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Sebald, l'ekfrasis, leggere
Di Carvelli (del 06/11/2012 @ 09:21:58, in diario, linkato 836 volte)

Soggiorno in una casa di campagna

Uno dei generi che più amo leggere è l'ekfrasis. Ovvero quella descrizione in poesia o prosa dell'opera d'arte o dell'immagine. Per esteso, diciamo, i libri che si compongono - non strumentalmente né didascalicamente con le illustrazioni - di testo e visioni di diverso tipo. Spesso per via sentimentale, per ricostruzione personale. Questo nuovo Sebald che leggo (Soggiorno in una casa di campagna - Adelphi) appartiene con tutte le scarpe, grosse e cervello fino, al genere. E la metafora delle scarpe si presta alla ricostruzione di questa fuga verso la campagna dei soggetti in questione. Robert Walser - il mio amato Walser - in primis ma anche la scoperta (per me) di Hebel. Che leggerò. Bella anche la ricognizione sull'isola di San Pietro e Sebald che si lascia andare allo scavo di quell'interno in cui riparò Rousseau. Di un autore apprezzo sempre per prima la capacità non solo di farci vedere un luogo ma di farcelo risentire in quel modo intatto in cui lo percepisce e in cui lo vuole eternare. Non succede a tutti. A Sebald sì. Gli altri descrivono, colgono. Cose belle da dire e da rappresentare. Ma è in altro che io cerco la traccia per proseguire, un cartello verso qualcosa in cui da quando sono nato - a volte sapendolo a volte no - sto andando. I libri o una persona. Un luogo o una musica. Devono contenere questa freccia e la freccia è tale se dopo la lettura, l'ascolto - in generale l'incontro - succede un piccolo tratto di strada in più.