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A pensarci bene
Di Carvelli (del 16/05/2007 @ 08:35:42, in diario, linkato 694 volte)
A pensarci bene non c'è una motivazione profonda. Ad ascoltare non è che si deduca chissà quale particolare ascolto (di lei) e d'altronde si capisce pure che non c'è una malia né una semplice attrazione (di lui verso lei). Neppure una tentazione. Non si capisce quindi, a pensarci bene, perché lui stia confidando alla sua collega cose molto intime. Pagine della sua vita in casa. Con una punta di sindacale richiesta di considerazione per il suo operare nel contesto famigliare a dispetto della moglie che, si sottintende, gli manca di rispetto davanti ai figli. Descrive una scena di tavola silenziando appena, per non infastidire gli altri clienti del bar aziendale, le urala ben maggiori della consorte. Il racconto continua ispirato ad una remissività che non cambierà, a pensarci bene, neppure dopo questo inutile sfogo.