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Notte, Nabokov, Gelsomini, Grappa (N2G2)
Di Carvelli (del 19/05/2011 @ 17:18:43, in diario, linkato 612 volte)
Saranno le 23e30 giù di lì. Ho appena visto il film dei fratelli Dardenne e mi domando come mai non sbaglino un film. Mi domando come mai non mi annoino nonostante facciano in pratica sempre lo stesso film. Mi domando anche come mai sia tanto soggiogato dal loro cinema e allo stesso modo, per dire, da quello di Ozon che è l'esatto contrario di questo parossismo di un tema. Saranno le 23e30 giù di lì. Sono in giardino. Nel giardino dietro la casa che leggo Lolita di Nabokov mentre bevo uan grappa e fumo il sigaro. Ogni tanto dietro la siepe c'è un rumore piccolo. Più piccolo di un rumore da gatto. Il libro, come saprete, è arguto e barocco. Il linguaggio però (nel caso di Lolita, almeno) non perde l'aderenza con la strada. E questo lo rende non inutilmente ricercato. C'è odore di gelsomino tutt'intorno. Io dovrei avere anche tante cose da pensare. Alcune non belle. Eppure mi sembra tutto così bello. E non c'è un vero motivo perché sia così. Ma è così. E il merito, ora lo so, non è né del gelsomini, né di Nabokov, né della notte. E forse neppure della grappa. Ci vorrebbe una formula di questa piccola felicità. Come una sigla di questa tavola chimica. Ci vorrebbe. O c'è.