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 il letto di fosdinovo... di Carvelli
 
"
Sì ho parlato a troppa gente, oggi questo mi sorprende; ogni persona è stata per me un intero popolo. Un così immenso altro mi ha reso me stesso molto più di quanto avrei voluto. Adesso, la mia esistenza è di una solidità sorprendente; anche le malattie mortali mi giudicano coriaceo. Me ne scuso, ma è necessario che io seppellisca qualcun altro prima di me.

Maurice Blanchot
"
 
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 30/03/2011 @ 09:31:20, in diario, linkato 844 volte)
 
Di Carvelli (del 30/03/2011 @ 15:39:42, in diario, linkato 795 volte)

Ho dimenticato di dirvi che domenica scorsa sono stato all'evento di cui vi scrissi. Tra l'altro la foto che mi  era toccata in sorte per la scrittura del racconto era quella scelta per il manifesto. Il racconto, letto da un'attrice, si intitolava Una verità diversa dei numeri. E, per chi non mi conosce, tirava uno dei fili dal mio La rivoluzione spiegata alle commesse (Coniglio editore). Quello del BarLibano e di Carlo.

 
Di Carvelli (del 30/03/2011 @ 15:56:34, in diario, linkato 833 volte)
 
Di Carvelli (del 30/03/2011 @ 17:04:26, in diario, linkato 812 volte)
 
Di Carvelli (del 31/03/2011 @ 08:58:06, in diario, linkato 968 volte)

Te

Te
lasciarti essere te
tutta intera
Vedere
che tu sei tu solo
se sei
tutto ciò che sei
la tenerezza
e la furia
quel che vuole sottrarsi
e quel che vuole aderire
Chi ama solo una metà
non ti ama a metà
ma per nulla
ti vuole ritagliare a misura
amputare
mutilare
Lasciarti essere te
è difficile o facile?
Non dipende da quanta
intenzione e saggezza
ma da quanto amore e quanta
aperta nostalgia di tutto-
di tutto
quel che tu sei
Del calore
e del freddo
della bontà
e della protervia
della tua volontà
e irritazione
di ogni tuo gesto
della tua ritrosia
incostanza
costanza
Allora
questo
lasciarti essere te
non è forse
così difficile


 Erich Fried
 
Di Carvelli (del 31/03/2011 @ 09:05:40, in diario, linkato 842 volte)
 
Di Carvelli (del 01/04/2011 @ 09:16:34, in diario, linkato 851 volte)

La letteratura che mi piace è un corpo a corpo con se stessi. La letteratura che amo è quella dove, senza farsi sconti se possibile, si ingaggia una lotta con i propri mostri (il successo è ovvio è dato da quanto i propri mostri siano o divengano, grazie alle proprie arti, intellegibili agli altri), i demoni, le paure. Lorenzo Pavolini - che leggo ahimé in ritardo - ha davvero composto l'opera della sua vita. Ha scelto il suo campo di disfida: quello più urgente (urgente ma forse dolorosamente o silenziosamente rimosso) e ingombrante. La figura del nonno. E senza farsi sconti. E senza farli a lui. Alessandro e Lorenzo: mai conosciuti, mai presentati eppure l'uno almeno all'altro presente. Presenze: questa sì una parola che vale molto, che pesa molto come un'azione sicura - magari con pochi rialzi ma stabile. Presenze: anche quelle che non vediamo (e perciò crediamo di poter esorcizzare nella distanza). Presenze che affianchiamo o ci affiancano. Accanto alla tigre (che è poi il titolo del libro, Editore Fandango), diventa la metafora di questo andare a lato del proprio destino, quello dell'autore, quello dell'imponente avo, quello di lui con se stesso. A fianco ma con la tentazione di un balzo, sulla sua soma nel tentativo di cavalcarla.

Ps Ahimé (secondo ahimé della giornata) il libro lo ricorderò per l'insonnia dentro cui è proseguito. Come se la tigre, la mia trigre di oggi fosse questo poco sonno o quello per cui questo poco sonno sta. E che io non so. 

 
Di Carvelli (del 01/04/2011 @ 09:32:41, in diario, linkato 709 volte)
 
Di Carvelli (del 01/04/2011 @ 11:32:18, in diario, linkato 924 volte)
Adesso che il tempo sembra tutto mio
e nessuno mi chiama per il pranzo e per la cena,
adesso che posso rimanere a guardare
come si scioglie una nuvola e come si scolora,
come cammina un gatto per il tetto
nel lusso immenso di una esplorazione, adesso
che ogni giorno mi aspetta
la sconfinata lunghezza di una notte
dove non c’è richiamo e non c’è più ragione
di spogliarsi in fretta per riposare dentro
l’accecante dolcezza di un corpo che mi aspetta,
adesso che il mattino non ha mai principio
e silenzioso mi lascia ai miei progetti
a tutte le cadenze della voce, adesso
vorrei improvvisamente la prigione.
 
Di Carvelli (del 01/04/2011 @ 11:34:18, in diario, linkato 716 volte)
 
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