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Perdersi, mi sono perso: una questione verbale
Di Carvelli (del 05/10/2007 @ 09:58:40, in diario, linkato 889 volte)

Cari amici e lettori

nel 2004, come qualcuno di voi sa, ho pubblicato una guida letteraria che si chiama Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale. Uscì per un piccolo editore ma ciò nonostante fu un piccolo caso almeno nella Capitale (se ne parlò, furono fatte delle ristampe, scattò un passaparola molto semplice e senza cordate di illustre sostegno). Dopo sono uscite diverse guide e la cosa non poteva che farmi piacere e me lo fa ancora. Ora scopro da un'informativa Feltrinelli che quell'editore (Feltrinelli) sta facendo uscire un libro con un titolo che gli somiglia molto Mi sono perso a Genova.Una guida. Lo scrittore si chiama Maggiani, l'editore - mi ripeto - Feltrinelli. Mi sento in diritto (per quel che può servire) di segnalare la fastidiosa somiglianza: a) è una guida letteraria, b) di una città (sì ho capito, non Roma), c) la scheda di presentazione sembra promettere uno sguardo simile (sì lo so, ogni scrittore ha quel suo approccio laterale con i luoghi..ecc...ecc...). Ma non si poteva chiamare altrimenti? Perché almeno nel titolo (non dico nella scheda editoriale) non ha cercato altre categorie di confronto, un altro sentimento? Il sogno e il notturno che sembrano le cifre di quell'autore? Non so... A parziale giustificazione dell'editore (grande) e dell'autore (arcinoto) c'è il fatto che il mio libro è uscito per una casa editrice piccola che pure aveva con sforzo garantito due pubblicità sul giornale nazionale laRepubblica (una in prima pagina). Ma - mi domando - come mai il libro è citato persino in un blog turco(immagino sia turco) e in un sito giapponese, ne sono stati registrati CD da un centro bresciano di lettura per non vedenti, è stato adottato da una cattedra universitaria per la preparazione di un esame? Di Maggiani non posso pensare male (apprezzai a suo tempo La regina disadorna, intervistai l'autore) e sono sicuro che ci offrirà un bello sguardo su una città che amo molto ma per non pensare male almeno di me mi sono permesso di far conoscere questa singolare somiglianza inviando ad alcune autorevoli voci dell'informazione in Italia (per quel che può servire) la seguente lettera (la versione in alcuni casi è diversa ma più o meno...).

Gentile .......

 

Vengo a sapere da un’informativa della casa editrice Feltrinelli che sta per uscire il libro di Maurizio Maggiani, autore che pure  apprezzo, Mi sono perso a Genova. Una guida. Rimango sorpreso dalla analogia con il mio Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale uscito per un editore più piccolo (edizioni interculturali) nell’estate del 2004. Non ho elementi per pensare che la guida, che non ho letto, dello scrittore Premio Strega abbia altre affinità ma, d’acchito, mi sento in diritto di far presente questa fastidiosa conformità che unisce tre ingredienti difficilmente controvertibili: la guida (il genere letterario), il perdersi (come categoria gnoseologica), la città (qui Roma lì Genova).

Di guide “storte”, dopo quell’estate 2004 (ma certo anche prima), ne sono state pubblicate molte (quella di Marco Lodoli Isole. Guida vagabonda di Roma – 2005 e quella di Fulvio Abbate Roma guida non conformista alla città – 2007, per citare solo le più note). La prossimità di Mi sono perso a Genova al mio Perdersi a Roma, però, viene fuori ancora di più  proprio perché adotta la stessa idea personale (personale di me Carvelli) che sottende tutto il mio lavoro: l’idea del perdersi, dello smarrimento, del perdersi metafisico insieme a quello geografico. Almeno così promette quel titolo. Si tratta della solita vergognosa questione del saccheggio intellettuale ad opera dei grandi (autori ed editori) che continuano a crescere a danno dei piccoli (autori ed editori) che continuano ad essere ignorati (dai grandi editori, dalla critica)?

A rischio di apparire pedante segnalo a caldo alcuni elementi di contatto.

 

Mi sono perso a Genova.
Una guida
di Maurizio Maggiani
Materiali tratti dal sito Feltrinelli, dalla newsletter informativa, dalla scheda del libro

·           Non ci sarà tutta Genova, ma solo la parte che possiedo, quella che porto con me, quella che mi rimane.

·           Non ci sono molti monumenti in questo volume. O almeno non i monumenti canonici.

·           Un viaggio romantico

·           Ma è anche un viaggio interiore nella città di Genova

·           Luoghi che coincidono con la memoria della città e al contempo con la memoria che lo scrittore ha del suo rapporto con la città.

·           Le sue fabbriche, ci sono i vicoli che salgono dal porto, ci sono l’area collinare e il mare-operaio.

·           Una città in cui è più facile perdersi che trovare la prospettiva che tutta la contiene.

 

Il titolo poi cambiato in Mi sono perso a Genova era Guida per perdersi a Genova, come si arguisce chiaramente dal seguente link

http://www.palazzoducale.genova.it/inaviga.asp?pagina=7821

 

 

Perdersi a Roma.
Guida insolita e sentimentale  
di Roberto Carvelli

Materiale, in ordine sparso,  tratto dalla quarta di copertina, dalla prefazione, dalla scheda editoriale

·           Una guida sbilenca, un percorso di paesaggi che non trova posto nell’ufficialità delle guide.

·           Guida insolita per assenza di riferimenti canonici

·           È una guida fuori centro dove la città viene mostrata nei suoi luoghi più insoliti e meno turistici.

·           Una romantica non-guida dove Roma è soprattutto un sentimento. E perdersi, un capriccio del cuore.

·           È un invito a lasciare le strade principali delle mappe consuete per perdersi nei risvolti. intimi della metropoli, un atto d'amore verso una città che è possibile continuare a scoprire

·           Una  guida insolita di Roma inadatta a dare coordinate, a rendere governabile l’intreccio di vicoli, strade, percorsi attraverso itinerari riconoscibili. I posti su cui ci invita a fermarci sono discariche, ospedali, cantieri, piccoli cinema, bar fuori mano, con uno sguardo laterale, con una leggerezza speciale nel passo. Una guida che ci accompagna nel dimenticare la strada.

·           Una non-guida e un invito a perdersi

 

 Sono tante le domande che mi pongo ma, prima di tutte le altre: chi tutela la piccola editoria sommersa, spesso bacino di stimoli letterari a cui attingere, chi tutela me che vivo e scrivo nella solitudine e a margine da amicizie potenti, cordate, grandi gruppi editoriali? 

 

 

So che il suo .....è interessato a dare voce alla questione non secondaria della proprietà intellettuale dei diritti e mi piacerebbe per questo una sua attenzione, una risposta, privata o pubblica.

 

Cordiali saluti

Roberto Carvelli