Immagine
 letto di giulia e gianf... di Carvelli
 
"
L'amore è come l'alcool, più sei impotente e sbronzo e più ti credi forte e scaltro, e sicuro dei tuoi diritti.

Louis-Ferdinand Céline
"
 
\\ Home Page : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 28/02/2014 @ 09:02:15, in diario, linkato 1043 volte)

 

Il libro di Francesco Pecoraro “La vita in tempo di pace” (Ponte alle Grazie) disegna negli anni che contano – quelli adolescenziali e quelli più tardi e sordi – la vita di Ivo Brandani. Lo fa alla Houellebecq, lo fa nella tradizione del romanzo borghese ma rivisitato nell’oggi. I temi su cui si dipana la narrazione sono la nostalgia di un tempo e un momento migliori (c’è un momento migliore? O forse dovremmo dire che poteva esserlo ora che abbiamo la consapevolezza che qualcosa è passato senza che riuscissimo a stringerlo, pur provando a chiudere le dita attorno a quel qualcosa che oggi ci strizza il cuore?). La parte del leone la fa spesso il sesso. Come in queste righe meditabonde e senili: “Io, se si escludono le cinquantenni sole, mi sento fuori target per chiunque. Sono già abbastanza stupefatto di invecchiare, ma non avevo mai riflettuto sul fatto che significa diventare invisibili agli occhi delle donne… Scopi più o meno con chi ti pare tutta la vita, poi, quando cominci a pensare che in fondo non è poi così difficile, ti accorgi che stai uscendo dall’orizzonte biologico della specie: il tuo corpo non è più considerato utile, né dilettevole…”. È incredibile un attimo e ti senti il target di chiunque e un attimo dopo non sei il target più di nessuno. È incredibile (aggiungo io) finalmente hai capito (con dolore, magari, rincaro io) come funziona il gioco e un attimo dopo non ti interessa più il gioco. La pagina più bella o, forse, lucida del libro – che gli suggerisce il titolo – è la numero 226 e la leggo per voi: “Il Tempo di Pace è solo una guerra silenziosa di tutti contro tutti. Niente di apparentemente feroce e comunque non al mio livello: la guerra tra le persone del mio livello non è mai seria, non prevede quasi mai veri annientamenti, anche se nelle aziende c’è gente che per lo stress e le umiliazioni si suicida, oppure finisce fino alla spasimo e poi un bel giorno va in ditta con la pistola e fa una strage… Da quando il capitalismo non ha più niente e nessuno capace di contrastarlo, trovi metal detector ovunque, non servono per prevenire il terrorismo, ma gli omicidi aziendali… La Pace è guerra di tutti contro tutti: poca la violenza fisica, ma la lotta è maligna e crudele, nel doversi fare spazio, nel lottare per avere una parte anche piccola delle risorse disponibili, o un po’ di potere, per quelli a cui interessa… una guerra senza eroi, combattuta a botte di cocaina, di alcol, di anti-depressivi, di ansiolitici, di sigarette strafumate… Pochi gli eroi ufficiali, pochi i monumenti, tutti volutamente anti-retorici, quindi quasi tutti bruttissimi…”.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 27/02/2014 @ 08:39:03, in diario, linkato 719 volte)
Io ogni tanto penso alla giustizia in terra e a quella fuori dalla terra. Ogni tanto penso a quello che succede nell’aria, sopra il tanto male fatto e da fare. Dentro una bolla di cose che vaporizzano dolori subiti e da infliggere. Sospeso sopra ogni cosa, là in alto, accade quello che segna definitivamente una specie di giusto e ingiusto in percentuale, calibri, manometri. E pende. E pesa. E io ci cammino sotto. Con un passo leggero. A volte guardando. A volte no.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 25/02/2014 @ 09:07:10, in diario, linkato 669 volte)
Marina e Paolo. Lui dice che è sempre stato così. A sentire lui le cose non sono state mai diverse da come, ora, le racconta lei. E ora lei le racconta come “un totale disastro”. Quando dice la parola “disastro” fa una piccola pausa. Ogni volta che soffia tra le labbra “disastro” le torna in mente, forse, tutto l’amore che c’è stato. Forse. Forse per questo fa una piccola sosta e, poi, lo sbuffa veloce. Per non ripensarci. Per non pentirsi. Un disastro. La parola “totale” l’ha aggiunta da qualche mese. Più o meno da quando ha conosciuto Igor. Totale è, infatti, più una parola da Igor: la usa per il calcetto, la usa per un dolce venuto male, la usa per un desiderio che non gli lascia tregua. Il disastro con Igor è diventato “totale”. E Marina ha finito per crederci. Anche se, prima di dirlo, ci deve pensare un po’ e rimuovere quelle piccole parentesi felici che ora sembrano un lontano ricordo da soffiare veloce tra due labbra, due uomini, due ricordi. Il totale disastro di loro due ora è, finalmente, un totale disastro per tutti e due. E, finalmente, pensano che potrà capitare in mezzo alle loro vite qualcosa che disastro non è. O, almeno, non totale.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 20/02/2014 @ 08:31:10, in diario, linkato 711 volte)
abbagli – baluginare – carneficina – demoscopico – erpete (ma tutti diciamo herpes) – fanfare – giungere – h come hotel (detto al telefono) – illustrato – labbra – mollica (di pane) – nasale – olimpica (calma) – potenzialità – quibus – rimasugli – spremere – tappetino – urticante – vorticare - zuppetta
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 18/02/2014 @ 09:03:17, in diario, linkato 780 volte)

