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Le sedie
Di Carvelli (del 04/05/2006 @ 08:35:57, in diario, linkato 937 volte)

Esiste un tipo di sedia - tipo per uso non per fattura - che sorprende ogni volta la vista. Le versioni più semplici di questa epifania improvvisa sono: il benzinaio e la salita del garage. Insomma, c'è una sedia incatenata ad un cancello di una aurorimessa o a qualsiasi altro appiglio come in quei film polizieschi in cui l'ammanettato viene assicurato alla prima sbarra o al primo scarico di lavandino o tubo di termosifone (avete presente? che poi quello tira e i tubi cominciano a gettare acqua ovunque?). Insomma, c'è una sedia e spesso non c'è niente intorno come questa che vedo stamane su via Palmiro Togliatti. Chi aspetta? A beneficio di chi è stata abbandonata in questa linea vuota persino di sfasciacarrozze (sono prima), chi la calcherà in questa mattina come in un set dello zero assoluto periferico? Se ci fosse stato un benzinaio avremmo pensato che di giorno ci fosse qualcuno ad attendere tra una macchina e l'altra o di notte una prostituta ad aspettare i clienti (ma di solito le prostitute non attendono in piedi a mostrare la mercanzia?) ma il benzinaio non c'è. E se ci fosse una prostituta del viale: una sola, una sola sedia e magari pochi clienti (per cui la sedia)? E se invece non ci fosse uso ma solo abbandono, marginalità? E se fosse stata rotta? (E se non fosse stata una sedia?) Insomma, c'era una sedia e qui mi fermo. Una sedia abbandonata ad una funzionalità casuale, sbadata. Una sedia fuori contesto. E di questo volevo dire.