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A proposito dei film storico-civili (Diaz etc)
Di Carvelli (del 31/08/2012 @ 09:05:56, in diario, linkato 711 volte)
Ho visto da poco Diaz. Un po' resistendo a quel "ci devi andare" che mi faceva fare resistenza. Avevo visto a suo tempo Romanzo di una strage. E mi trovo qui ora a pensarli insieme. Come due film che andavano fatti. Due film che hanno uno lo svantaggio e l'altro il semivantaggio del tempo. In realtà erano e sono due film che andavano fatti ma che raccontano una realtà a cui la finzione poco può dare se non le macchiette o il "al posto di". Come si dice con parole abusate "la realtà supera la fantasia". E così mi sono commosso e indignato ma interessato meno (meno dei reportage fatti al tempo). Ma, ripeto, capisco e approvo i perché della realizzazione. Fare un film storico-civile - per dire: un Le mani sulla città - non è cosa facile. Più facile tirare su un Gomorrafilm da un Gomorralibro. In tutti i casi anche se non riescono o riescono parzialmente (qui i due registi sono stati bravi uno a far parlare realtà e ricostruzione insieme, lì a distendere una verità un po' asseverata per quanto poi surgelata) le operazioni di questo tipo hanno a dispetto di loro stesse un perché più grande. Che noi facciamo nostro. In un paese che ha più gambe di memoria corte. Voglio dire: una paese che fatica ad allontanarsi quanto basta (cioè molto) dai suoi errori.