Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Scrivo dentro un cerchio delle parole che penso mi serviranno o da cui mi vorrei separare. Le metto con onestà in questo tondo e ora che le vedo e le conosco penso che potrò spostarle come si monta un puzzle, come si risistema un oggetto rotto. Le parole sono:
PAURA DOLORE CERTEZZA DUBBIO CREDERE PROVARE GIOIA ORA NO SOSTENERE FARSI SOSTENERE FARE DA SOLO ESSERE SOLO VINCERE
Di Carvelli (del 09/05/2011 @ 16:06:47, in diario, linkato 1079 volte)
Questo articolo di benedetta Tobagi "Se tutti dicono I love you" l'ho letto sabato mentre aspettavo di andare a pranzo da un amico. Mentre stavo ai tavolini del bar due diciottenni si baciavano con un minutaggio da record e spero che non lo dimentichino. E che dimentichino invece il tipo che li stigmatizzava "passano i ragazzini e guarda questi". Io tra me speravo che passassero ragazzini. C'è sempre da imparare il bello dell'amore. A Benedetta Tobagi riconosco la serietà antica di scrivere per tanti livelli di lettura. Non essere banale pur cercando di parlare a molti. Qualità più che rare, antiche (e per me non fuorimoda). Buona lettura.
Paradossale: il numero dei divorzi cresce, le tensioni della vita moderna rendono sempre più difficile la vita a due, la "deregulation" nei costumi ses_uali è ormai un fatto acquisito, eppure, dall' abbazia di Westminster al tappeto rosso di Cannes ove sfileranno le star protagoniste dell' atteso The beloved ("gli amati"), le quotazioni del romanticismo reggono, anzi, sembrano in rialzo. Rivisitando in salsa rosa le storie di vampiri, la saga Twilight ha conquistato un successo planetario, mentre un recente studio statunitense rivela che donne cercano una dimensione romantica persino nel por_o_ online: il sito erot1co più popolare tra il pubblico è specializzato - udite udite - in una versione os_é di romanzi alla Jane Austen. Ma non è solo marketing, né si limita al pubblico femminile: scorrendo le migliaia di elenchi con le dieci ragioni per cui vale la pena vivere inviati a Roberto Saviano da uomini e donne di ogni età, la centralità dell' amore balzava agli occhi. In un mondo scosso da guerre e incidenti nucleari, tre miliardi di persone che restano imbambolate a guardare una coppia di ragazzi ricchi belli e privilegiati, eredi al trono di una ex potenza decaduta, che si scambiano voti di eterno amore in diretta mondiale, sembrano provare che l' amore romantico resta la droga più potente sintetizzata dall' umanità. Ed è pure legale. Alle cinque "S" da prima pagina - Sangue, Soldi, Sport, Ses_o, Spettacoli - bisogna dunque aggiungere Sentimento? Il fantasma dell' amore romantico, buttato dalla finestra con tutti i suoi accessori (dichiarazioni d' amore, impegno per il futuro, ses_o con sentimento, senso di essere stati uniti dal destino e non dal caso...), rientra trionfalmente dalla porta.È per sfuggire alla dura realtà che la favola delle nozze reali ha sedotto il mondo intero? L'antropologia ci insegna che un rito produce i suoi effetti proprio con pratiche che "si impadroniscono" del pensiero, rendendoci più propensi a credere che ad analizzare criticamente le cose, alimentando così le grandi illusioni di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. Il romanticismo è una di queste? È una forma di diniego della realtà? Woody Allen, massimo interprete delle nevrosi affettive della modernità, non ha dubbi. Nel suo recente Incontrerai l' uomo dei tuoi sogni trova l'amore solo una credulona di mezz' età che si affida a una falsa veggente. Pur nel cinismo, il film mette a fuoco il contrasto tra la visione egoistica e strumentale di chi rincorre una nuova relazione per sentirsi giovane, per soldi, per sfuggire le responsabilità della vita, e la vecchia Helena, ancora disponibile, seppur goffamente, ad aprirsi all' "atto di fede" che richiede ogni nuova relazione. L' amore romantico, col