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Forma e sostanza (City of God)
Di Carvelli (del 03/02/2004 @ 07:45:03, in diario, linkato 902 volte)
E’ incredibile come basti poco a rendere un film un’inutile sequenza di stupori. CITY OF GOD è un film di cui dire male sembra impossibile: ben girato, ricco di artifici di regia neobarocca (cose che piacciono molti di questi tempi). Eppure ne esce che ti dici magari leggo questo libro e l’effetto saga intelligente divisa per capitoli mi apparirà meno fastidiosa. Eppure fatichi a trovare motivi di delusione. Ben girato, ben recitato (buona direzione degli attori). Non puoi dire sia scritto male. Ma è un film lungo, troppo lungo per portarti a qualsiasi conclusione pur non avendo altre ambizioni che queste, altrimenti non stare lì a giocare sugli stupori. E ti ritrovi alla fine che non sai perché. Freddezza, esercizio di stile sfacciato (addirittura una divisione di schermo, una sola, isolata). Film freddo e senza comunicazione. Anche se non trovi difetti formali (forse perché film formale|). Sarà un regista da Oscar? Da inglobare nel sistema USA come Inarritu?