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Fermarsi e andare
Di Carvelli (del 16/01/2004 @ 08:05:07, in diario, linkato 1020 volte)

E’ il titolo di un racconto che ho pubblicato in un’antologia per un piccolo editore siciliano (Coppola) anche se mi dispiace dover dire che il libro è in sé introvabile o quasi. Nonostante sia un raggruppamento discreto di storie e racconti. Il racconto era dedicato all’amicizia di un benzinaio di un’area di servizio con un autotrasportatore. In definitiva era un racconto sulle aree di servizio, vero luogo di elezione per me. Isole di luce allegra nella notte e anche posto di emozioni, di incontri e di promiscuità. Alla fine si finisce per ripetere gli stessi aggettivi ma come non dire che è un luogo laterale quando dice quello che è e lo dice al quadrato? Se penso alle aree di servizio mi tortura l’idea di quanti amori abbia generato anche magari nella forma compendiata e rapida della giustapposizione dei corpi. E amicizie? E odi e rancori? E mi tocca ricordare un'area di servizio fatta di silenzi che difficilmente si riempiranno di nuove parole. E’ incredibile come certe frasi ti entrino nella testa e sia pure stronze finiscano per diventare tormentone della tua coscienza. Così è stato per le parole della mamma di una ragazza dei tempi del liceo: “una donna sola sull’autostrada è una puttana”. Non so se fosse autobiografica ma se era generica era infelice. Magari era detta da signora non-patentata, magari no. Magari erano solo gli anni ’80. Noi giovani, i costumi in via di trasformazione…