| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
   
      "Il grido della gru fece risuonare di nuovo in me il tremendo annuncio che questa vita è unica per ciascun uomo, che non ne esiste un'altra e che tutto quanto puoi godere lo godrai qui, perché fugge via presto e non ti sarà concessa, per l'eternità, un'altra occasione. Uno spirito che intenda questo annuncio impietoso - e così pieno di pietà - prende la decisione di vincere le sue dbolezze e meschinità, di vincere la pigrizia e le grandi vane speranze, e di aggrapparsi intero a ogni secondo che fugge per sempre".
         
		
		
			Di Carvelli  (del 29/09/2011 @ 08:55:55, in diario , linkato 1287 volte)
		 
      
 "Perché anche la tua signoria è come me, ma non lo sa; anche tu hai un diavolo dentro di te, ma non sai ancora come si chiama. E poiché non sai come si chiama, ti senti soffocare; battezzalo, padrone, e ti sentirai meglio". Così Zorba al suo "padrone". Sto leggendo Zorba il greco di Nikos Kazantzakis (nella meritoria prima traduzione dal greco di Nicola Crocetti che ne è anche editore). Non so se avete l'idea della grandezza di questo autore che ora Crocetti si appresta a consegnarci in traduzione pescando nel bacino immenso della sua grandiosità multilingue e multioperosa. Una statura intellettuale e morale di larghezza insospettabile qui da noi che lo conosciamo anche per mezzo del film, bello (il regista Cacoyannis è morto purtroppo questa estate). Io aspetto con brama Ascetica. Fatevela. http://it.wikipedia.org/wiki/Nikos_Kazantzakis     
      il tempo. il denaro. e, quel che è peggio, la vita. sprecare, senza poter riciclare, è grave almeno come uccidere. è presuntuoso, ne convengo, ma se stava a me lasciare dei comandamenti ce lo mettevo sicuro. non sprecare.
         
      Ieri ho finalmente consegnato le mie due schede con la raccolta punti di un supermercato. Ieri ho scoperto che il ritiro terminava sabato. Ho ripreso le mie due shede e...
         
		
		
			Di Carvelli  (del 27/09/2011 @ 08:35:55, in diario , linkato 1012 volte)
		 
      Uppercut n. 38 giù sotto nella stazione duomo verso la linea 3un ragazzino suona una cantata di bach
 con un piano-flauto giocattolo da due lire.
 e allora so che il mondo sta in piedi grazie a lui
 a quest'esile melodia che ora sento alle spalle
 a quelli che sentendola qualcosa allo sguardo
 gli sale ben su
 mica di certo per gli applausi
 dopo un'opera diretta da muti agli arcimboldi
 o cos'altro
 POSTILLA EDITORIALE: Sharpf è bravo in questi Uppercuts 1 e 2 (meglio l'1). Fulmineo, graffiante o lapidario. Mette a tasselli delle immagini interiori, esteriori, ricordi, con grazia e facilità. Ironia e sentimento. Il titolo (non Uppercuts, d'accordo, per distinguersi dal primo, ok) però non rende. Perché La durata del viaggio dell'oliva dal martini cocktail spezza un verso male. L'editore - uno degli indiscutibilmente più meritori del talentaggio italiano, la Pequod - pecca però nella lettura delle bozze lasciando troppi refusi per troppe poche pagine. Troppe soprattutto in relazione alla poesia che, si sà, è fatta di poche lettere e molto bianco. In quel poco errare è davvero diabolico. Almeno quanto il perseverare.   |