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Who I am (e l'alleggerimento della retribuzione karmica)
Di Carvelli (del 16/12/2009 @ 08:41:07, in diario, linkato 1214 volte)

Forse ogni tanto va ricordato l'errore di attendere da altri le risposte a/su quello che siamo. Siamo logicamente (o illogicamente) altro da quello che siamo per altri. E per ognuno siamo qualcosa di diveso. Siamo, in definitiva, i punti di vista degli altri. Un modo (il loro) di sentirci e percepirici. Un modo, appunto. Non il solo. Il loro non è il solo. Smetto di convincere qualcuno di come sono. Smetto di far ragionare su quello che sono veramente. Smetto perché anche il mio modo (sono in ultima analisi la persona che ha passato più tempo con me da quando ho memoria) è il mio modo. E scopro - con rincrescimento a volte o con perplessità - che persone mi vedono non oggettivamente ( e, sì, ha ragione C. "illogicamente" diverso da come mivedo io, anche fisicamente).

Esiste un principio buddista che si chiama "alleggerimento della retribuzione karmica". In breve: il karma di retribuzione si manifesta in forma più tenue al variare della propria fede o della fede di chi ci è vicino. Sono le 16 e con A. parliamo di lui. E lui in quello stesso momento sta avendo un incidente. Lo saprò solo dopo. L'incidente è grave ma di una forma grave che tutto sommato poteva essere decisamente più grave, avere più implicazioni. Due cose: le coincidenze (a cui credo ancora?). E l'attenuazione dell'infaticabile lavoro del destino. Un lavoro o un lavorio?