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Alessandro Dezi su LETTI
Di Carvelli (del 12/09/2005 @ 09:21:53, in diario, linkato 981 volte)


Da “Gemellae” n. 40   settembre/ottobre 2005

 


"LETTI" di Roberto Carvelli , Voland 2004

È possibile raccontare la propria vita attraverso i letti in cui si è dormito? Probabilmente sì. In cento minuscole sequenze narrative, Roberto Carvelli srotola il poema di un'esistenza, una sorta di autobiografia "sdraiata", che utilizza come prospettiva di percorso quella del dormire, dell'orizzontalità. Il letto, inteso come stereotipo, qui si tramuta in lieve metafora del vivere: l'impronta lasciata in quegli alloggi, occasionali o meno, è il leit motiv di questo libro - bonsai nella forma, ma enorme nei contenuti -, il filo rosso che coinvolge il lettore in un gioco di rimandi alla memoria, analogo per evocazione al "Je me souviens" del francese George Perec.
E i giacigli diventano piccole isole di appartenenza: la culla dell'infanzia, il lettone grande dei genitori, il letto indipendente della pubertà, il primo fuori di casa, quello dell'amore, e poi i ripari improvvisati, i letti degli altri, i soppalchi, le brandine sgangherate, le poltrone dell'insonnia, i ribaltabili delle auto, i sacchi a pelo, le cuccette in sbattimento dei treni, i letti disfatti degli alberghi, degli ostelli a prezzi bassi, quelli dolenti degli ospedali, fino agli ultimi, inevitabili letti che avremo. (Alessandro Dezi)