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		Una poesia di Flavio Santi (letta a Fahrenheit) 
			Di Carvelli  (del 05/09/2006 @ 15:32:47, in diario , linkato 1353 volte)
		 
		Canto di un'area dismessa
 Lavorarono qui, qui penarono
 (V. Sereni)
 
 Vedete io non sono bello
 (o bella dovrei dire?, non conosco il mio sesso)
 ridotto a sterpaglie, ruggine e amianto
 un interminabile muro mi copre e mi rapisce
 dicevo, io non sono bello
 come una chiesa, fiero come un castello
 eppure porto l'impronta della vostra vita
 sono qua da decenni, mi conoscete
 come conoscete vostro padre o vostro figlio,
 presenza ormai scontata,
 eppure sono una forza del passato
 terribile ma inerme
 pronta (ecco che divento donna) a tutto.
 Adesso sembrate temermi, sì, come
 fossi l'ultimo sforzo andato male.
 
 Lo sforzo di quando ero viva
 e loro erano vivi e voi lo eravate e
 tutto aveva un senso,
 il senso. L'unico possibile e immaginabile,
 l'unico passabile in una vita senza centro
 in una vita di cemento,
 di fibre artificiali e inganni industriali
 quando bello di una vita moderna e funzionale
 mi ergevo alla mia condanna,
 e non lo sapevo,
 fiero di una fierezza molto anni Cinquanta -
 gli anni di Bartali Coppi e Mira Lanza -
 e morivo, e non lo sapevo, di
 una morte lenta e viscosa.
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