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Chirurgia (Cechov)
Di Carvelli (del 14/12/2005 @ 14:11:33, in diario, linkato 1739 volte)
Spero di ricordare bene ma c'è un racconto di Cechov che si intitola CHIRURGIA in cui viene raccontata una dolorosa e incompiuta estrazione dentaria ad opera di un medico in seconda. Dottorino... si dice a Roma per indicare l'inesperta gioventù dei neo-laureati. In Cechov siamo davanti ad un "secondo" invece e il risultato non cambia. Mi viene da pensare alla mia disavventura ortodontistica al Fatebenefratelli di Roma (di cui ampiamente in Perdersi A Roma) in cui l'eroico, violento, spocchioso chirurgo chiamavasi come un panettone. Per anni ho conservato la testa del dente che non mi ha estratto, che mi ha lasciato dentro e ricucito. Per anni ho conservato la traccia della scarsa titolarità di quel luminare. Ancora è lì (lo spirito è evaporato) in un contenitore di plastica che suona come un giocattolo per infanti. Certe volte le cose vanno lasciate andare, evaporare. Conservare le tracce della propria scarsa fortuna è la ferita mal remarginata di altre future sventure. Bisogna saper glorificare le proprie sconfitte invece che portarsele dietro come un album di rancori. La chirurgia deve essere estrattiva, se non lo è non è. Anche il tempo incide (come se indicasse il male, come una freccia su quel che non serve o non va) ma se non toglie forse sta a noi levare quel che non serve o non va prima che si rimargini quel taglio. Alle volte il dolore dell'incisione ottunde e si preferisce vederla chiusa presto più che pulita la ferita.