| 
		Estate di San Martino 
 Le colline e le rive del Po sono un giallo bruciato
 e noi siamo saliti quassù a maturarci nel sole.
 Mi racconta costei - come fosse un amico -
 Da domani abbandono Torino- e non torno mai più.
 Sono stanca di vivere tutta la vita in Prigione.
 Si respira un sentore di terra e, di là dalle piante,
 a Torino, a quest'ora, lavorano tutti in prigione.
 Torno a casa dei miei dove almeno potrò stare sola
 senza piangere e senza pensare alla gente che vive.
 Là mi caccio un grembiale e mi sfogo in cattive risposte
 ai parenti e per tutto l'inverno non esco mai più.
 Nei paesi novembre è un bel mese dell'anno:
 c'è le foglie colore di terra e le nebbie al mattino,
 poi c'è il sole che rompe le nebbie. Lo dico tra me
 e respiro l'odore di freddo che ha il sole al mattino.
 Me ne vado perché è troppo bella Torino a quest'ora:
 a me piace girarci e vedere la gente
 e mi tocca star chiusa finché è tutto buio
 e la sera soffrire da sola. Mi vuole vicino
 come fossi un amico: quest'oggi ha saltato l'ufficio
 per trovare un amico. Ma posso star sola così?
 Giorno e notte - l'ufficio - le scale - la stanza da letto -
 se alla sera esco a fare due passi non so dove andare
 e ritorno cattiva e al mattino non voglio più alzarmi.
 Tanto bella sarebbe Torino - poterla godere -
 solamente poter respirare. Le piazze e le strade
 han lo stesso profumo di tiepido sole
 che c'è qui tra le piante. Ritorni al paese.
 Ma Torino è il piú bello di tutti i paesi.
 Se trovassi un amico quest'oggi, starei sempre qui.
 |