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No intellettualismi (ancora con La Capria)
Di Carvelli (del 29/09/2006 @ 09:07:54, in diario, linkato 1653 volte)
Ancora due preziosi spunti dal libriccino di cui scrivevo ieri: L'apprendista scrittore di Raffaele La Capria (minimum fax, curiosamente ancora marcato in lire e l'effetto è straniante: Lire 14.000 ovvero diremmo oggi un circa 7€...anche se non so se sia ancora disponibile). La Capria: "Ho cercato sempre un rapporto tra la mia scrittura e il senso comune. Il "senso comune" per me non vuol dire il buon senso, che è riduttivo, ma vuol dire sentirsi parte di un mondo naturale e spirituale che condividiamo con tutti. Mettersi in rapporto col senso comune significa reagire all'eccessivo intellettualismo che domina nella letteratura oggi. Vuol dire anche scrivere per tutti, come facevano Tolstoj e Cechov, e non per una élite di persone colte; vuol dire, anzi mettersi a scrivere con questa intenzione. Vuol dire (anche) senso della misura, del limite, che è parte della civiltà mediterranea". E dopo, alla domanda della intervistatrice (e curatrice del volume) Stefania Brazzoduro, su che cosa dia fastidio massimamente allo scrittore napoletano leggo questo: "Il consenso di certi lettori per ragioni sentimentali, che non condivido. L'entusiasmo per ragioni sbagliate è peggiore di una critica negativa", Una ammissione di umiltà che fa riflettere.