L'amata

 

Leggendo “L’amata. Lettere di e a Elsa Morante” (Einaudi) mi sono chiesto se sarebbe stato un titolo più appropriato “L’amante”. Il libro trabocca, infatti, di un amore straziante. Agito o patito. Compreso o illuso o tormentato. Il suo e quello degli altri. Quello amoroso e quello sentimentale destinato con non minore impiego di forze agli amici e alle amiche. “So che questa maniera pazza è la sua di volere bene. Vorrei, non so che dirti, fargli sentire delle parole bellissime, una musica tanto potente da riuscire a spiegargli che cosa è la vera bellezza della vita e del mondo” (e lui è Alberto Moravia e l’amore tormentato che li unisce è corrisposto nell’impressione del buio e della gelosia che lui le rimanda nelle lettere in cui cerca di stiepidire il suo dolore e la sua acrimonia). Ma per la Morante non è possibile un amore in sordina, attenuato, "normalizzato". A Enrico scrive: “Perciò puoi capire che i miei sentimenti verso di te non sono di fredda cortesia. Al contrario ti voglio bene al punto che sarei pronta a rinunciare a gran parte della mia felicità (se l’avessi), pur di saperti felice. Invece, per la tua felicità non posso fare proprio niente. Non potrei, nemmeno se lo volessi. Credo di essere la persona meno adatta a fare la tua felicità. Ammesso che questa persona esista”. C’è ovunque una generosità accogliente e rispettosa. Parlando di Fabrizio con terzi che cercano di avallare un lato non colto dice: “Come faccio a crederlo un’altra persona? (…) Perché è vero che lui cerca di proteggere la sua intimità da certi attacchi troppo violenti della vita: come certi animali (per esempio i ricci di mare, ecc.) che sono fatti di una sostanza delicata e vulnerabile. Così è lui: ma questa protezione che lui si fa intorno, (xxxxx) io l’ho sempre guardata non solo con perdono, ma anzi rispettandola con molto affetto”. La tragicità di EM la dice anche Goffredo Parise in una lettera: “ti penso sempre, sotto il peso della tua tragica vitalità intellettuale e della poesia”. Questo vivere nella tragicità bella e intensa delle relazioni emerge anche nel carteggio “amico” con Goffredo Fofi a cui rimanda un invito alla rottura degli schemi precostituiti: “Difatti, le nostre difese sono all’opposto. Tu a me sei caro fuori da ogni schema; però tu, per almeno perdonarmi, forse dovevi farmi rientrare in qualche schema. E allora devo dirti (e del resto tu già lo sai, perché in realtà tu capisci tutto) che io non rientro in nessuno dei tuoi schemi”. Non manca l’ironia (come in molte lettere ad esempio quelle indirizzate a Wilcock: W1 e W2, sono le due personalità che sintetizza EM) e il pensiero bambino. Ma è senza dubbio l’amore a fare la parte del leone e dell’agnello a turno in questo carteggio davvero ben curato e necessario. Spesso per autori vasti di scrittura e ispirazione la discesa nei carteggi ha un valore impensabile. Come se potesse simboleggiare la sintomatologia delle loro opere maggiori.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 12/02/2014 @ 14:55:16, in diario, linkato 685 volte)
Fallisci
ritenta
fallisci
ritenta
fallisci.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 11/02/2014 @ 08:29:15, in diario, linkato 682 volte)
In ogni cosa della vita bisogna sempre chiedersi quale è l'uscita, dov'è la porta. Vale per la preparazione di un piatto. Vale per una conversazione. Vale anche per una storia d'amore: prima di iniziarla bisognerebbe sempre domandarsi "come ne uscirò?" anche se ci si rimarrà dentro per sempre. Vale anche per la letteratura. Io scrivo e mentre scrivo devo vedere la freccia dell'uscita. Un cartello anche lontano deve segnarmi la via di fuga. Anche io che la leggo, la letteratura, voglio pensare (anche poi sbagliando o mostrando a me lo stupore dell'imprevisto) che c'è o ci sarà un punto verso cui tutto va. E sbagliarmi (ovvero scoprire che non era quella la porta verso cui andava la narrazione) non sarà un problema. Il problema sarà essere portato senza scopo verso una conclusione che non chiude né apre su altro. Un libro, un racconto devono avere presente la loro fine. Questa è la garanzia della durata.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 10/02/2014 @ 08:36:23, in diario, linkato 725 volte)
Il Signor Giuseppe. Gli anni di tassì so’ 32. Mi pare d’esse stato più su la vettura che a piedi. Le macchine le ho cambiate ogni duetreanni. C’ho avuto la multipla quella vecchia, la 125, la stilo, la multipla quella nuova, poi so passato alle stranieri. Mo’ la seat e mi trovo bene. Ma questo è un lavoro che fai se c’hai pazienza. C’è chi lo fa per guadambiare e nun basta. Che poi… guadambiare… mica lo fai più per questo. Ora so anni che siamo al 30percento in meno. Questo è un lavoro che lo devi amare, questo è un lavoro che lo devi sopportare. Mica che lo puoi dominare. Questo è un lavoro che lo fai perché hai genio di farlo e niente più.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 06/02/2014 @ 08:59:49, in diario, linkato 1064 volte)

