Una poesia di Umberto Fiori da "Tutti" 
		
			Di  Carvelli (del 30/06/2005 @ 13:26:02, in  diario, linkato 1279 volte)
		  
	 
	
	
		VOLO 
  
Certe sere d’estate, quando la tavola 
è apparecchiata di fuori 
e appena buio l’aria diventa elettrica, 
sa di terra e di temporale, 
capita di sentire sui capelli 
e sulle orecchie 
due, tre carezze leggere. 
La tovaglia è già nera 
di formicoli con le ali. 
  
Stringe lo stomaco vederli 
- ancora presi dalla smania 
del loro volo - nuotare  in un bicchiere, 
spasimare sull’uva. 
  
Così cadevo io 
verso i trent’anni 
dalle nuvole 
in mezzo alla gente vera. 
  
Umberto Fiori "Tutti" Marcos y Marcos 
	 
          
	
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