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Come corpo morto cado
Di Carvelli (del 20/09/2005 @ 08:58:09, in diario, linkato 906 volte)
C'era Benigni e c'era il canto di Paolo e Francesca e il corpo morto cade. Ricordi? Ricordatelo ora che precipiti nella cefalea su un letto di novalgina. Si striscia per arrivare alla fine del giorno. Si striscia per arrivare alla fine della vita. E non è un male se l'altra possibilità sarebbe il rimanere inerti a terra. Meglio un giorno strisciante di cento fermi. Poi pensi che vorresti essere lì e che non ne hai il coraggio. Che vorresti essere un po' più in là e invece a furia di strisciate chissà quando ci sarai. E allora benvengano questi piccoli cambi di posto. Questi minimi scarti. La giornata si mastica tutto il tuo tempo: ingrassa il lavoro, ingrassa chi ti sta vicino, lo Stato, il Comune, l'alimentari sotto casa e tu non dimagrisci. Sembra tutto pesante, tutto faticoso e strisciante e ti domandi come mai sia tutto difficile... capire e farsi capire. Ti stupisci di come quel che è chiaro si oscuri e si confonda con il residuale nero che ti porti appresso. Poi, come se nulla fosse, tutto passa e brilla di nuovo un sole piccolo. Una luce breve, un ultimo fioco lampo su tutto.