È una tentazione persino debole talvolta pensare a come sarebbero state le cose se fossero andate diversamente, le cose. E lo scrivo così, in modo un po’ sgrammaticato, per rafforzare la più compiuta e impossibile tautologia. Il libro di Francesco Piccolo (“Il desiderio di essere come tutti”, Einaudi) sembra prender le mosse da qui. In mezzo ci balla il destino del Nostro Paese (tra le due B di Berlinguer e Berlusconi), una vicenda sua, dell’autore (nei termini del personaggio-narratore) che ne rappresenta un parallelo andare verso. Il gioco delle età, delle età più legate ai bilanci sembra risiedere in queste domande. Ho fatto bene? Potevo fare altrimenti? “Il desiderio di essere come tutti” è un titolo già marcato dall'antinomia. È possibile avere un desiderio collettivo? Manifestare dei desiderata che conducano all'omologazione? Leggendo questo saggio-romanzo su un segmento di storia nazionale che ha sembrato condurre il Paese alla modernità seminando premesse di sviluppo poi mancate, mi è venuto da pensare a coppie di aggettivi praticate dal libro o suggerite: cauto/incauto, giusto/sbagliato. Alcune suggerite dall’autore, nel testo. Poi spicca l'idea della purezza e del suo contrario. Uno stato dell'essere che non ha implicazioni se non morali ed estetiche. “Se non” vuol dire che abbraccia davvero tutto ed è bello che ci sia fatta rientrare la politica. Anche se quella che riguarda il nostro Paese ha così tante degenerazioni, in un senso e nell'altro, da apparire controproducente. Ma c'è stato un meglio, sembra dire l'autore. Non Berlinguer (come scrive) ma quella dirittura che esprimeva (come sottintende). Anche se poi l’autore mette in crisi l’idea un po’ romantica e snob di un tempo antico migliore rispetto al male di oggi. Il romanzo civile di Piccolo approfondisce quel difficile passaggio della linea d'ombra che separa i sogni pensati come realizzabili dalla convenienza data come realizzata. Lo fa sotto la specie della militanza o, meglio, della ambizione di uguaglianza. Non quella che rende uguali ma che regola con uguaglianza la nostra diversa unicità. Alla fine conclude: "Ho capito che piegarsi era infinitamente più virtuoso e utile che non piegarsi" e poi offre un elogio della vita impura contro quella pura. La pura, ad esempio, fa inseguire la perfezione in un rapporto di coppia con il rischio sempre vivo della delusione e del dolore legato alla scoperta del corrotto, dell’imperfetto naturale e alla disillusione conseguente. Essere impuri ed essere superficiali è la risposta a questa fiaccante caccia all’ideale. Spesso ciò che detestiamo, in fondo, ha somiglianze con ciò che si oppone a quello che non detestiamo. Non si tratta di un pensiero debole però (debole sarebbe stato, piuttosto, pensare a come sarebbe andato tutto se tutto fosse stato diverso). Ma di un pensiero forte o, meglio, di forte realismo prospettico. Quello che manca a chi cerca di cambiare se stesso e il mondo che lo circonda.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 05/02/2014 @ 08:33:46, in diario, linkato 663 volte)
Hai visto troppo.
Sai troppo.
Dimentichi quello che sai.
Non ricordi quello che hai visto.
Poi pensi che tutto è come sempre è stato.
Parli una lingua che nessuno capisce.
Capisci la lingua che nessuno parla.
Di tutte le fortune che hai avuto
sai raccontare solo
una palla sgonfia
un pesce rosso
una cotoletta con spicchio di limone
una camera d'albergo
la parola "luce"
detta quando tutto è ancora oscuro. 
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2
Ci sono 1709 persone collegate

< ottobre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
 
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
     
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie più cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








11/10/2024 @ 22:38:04
script eseguito in 230 ms