| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
      Più di una volta ne ho scritto qui e altrove. L'importanza di avere un editor. Una persona - ma qualche volta è un'anima, davvero - specializzata nell'ascolto letterario. Magari una persona che ti legge nel durante e non solo nel dopo. Che ti conosce più di un marito o una moglie. dal punto di vista della scrittura o dell'anima che la forgia. sa delle tue letture. sa per le tue letture.Alle volte c'è addirittura un'anticipazione. Qualcosa che se non sei abituato a frequentare il mistero delle coincidenze ti può anche stupire o addirittura farti cadere nel baratro di una sorpresa che non hai mezzi per spiegare. Come in questa poesia che mi manda, che legge per me. Il me che la conosce in anticipo e la cita senza saperla. Con la vita. Con le parole. Di una scrittura della vita presente. Avete presente?
 
 DoloreMi sono svegliato presto, stamattina, e dal letto
 ho guardato lontano nello Stretto e ho visto
 una barchetta traversare le acque agitate
 con  una sola luce accesa. Mi sono ricordato
 di un  mio amico che era solito chiamare
 a gran voce la moglie morta dalla cima dei colli
 attorno a Perugia. Che ha continuato  a mettere un  piatto
 in tavola anche per lei per molto tempo dopo che
 non c'era più. E apriva le finestre
 per farle godere l'aria fresca. Queste manifestazioni
 le trovavo imbarazzanti. al pari degli altri suoi
 amici. Non riuscivo a capirle.
 Fino a stamattina.
 La poesia è tratta da Orientarsi con le stelle di Raymond Carver (minimum fax, per ora)       
      La funzione che vorrei disattivare ora è PENSARE e alcune sue derivate. Ovvero:
 PENSARE IN GRANDE
 PENSARE CHE CE LA POSSO E/O NON POSSO FARE
 PENSARE CHE HO SBAGLIATO
 PENSARE CHE SE AVESSI FATTO QUELLO...
 PENSARE COME FARE
 PENSARE AL PENSARE COME FARE
 PENSARE AL DOPO E AL PRIMA
 PENSARE AL DURANTE.
 E altre derivate ancora che, per brevità, qui ometto.     
		
		
			Di Carvelli  (del 10/07/2008 @ 09:09:35, in diario , linkato 1191 volte)
		 
      

 Chi é colui che amo? Non lo saprete mai. Mi scruterete gli occhi per scoprirlo e non vedrete
 mai il fulgore dell’estasi. Io lo imprigionerò
 perché mai sappiate immaginare chi ho dentro il
 mio cuore, e lì lo cullerò, silenziosamente, ora
 dopo ora, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
 Vi darò i miei canti, ma non il suo nome. Lui
 vive in me come un morto nella sua tomba, tutto mio, lontano dalla curiosità, dall’indifferenza,
 dalla malvagità.
   Una poesia della Storni tratta da questo sito www.carlosluistorres.net/archivos/versitaliano/stornital.pdfdove trovate altro. E poi c'è il solito http://it.wikipedia.org/wiki/Alfonsina_Storni     
      Il mio tormentoso dopo cena. Tormentoso? Di quale tormento parli? Il mio dopo cena, allora. Va bene?
       
      C'era un vento impetuoso per quanto possa essere  impetuoso un vento d'estate a Roma, in un piano terra. Un vento che mischiava le chiome degli alberi. Dal limone, al pino, al nespolo fino lontano all'abete e all'eucalipto, laggiù. Mi sono detto che non è importante quello che succede. Ma quello che non succede. Almeno nella nostra percezione. Mi sono detto che da questo malinteso dipende tanta infelicità. Ma come fare a contrastare questo errore di metodo? Non c'è una risposta univoca e soprattutto non c'è una risposta convincente. Se accettassimo di non essere convinti dalle risposte - spesso le risposte non convincono - tutto andrebbe meglio. Soluzioni comode o scomode. Soluzioni. A portata di mano. Belle o brutte ma quelle. Cose che ci sono - che sono così - inequivocabilmente quelle. Mi sono detto questo e sono andato a letto.
       
      Lo amo ma lui dice che siamo amici: mi rendo conto che è un problema e vorrei poter dire anche io la mia su questo. Come "lo amo" e come "lui". Invece mi limiterò a consigliare a chi avesse bisogno di una soluzione a questo annoso e spinoso problema della "compatibilità" e della "reversibilità" e della "reciprocità"...beh a consigliare...a dire...Niente da fare. Ce l'avevo sulla punta della lingua ma ora mi è passata. Io non ti amo tu non mi ami. Semplice no? La risposta è nel "battimuro". Chi l'avrebbe detto!
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