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Una storia non ancora raccontata
Di Carvelli (del 15/10/2009 @ 09:09:44, in diario, linkato 602 volte)
Si presenta a casa mia presto. Di lui so poco. So che è vedovo da poco. Nient'altro. Appena apro la porta ci guardiamo in faccia e ci diciamo che abbiamo facce conosciute. Niente di più. Che forse ci saremo visti da qualche altra parte. Dopo un po' mi rendo conto che forse potrebbe essere il marito di una mia amica da qualche mese scomparsa. E glielo chiedo. E' lui. In realtà la coincidenza è tutto sommato leggera. Non eclatante ma neppure molto casuale. Di lui so poco. Negli ultimi tempi ci eravamo visti poco con L. Lei si era sposata e aveva messo al mondo una figlia, M. In realtà viceversa. Ma siamo stati buoni amici. Addirittura un paio di giorni dormì a casa mia. Si svegliava presto e andava a parlare con mio padre. Erano giorni difficili e mi chiese di avere quel conforto di un'altra casa (vicina anche ad una nuova sede di lavoro). Un anno passammo anche un capodanno insieme con il suo primo marito. Poi un po' a intervalli. Mi torna in mente il suo modo di interpellarmi "robbibbello" e mi diceva cose dei suoi fidanzati. Qualche volta lamentosa, qualche volta preoccupata, materna. L'ultima volta che ci siamo visti - lei era consumata dal tumore - mi ha tagliato un ciuffo di capelli con il rasoio di lui e mi ha detto tutte le sue preoccupazioni per la salute. Di lui. Parlava al futuro - di sé e di lui - e pensava alla necessità che lui si occupasse della sua salute. Poi più nulla. Mi sembra di risentire la sua voce "robbibello...me lo segui... ti prendi cura di lui?" E a quanto pare la vita lo ha messo sulla mia strada tutte le mattine o quasi. Lasciato in un capo della città e ritrovato nell'altro. A sorpresa. Ma manco tanto: quando L. si metteva in testa una cosa era un kamikaze. Se può servire dirlo in realtà mi sembra che non abbia bisogno di nulla. Nemmeno di sorrisi che ha in abbondanza per tutti. Neppure di energia.