere svergognare lo stesso senza incorrere in alcun pericolo per la sua persona. Gesu' rispose che per fare questo bisogna essere poeti, perche' solo essi possono affermare verita' senza che alcuno li molesti. Cosi' da allora il villano compose poesie terribili contro il signorotto, il quale dovette riderci su senza fiatare. Stammi bene >

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marco@ufic.tk wrote: < ... l'arcobaleno, bandiera della mia nazione. > ________________________________________

giovanni_pesce@libero.it wrote: < a noi ci piace il vento tiepido di maggio che lo prendi tutto in faccia ci piace la birra fresca con le goccioline sopra ci piace andare a zigghe&zagghe e pedalare in tondo intorno alle aiuole, ululando, la sera ci piacciono le traiettorie curve, ben pennellate ci piace inventarci una nuova citta' ci piace milano che diventa come amsterdamme ci piacerebbe il monte stella al posto del palazzo di giustizia in generale, ci piace andare in bici la sera > ________________________________________

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Di Carvelli (del 01/03/2004 @ 09:11:51, in diario, linkato 1068 volte)

Oggi quasi neve...

In realtà grandine ma a mantellino almeno sulle macchine e sulla moto. Quindi autobus con Amore Molesto al seguito (l'idea è: un libro davvero interessante e ben trasposto, dico a ritroso...). L'autobus è in realtà il tram con la mia amica O. ragazzomunita che aspetta sotto la tettoia animata della tangenziale. Si lavora e si lavora... dall'alba, salvo scoprire tra unadoccia e un caffè che Sean Penn ce l'ha fatta, ha vinto il suo meritato oscar.

                                            

Sul Signore non mi pronuncio, non l'ho visto. Ma la sceneggiatura alla Coppola non l'avrei dato. bella l'idea ma svolta meno bene. Meglio la colonna sonora (ma forse non originale) meglio il protagonista... ma complessivamente un film minore e non in tono da oscar pur se un film commercialmente ben pompato come Invasioni Barbariche che però regge meglio e merita forse la sua statuetta. Anche quello è UN FILM SU (sull'eutanasia) ma tant'è. Invece Mystic River avrebbe meritato di più. E' uno dei film più belli della stagione con una non-morale adatta a questa epoca di America a caccia di vendetta (interna, esterna) come se fosse la sua cifra epocale (pena di morte, vendetta planetaria ecc.) come anche mostra (non dice) mostra il superbo DOGVILLE con ZATOICHI per me i film più belli dell'anno insieme al tecnicistico esibizionismo di KILL BILL di cui comunque non si può che dire bene bravo bis... E poi c'è la mia fissa (o meglio sommersi e salvati) BALLO A TRE PASSI un buon esordio, regista da cui aspettarsi molto. Ma lo dico un po' solo.

 
Di Carvelli (del 03/03/2004 @ 07:31:23, in diario, linkato 952 volte)

Finalmente alla fine de L'Amore molesto di Elena Ferrante che è un bel libro davvero e si fa apprezzare ancora di più nella bravura del regista che ce lo ha fatto conoscere al cinema, Martone. A ritroso non si può non dire trattarsi di un adattamento superbo. Ovvio a leggerlo così, l'occhio della fantasia non può che adattarsi alle immagini (adattamento di un adattamento). Ma questa non è una prova è un dato di fatto magari anche facile, sbrigativo. Il libro. E' l'ossessione di una storia, l'ossessione della storia e la storia di un ossessione. Quella di Amalia (la madre) indotta, quella di Delia (la figlia) rimossa. Quindi è anche la storai di un confronto imbarazzante e stimolante con la dea dell'infanzia, la genitrice che qui è bella e scandalosa ma più potenzialmente che veramente. Ma si sa che la mente ha più valore dei fatti, a volte e così Amalia è la donna che ha visto Delia che finirà per somigliarle in un transfert malato. Ma Delia disegna fumetti come il padre quadri e Delia è sola come lo è Amalia (che scelta azzeccata quella dei due nomi così liquidamente consonanti e antichi ma anche di giusta interpolazione generazionale!!!). Delia è Amalia e infatti è destinata alla morte come la madre. Due zoccole dice il padre che confessa di augurargli la morte. Nel caso di Delia quasi gliela legge sul volto. Come che sia il seguito potenziale del libro (oltre la scoperta identità delle due donne che segna l'epilogo) Delia è morta (nella madre Amalia)... Il libro su Napoli sbandierato nella IV non è poi così esposto, evidente. E' un libro matrilineare e un libro su morte e ossessione. Quanto prima citerò le frasi che ho sottolineato. Mi piace di sicuro il momento in cui Delia definisce la lingua di Caserta (l'antagonista del padre) una lingua della fantasia. Lo svelamento delle violenze nel finale non è sicuramente la parte più efficace mentre è straordinario il racconto dell'incontro col figlio di Caserta a cui Delia è legata per analoga connessione mentale e con una sanità sciatta che la riappacifica nel clima della morte...la salvezza insomma del poco (l'uno per l'altra in un viceversa perfetto per differenza).

