BAD BOY BEBO
Ribelle Urbano







Lettere da un circo senza piste (2)

Caro Doctor


mi chiedi di avere speranza. Mi dici che quello che vedo non è altro che un confuso agitarsi di clown e quello che serve è non farsi spalla di una comicità che ci spunta e ci disarma. E’ bastato poco e siamo diventati di nuovo schiavi del lavoro e di un monoteismo premieristico. Al limite federali per i campanili che ce li abbiamo tutti. Ma questo è colore, un colore anche abbastanza tenue. E invece provati a dissentire!
Protestare, chiedere sostegno è rompere i coglioni, attività desueta che solo qualche epigono di una barba e una tolfa che furono tende a preservare in un’area protetta con attorno il cordone sanitario di un’altra irrisione (ideologica questa, ma senza ideologia come se fosse un vanto). E se poi qualcuno si fa mani bianche di indignazione e le mostra agli opliti manganellatori ecco il primo rosso sangue (colore più forte adatto a parate più numerose) che è disabitudine al dissenso che diventa esplosione di vendetta nutrita di preconcetti.
Che indignazione le tante parole sulla differenza come arricchimento! Non siamo diversi da qualsiasi specie animale: il gruppo, la famiglia, il perdono per il proprio clan. Le commissioni d’inchiesta sono solo un’acquasantiera di nuova purezza. Intanto bisogna essere virili e in doppiopetto per sostenere l’eliminazione ai mondiali, accusare la sfortuna (anche l’acquasanta scade), trame internazionali (l’autocritica non fa breccia) e intrighi economici e rimanere seduti su una panchina che per molto molto meno divenne bistecchiera di dittatori meno assertivi, più concertatori, destituiti dalla megalomania del pensiero unico ancora di marca premier.
Ma che fare? Smontare il circo, liberare gli animali, bucare il tendone. Con le parole e con le azioni decretare l’illusione di uno spettacolo misero, incanto per ingenui. Ma come convincere gli sprovveduti che non esistono donne cannone e un uomo a tre braccia non è un superuomo ma uno difetto della Natura? E le tante risate poi frutto liberatorio nato dalle scaramucce e i pestoni del clown che ci acquieta e ci fa pensare che il governo non politico sia meglio di quello politico. Ma esiste un governo ‘non politico’?
Nel libro che mi hai spedito ho letto “Il migliore dei governi è quello che governa meno” e ancora “Il migliore dei governi è quello che non governa affatto”(1). Non credo che volessero dire che mettere in capo a tutto le leggi del profitto sia una garanzia di ‘non politica’ ma l’inganno è sottile e seducente tanto da condizionare un elettorato stanco, narcotizzato dal bisogno di disimpegno e disposto a cedere sui diritti fondamentali. Il sottotesto è che l’economia ci salverà ma le borse sembrano dire il contrario e i governi (anche i ‘considerati’ migliori dei governi possibili) covano in grembo scandali.
E allora: cosa fare?
Tu, Doctor, mi inviti a coltivare il mio spontaneismo, i miei no. Dici che si deve partire da gesti piccoli, da piccoli no. No alle multinazionali che sfruttano i bambini e disboscano il pianeta, no alle televisioni che appiattiscono le percezioni in un monotono bruciare d’incensi per il Divo. E’ vero ci sono tanti no possibili.
L’altro giorno ho visto al cinema il film su Carlo Giuliani ed era la cronaca di una morte annunciata, la trappola per il topo con l’indignazione-formaggio pronta a far scattare la molla e il colpo feroce, inutile eppure mediaticamente funzionale ad un film già scritto con (lieto?) FINE. E invece si usciva in lacrime e non solo ‘ideologicamente’ ma per una naturale partecipazione alle disgrazie umane e la considerazione che in fondo una vita è un filo d’erba e un solo giorno in più vale più di mille forzieri d’oro.
Continuerò con i miei no piccoli tenendomi in guardia dal formaggio. L’importante è saziarsi di un’altra felicità, scoperta e tenuta dentro e solo poi riconosciuta e cercata fuori (non viceversa). Come dici tu bisogna puntare a piccoli e grandi traguardi insieme ma senza farne coincidere i tempi per non incrociare strade a doppia velocità. Mandami ancora libri buoni e consigli.

Bad Boy Bebo

(1)Henry David Thoreau “Disobbedienza civile”

 







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