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La questione del due
Di Carvelli (del 11/03/2014 @ 12:59:47, in diario, linkato 756 volte)
Vorrei avere fissa una persona a fianco per fare le cose che non so fare. Che sono molte. Per esempio, il saper resistere a telefonate un po' troppo lunghe. Per questo mi basterebbe una persona con cui dividerle a metà. Un'altra cosa che non so fare è scrivere mail ed è singolare che invece io abbia scritto persino dei libri. E ho messo, in questa piazza spazzata dal vento che è la mia vita, due atti comunicativi e anche questo è peculiare per la fama di conversatore di cui godo. Mi rendo conto che litigo meglio se c'è una persona con cui farlo. A quel punto anche fare pace assume un rilievo maggiore. Anche se sono riuscito a litigare da solo e da solo riappacificarmi. Fare pace con un altro è una giustificazione necessaria, se posso dire così. Anche quando cucino lo faccio meglio se è per qualcuno. Quando si va al mare e c'è vento, stendere il telo da soli non è agevole. Ho provato a giocare a tennis contro il muro ma ho sempre pensato che è un avversario troppo regolare. Farsi le foto da soli, anche se di moda, lo trovo un po' disagevole e anche ridere da soli è divertente ma in due viene meglio e dura di più. In genere ci sono buoni motivi per essere in due e credo che elencarli possa essere un utile esercizio per fare attenzione la prossima volta che mi capiterà a non avventurarmi, con ingiustificato slancio, in solitarie partite di subbuteo o discussioni in cui sarei capace, con sapiente dialettica, di sostenere due ragioni opposte con speculare convinzione.