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Me and my editor. Ovvero: la teoria dello sciacquone (un inno alla deiezione)
Di Carvelli (del 28/05/2008 @ 10:22:45, in diario, linkato 1570 volte)

Sull'ultimo numero on line di Silmarillon intervista scritta a me e visual al mio editor Daniela D'Angelo. Come dire: camera e cucina. Un appartamentino insomma. Manca il bagno, direte? Ma no. Il bagno c'è. C'è sempre qualcosa che si butta nella scrittura e nel lavoro di editing. Anche a malincuore. Eppure serve buttare e anche tirare lo sciacquone. Buttare è la prima cosa. Ma buttare e conservare nella mente (fare come se ancora fosse lì, a portata di mano, che lo puoi recuperare non è la stessa cosa). Buttare è buttare. Rinunciare, fare vuoto. Tirare la catena e basta. Questa è una cosa che ha molto a che fare con la religione, con la fede, con la mistica. Ecco volevo parlare della scrittura e lo sciacquone. L'ho fatto. L'editor per me è (non è solo questo) quello che ti dice "butta" e tu butti. Poi ti dice "tira la catena" e tu arrivi persino ad imitare il verso dello sciacquone. Ma finché non tiri davvero la catena l'esperienza mistica non scatta e la casa, peraltro, rimane anche un po' sporca. La ragione per cui spesso leggiamo tanti brutti secondi o terzi o decimi libri di un autore nasce da qui. Che crescendo nessuno scrittore vuole sentirsi dire tira l'acqua. E scrive con questo culto delle sue...interiorità. Questo è spesso un fallimento della mistica della scrittura e il trionfo dell'egotismo. Il successo, la vendibilità, il trionfo dell'immagine e del market autoriale non ha nulla a che vedere con la qualità e potremmo fare l'esempio tragico di libri di grande successo e premi che meriterebbero ogni tre per due un "tira la catena". Ecco: io soffro nel vedere tanta...interiorità...nei libri (anche nei miei: ad esempio in Kamasutra c'è qualche mancato tira la catena, lo so). Mi sembra un po' di cattivo gusto e irrispettoso verso il lettore anche se spesso chi sente l'odore è solo quello più smaliziato. Scusate questo breve inno alla deiezione. Così, di mattina.

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