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Luigi La Rosa su www.pickwick.it (su Perdersi a Roma)
Di Carvelli (del 18/10/2004 @ 13:20:00, in diario, linkato 876 volte)
Perdersi a Roma

Roberto Carvelli

Edizioni Interculturali

“Quello che segue è una specie di Best of Roma. Un Best of personale. Una guida sbilenca, un percorso di paesaggi che non trova posto nell'ufficialità delle guide. Ma anche il tentativo di un libro-viaggio, come ti sarebbe piaciuto. L'avvicendarsi dei toni, dal confidenziale al giornalistico, dall'autobiografico all'introspettivo, è un procedere per tentativi inseguendo una definizione che non esiste se non nella perdita”



pubblicato il 18-Oct-2004
a cura di Luigi La Rosa

Non esiste una sola Roma. Ce ne sono cento, mille, infinite. Ci sono infiniti volti che si sovrappongono e tracciano stratigrafie dell’anima. Roma è questo e insieme qualcos’altro di diverso, di non ancora scoperto. Roma non la trovi, non la conquisti, non la domini mai del tutto. Mentre è qui, Roma è già altrove, e l’altrove che non raggiungerai mai. E’ la città che t’irretisce, che ti perde nei suoi poetici profili. Non sei tu a scegliere Roma, ma è la città a volerti, il labirinto a vincerti.
Ed è proprio questa intuizione a dominare le pagine di Perdersi a Roma, di Roberto Carvelli (edizioni Interculturali, pp. 293, euro 12.00). Un testo bellissimo, struggente, che si presta a differenti letture sociologiche e a più livelli d’indagine ermeneutica. Uno studio che parte dalla città, dalla sua toponomastica, dalle sue strade, dai suoi quartieri, dalle sue chiese, dai suoi monumenti. Un testo che parte dalla pietra, dalla polvere, dall’acqua, dal fuoco in qualche caso. Un testo che approda alla parola, la parola che sempre detiene il primato delle cose e che al tempo stesso ne incarna il simbolo, l’abaco primigenio.
Alla parola Carvelli affida il compito di recuperare, di ritrarre Roma, dove lui stesso vive e che ogni giorno cerca di scoprire sotto una luce differente. Ad accompagnarci in questo itinerario pittorico intinto nella tavolozza cromatica della più mediorientale delle capitali europee (ma anche nella più drammaticamente vera, umanamente nuda e profeticamente spietatamente) i racconti dei grandi artisti, le testimonianze dei massimi scrittori viventi, ma anche di quelli che hanno semplicemente scelto Roma come patria d’elezione.
Roma sembra fuoriuscire, d’improvviso, dalla sontuosa cornice architettonica dei secoli e dei millenni, per ritrovarci all’angolo di un baretto, nella luce declinante di un tardo pomeriggio, nella densità rosa di un cielo che sfiora le algebre dei terrazzi. Roma è questo ed è anche la culla del pensiero, del cinema, della cultura contemporanea. Roma è il nido che ciascuno di noi si porta dentro, l’architrave magica che ci consente di accedere alle leggi dell’eterno ritorno, l’Itaca che la scrittura misurata di Roberto Carvelli elegge a rifugio del vivere, del sentire, qualche volta del morire.
Un libro interessante per capire Roma e per lasciarsi capire da Roma. Anche gli scrittori che si raccontano nei vari capitoli danno più l’impressione di un delizioso mettersi a nudo che di cercare di analizzare realmente l’animus romano. E’ Roma che opera il miracolo e regala a questo libro il gusto di una ricerca raffinata e intelligente. Leggetelo, vi catturerà.

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