 
Di Carvelli (del 03/03/2004 @ 07:34:02, in diario, linkato 1105 volte)

Ecco, tanto per dire e per fare i distinguo da La mia vita senza me...Questo è un film giovane, sulla morte (questo è però un film drammatico) ed è un film senza clichè. Ha un titolo superbo CORPI IMPAZIENTI  (per fortuna nessun esercizio di traduzione creativa) ed è passato inosservato proprio per la sua delicatezza e il suo estremismo poco consolatorii...anche la delicatezza (invece della fanfara di luoghi comuni) è poco conslatoria. Ben girato e ben interpretato (e no che non era facile) battuto all'asta come un film di scopate (limitazioni di genere!!!) e quindi offuscato dal clamore dei corpi che qui sono impazienti per attesa della fine e per desiderio del nuovo. Sono corpi che aspettano, la morte e il piacere. Copri che non danno tegua al tempo e  il tempo invece li vince in un'attesa e in una fretta (ecco i due rapporti del ragazzo con la fidanzata morente e la fiamma incipiente) che non dà respiro. Attenzione, nessuno dice che è un capolavoro, ma sicuramente è un film che ha da dire delle cose e le dice.  Mentre La mia vita... aveva da suggerire le cose che tutti pensano (fantasticamente) dovrebbero essere. Fumettoso (con tutto il rispetto per...) e clamoroso (con tutti i distinguo dei veri clamori...averceli!!!).

 
Di Carvelli (del 04/03/2004 @ 09:14:51, in diario, linkato 969 volte)
Alfonso Belardinelli ha pubblicato sulla Domenica del Sole 24ore un contrappunto, una risposta ad un'accusa alla critica da parte dei giovani scrittori di mancare nell'opera di sostegno al loro lavoro. la risposta di Belardinelli è interessante, stimolante ma non completamente condivisibile. In due parole, il critico sottolinea la decadenza degli scrittori e lo scollamento tra questi e la critica dovuta alla scarsa qualità e alla supponenza dei primi. L'uscita è che se ci sono giovani critici della levatura dei vecchi critici non lo stesso degli scrittori...e che gli Sciascia non ci sno più né i Volponi e sembra che i Moresco e le Benedetti non lo lusinghino e che anzi dovrebbero smontare dal cavallo delle pretese lodi. L'articolo lo ripeto è interessante anche perché generalizzando la richiesta era assurda ma è evidente che si è prodotta e si sta acuendo una scollatura tra critica e letteratura e le nuove leve dei comandi editoriali sono sempre più azionate (nel famoso e fatidico regime di mercato) dai numeri. Lo scoutaggio dei critici sparisce, la militanza langue e alla fine le due istanze viaggiano in binari paralleli... Qualche scambio c'è ma... Belardinelli ha ragione a dire che gli scrittori si recensiscono tra di loro e che alla fine si deve recensire più una tendenza piuttosto che un autore ma certo dovrebbe (pessimisticamente...e ne è capace se ricordo il gesto di abbandono delle aule universitarie per disistima dell'ambiente) preoccuparsi di questo assurdo destino di separazione. Dovremmo preoccuparcene tutti, tutti noi che siamo interessati a questo destino e non per pessimismo ma per una buona dose di creativa vena risolutiva. O almeno c'è da augurarselo. Come svolgere la propria funzione senza essere vittime di questo ingranaggio commerciale e senza innestarsi nel circuito apodittico di chi/recensisce chi... Come assolvere al proprio ruolo essendo qualcosa di diverso che il fine recensore? Ma il campo è così largo da rischiaer naufragio. Faccio un esempio...le recensioni i giornali non le vogliono più... no no no ...assolutamente. Eppure se ci fate caso la Repubblica (ma il nome è casuale) recensisce ogni tanto dei libri che recensisce anche il Corsera e anche l'Unità (che in verità si dà da fare molto ma molto di più per essere attenta) e magari il Giornale. E allora? Forse il punto da rimarcare è questa monotematicità, questo motivetto orecchiabile che tutti (critici e amici degli scrittori) strimpellano? Quale è la funzione della critica (l'editoria spinge molto e ha accordi pubblicitari con i giornali per le uscite di recensioni!!!) in quest'epoca dui riproducibilità recensoria e di fastidio criticoletterario? Forse le domande bisognerebbe porsele in forma di dialogo e non nella specie inutile dell'accusa reciproca... Vorei scrivere molto di più...
 
