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Cosė, cosė
Di Carvelli (del 02/03/2010 @ 09:07:04, in diario, linkato 784 volte)

A letto così

Avviata e dovendo terminare
col tuo nome l'opera mia,
mi chiedi, Mecenate,
di rimettermi come un tempo in gara,
dopo che troppo ho dato
spettacolo di me
e ricevuto ormai
la bacchetta del congedo.
Ma non è piú quell'età, quello spirito.
Appese le armi nel tempio di Ercole,
Veianio si è rifugiato in campagna
per non dovere al popolo
implorare la grazia
dai bordi dell'arena.
Spesso sento una voce risuonare
nelle mie orecchie all'erta:
'Stacca per tempo
il cavallo che invecchia,
se hai buon senso,
prima che sfiancato stramazzi
e desti il riso sul traguardo'.
Cosí con gli altri futili piaceri
lascio la poesia.
Ora m'interrogo
solo su cosa sia la verità,
la convenienza, e medito su questo;
raccolgo e ordino
tutto ciò che mi potrà poi servire.
E non mi domandare a che maestro,
a quale scuola chieda sicurezza:
non mi sono venduto a nessun credo
e cosí dove il corso mi trascina
arrivo come un ospite.
A volte mi prende la furia
e m'immergo nelle lotte civili,
custode della verità ideale,
suo inflessibile seguace;
poi, senza rendermene conto,
scivolo nelle norme di Aristippo
e tento di dominare le cose,
non di esserne dominato.
Come lunga sembra la notte
se l'amata t'inganna,
lungo il giorno per chi lavora al soldo
e lento l'anno
per i ragazzi oppressi
dal rigido controllo della madre;
cosí penose e pigre
per me trascorrono le ore
che rimandano la speranza
e il proposito d'iniziare a volo
quell'opera che giova a ricchi e poveri
e nuoce negletta a giovani e vecchi.
Fissare dei principi
e in questi cercare conforto:
non resta altro.
Se non puoi spingerti cosí lontano
con lo sguardo come Linceo,
non vedo perché rifiutare
di medicarsi gli occhi infermi;
e se non puoi sperare
di possedere i muscoli
dell'invitto Glicone,
non c'è ragione per lasciare
che la gotta nodosa
inchiodi il nostro corpo.
Si andrà fin dove ci è concesso,
se oltre non si può.
Vi sono,
per l'animo che arde d'avarizia
e d'insana passione,
parole e formule
che possono lenire il suo dolore
e allontanare gran parte del male.
Se poi ti gonfia una smania di gloria,
vi sono rituali
che, solo a ripeterli fedelmente
tre volte,
possono guarirti senza timore.
Nessuno,
invidioso irascibile pigro,
beone, libertino,
è selvaggio cosí
che non lo si possa ammansire,
se accetta di ascoltare
con attenzione
i precetti della saggezza.
Evitare il vizio, questa è virtú,
ed esser privi di pazzia
il principio della saggezza.

(Orazio - Epistola I - A Mecenate)

Sveglia così
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