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I passi degli uomini migliori (e postilla)
Di Carvelli (del 23/02/2011 @ 17:02:27, in diario, linkato 580 volte)

Gabriele Muccino* negli extra del DVD del suo film primo americano La ricerca della felicità, dice una cosa sull'andare di Will Smith. Grosso modo dice che i suoi passi sempre in andare, sempre di corsa, sempre verso qualcosa che gli sfugge sono quelli di un uomo che vuole essere migliore. Una cosa del genere che a me è piaciuta. E' vero che esiste un modo di andare che rappresenta la corsa dell'essere umano verso qualcosa di lontano da lui, raggiungibile ma sempre un passo oltre. Ecco la corsa, l'andare frenetico. Il rincorrere. Con tante perdite e una lenta, faticosa rincorsa di qualcosa che è bello ma dura un secondo. Il secondo che ci rende massimamente umani.

*Su Muccino (Gabriele) vorrei fare una postilla che vale anche per Baricco (Alessandro), scrittore. Si tratta di due personaggi un po' capri espiatori di tutte le idiosincrasie (magari anche giuste) della critica. Mi piacerebbe che verso di loro si attenuasse il fiele del giudizio. Baricco ha fatto cose buone con uno stile che è suo, un po' barocco, qualche traccia di retorica ma con un grande senso della scrittura, invidiabile e originale rispetto a tanta medietà editoriale (ricompattazioni da editor di stili uniformati). Muccino ha fatto dei buoni film fino a questo americano (compreso) poi è scivolato sul sequel fastidioso del suo grande successo. Baciami ancora, di cui già scrissi, era infatti la malriuscita copia del primo. A lui il merito di aver portato nel cinema italiano una ottima direzione degli attori fino a lui praticata male o solo autorialmente. Non stiamo stilando nessun canone (che anzi parrebbe scaturire dalle uniformazioni di cui dicevo), né definendo categorie alte. Né in un caso né nell'altro. Solo un saggio riequilibrio di proporzioni che spesso il successo fa perdere (a chi lo subisce o lo patisce).