Di Carvelli (del 05/03/2004 @ 11:17:35, in diario, linkato 891 volte)
E sì che ne abbiamo parlato tanto st'estate...Berchidda sì Berchidda no...Stage sì stage no. E io promisi...e allora eccola. Bravissima. Faccia da adolescente perenne. Grande voce. Ma Danilo Rea era uno spettacolo e anche Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra... Searata dedicata a Joni Mitchell... C'è una campionatura strana che fa la De Vito da sola con una mixino su cui registra echi che poi usa come basi e ci canta sopra. Vi auguro di sentirla... ne vale la pena.
 
Di Carvelli (del 06/03/2004 @ 16:08:29, in diario, linkato 900 volte)

Mi è ritornato alla mente un fatto successo ormai un po’ di anni fa. Io portavo a scuola dei bambini Rom

                                                                    

e notai uno strano atteggiamento da parte di uno dei bidelli di una delle tre scuole a cui facevo riferimento per la scolarizzazione. Mi sembrava – il bidello – diciamo così…un po’ troppo gentile e premuroso nei confronti dei bambini. Gentilezza che rasentava una cura non richiesta e non dico altro. Nella mia proverbiale ingenuità e sincerità commiste andai dalla direttrice didattica e così, quasi per cercare delle conferme al negativo, glielo feci considerare. Lei scattò e disse: “No no ci abbiamo parlato…ha detto che non succederà più, è tutto sotto controllo e poi gli abbiamo parlato chiaro e ha promesso…” Immaginatevi la mia faccia. Immaginatevi che fine aveva fatto al premessa ricerca di una certezza! Beh mi è ritornato in mente. E insieme una pagina letta da Giuseppe Pontiggia (in “Prima persona”)…l’incommensurabile e compianto Giuseppe Pontiggia (“Nati due volte” rimarrà uno dei libri più importanti della letteratura italiana contemporanea… ma non dimentico neppure “Vite di uomini non illustri”).

                           

Lo scrittore milanese scrive: (Colpa e senso di colpa) non sono la stessa cosa. Però oggi la tendenza generale, tra solidale e complice, è dim liberarsi dal senso di colpa per liberarsi dalla colpa.” E dopo dice “le colpe esistono” e fa distinzione tra queste (“reali”) e i sensi di colpa (“immaginari”). I suoi strali sono per la vulgata della psicanalisi che crede di togliere con gli uni le altre. In realtà spesso è questo atteggiamento ricontrato nella 'vulgata' della religione cattolica. Ripeto nella vulgata, nella pretesa semplificazione dei principi di essa. Per cui il perdono della colpa e il perdono di quello che essa porta con se coincidono. Una persona cattiva (semplifico) diventerà buona perché la natura intrinseca della persona è la bontà. Da cui: diamo fiducia al peccatore, a chi sbaglia, diamogli una opportunità. E in questo concedere non c’è altro che remissione ma teorica, assoluta e non scientifica o razionale. Ritornando ai miei ricordi: ha sbagliato e non sbaglierà più…sono parole testuali. Eppure la colpa rimane e con essa il senso di colpa. Ora se anche noi ci industriamo per togliere l’uno a discapito dell’altra e magari così facendo riscattiamo la nostra natura fondamentalmente buona non facciamo nessun servigio a nessuno. Insomma via l'effetto rimane la causa. Ecco… ora mi sento un po’ cattivo ma è così… mi vengono i sensi di colpa pure a me.

 
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