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Film-rebus e modelle bambolizzate
Di Carvelli (del 30/09/2010 @ 09:59:26, in diario, linkato 794 volte)

1. Esiste un genere di film di cui fa parte Inception che ho visto ieri. Il genere è "film il cui plot è enigmistico" e penso ai rebus. E infatti alla fine la gente che commenta è presa soprattutto dalla considerazione "ho capito" o "non ho capito". Nothing else. Eppur stiamo parlando di un film bello. Ben girato. Ben recitato (il solito bravissimo Di Caprio...anche se qui non brilla come altrove). Se dico "ben congegnato" devo per forza leggerlo nell'ottica del rebus. E nel tremore e clamore finale dei giovani vicini di sedie che dichiarano di non averci capito nulla. Ci sono parti belle. Quelle della rimozione del dolore, del senso di colpa: e qui parlo dei livelli a me congeniali. Mi è piaciuto - e parlo qui ancora di cose inessenziali, lo so - il fatto che per doppiare il giapponese ci sia un giapponese (italianizzato) al posto di quelle voci a macchietta che fanno apparire imbecilli gli orientali.

2. Non mi piace - e non dite che non ve nie siete accorti - il fatto che nelle riviste di moda (e parlo qui della Repubblica delle Donne, l'unico che incidentalmente mi trovo a sfogliare) le modelle vengono spesso disposte sul piano della foto (che sia un letto o un pavimento) come bambole snodate. Un braccio qua, una gamba là. Tutto in modi innaturali. Posture artefatte, come se per produrle fosse necessario un intervento esterno. La parola che mi viene in mente è bambolizzate. Qual è il sottotesto? Che in definitiva un corpo è un oggetto inanimato o animabile per vie tarocche. Irreali. Finte. Non mi piace.