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Fa bene leggere i giornali ma un libro fa bene di più in quest'estate appiccicosa di caucciù
Di Carvelli (del 08/08/2007 @ 16:37:44, in diario, linkato 1001 volte)
Fa bene, sì che fa bene. Leggo Repubblica anche per seguire le avventure di Paolo Rumiz che se anche non funzionano come negli anni precedenti (troppo imprigionate in un plot ingessato che già dopo qualche puntata tradisce "stanca") sono sempre una gran scuola di scrittura guitta e di sorprese. Ma fa bene leggere il gionale e sulla scorta di un articolo di Piero Citati andarsi a leggere quel supremo e bellissimo racconto di Truman Capote dal titolo Un ricordo di Natale. La storia di un'amicizia scostata di anni - mai letto un racconto così bello sul tema dell'amicizia con differenza d'età (mi vien alla mente spesso Murakami che predilige questi salti) - una storia scoppiettante e folle di tenerezza. Qualcosa che poi alla fine ti esplode contro come un'onda calda dopo troppe stagioni di freddo interiore ed esteriore. In definitiva una specie di balsamo e la prova che il mondo visto dai bambini è più mondo del mondo visto dagli adulti. Se gli adulti lo vedono il mondo, tante volte pare pure di no. Insomma tornare bambini si deve e Truman Capote è stato il complice migliore che si potesse trovare in una giornata cosìe  per lui Citati. C'è sempre tanto da fare coi libri. Nei libri, meglio. Tanto, davvero. Bisogna ricordarsene ogni tanto noi che coi libri ci facciamo troppo. Un troppo che spesso non serve. Uso improprio di libri: esisterà un crimine siffatto?