suo groviglio di idealizzazioni, aggressività e sen_sualità, ci espone sempre a un rischio terribile. Vulnerabili, dobbiamo imbarcarci in un difficile compromesso tra il desiderio che abbiamo della persona amata e la paura di essere rifiutati, traditi, abbandonati - specialmente se ci hanno già ferito. Questo eterno dilemma oggi è amplificato: rischiare è ancora più difficile quando intorno rimane ben poco di stabile a cui aggrapparsi. Ormai disponiamo di una vasta letteratura e filmografia sull'impatto devastante della precarizzazione delle condizioni materiali d' esistenza sulla vita affettiva. Secondo Zygmunt Bauman, primo interprete di questa crisi, la logorrea mediatica intorno all'amore è solo un'altra faccia del consumismo che tende a ridurre i sentimenti alla dimensione del soddisfacimento istantaneo, senza alcun reale investimento affettivo. Proprio questo scenario desolato, però, alimenta per reazione la fame di storie d'amore vecchio stampo: è quanto suggeriscono dalla capitale mondiale del romanticismo, Parigi, le riflessioni dei pensatori che la rivista Philosophie ha messo all' opera sul tema. Il cattolico Jean-Luc Marion ricorda che l' amore è la porta sempre accessibile a tutti verso la trascendenza, un' esperienza di pienezza e unicità capace di dare senso alla vita: amando creiamo l' "immagine immortale" di cui parla nel Cielo sopra Berlino l' angelo che si incarna per amore di una trapezista. Slavoj Zizek e lo stesso Bauman riconoscono nell' amore l' ultima utopia rimasta (parzialmente) in piedi, «il grande rimedio alla dissoluzione dei legami sociali», spazio possibile per una vita autentica, proiettata nel futuro. Alain Badiou vede nel dire "ti amo" addirittura una forma di resistenza al capitalismo. Il mondo va a rotoli, e spaventati ci rivolgiamo all' ultimo serbatoio di speranza: "e vissero felici e contenti". La favola del matrimonio reale ha tanto successo perché è un rito che incorpora il passato nel presente, offrendo un rassicurante senso di continuità. Ma c'è qualcosa in più. Molte delle nuove narrazioni romantiche contengono forti iniezioni di realtà, quasi fossero strutturate per reggerne l' urto. Il film-manifesto di questa tendenza è la commedia American Life. La giovane coppia in cerca del luogo per crescere un figlio rappresenta l'amore forte e quieto che sfida l'incertezza, offre un baricentro nei marosi dell' esistenza e ripara i traumi del passato: un "neoromanticismo" agli antipodi da follie e deliquio dello Sturm und Drang. A pensarci bene, anche le nozze di Will e Kate obbediscono a questo schema: sono la versione aggiornata, riveduta e corretta del matrimonio fallimentare di Carlo e Diana, sceneggiate per confortare spettatori segnati da massicce iniezioni di cinismo e delusione. Nessuna Camilla nell'armadio, già superata la prova di un lungo fidanzamento, rotture incluse, e William che sussurra «ti amo, sei bellissima»- le «trite parole che non uno osava», per dirla col nostro Saba, ancora capaci di toccare il cuore di qualunque donna - integra felicemente nell' apparato dinastico la spontaneità dei sentimenti di Diana (vera o falsa che fosse), in passato tanto osteggiata dai gelidi Windsor. Compensatorio e rassicurante. Per irretire i pessimisti irriducibili del tempo presente c'è bisogno di amori da sogno che sappiano inglobare anche il dolore. Persino a Hollywood: il divo ammalato di ses_so Michael Douglas e la bomba se_xy del musical Chicago Catherine Zeta-Jones oggi permettono al mondo di specchiarsi con simpatia in un matrimonio che lotta per resistere al cancro di lui e alla conseguente depressione di lei. In questo "neoromanticismo" temprato dalla realtà sembra essersi offuscata la carica rivoluzionaria e dirompente della passione, che, da Romeo e Giulietta a Casablanca a Le conseguenze dell' amore, si scontra con mille ostacoli, scuote convinzioni e convenzioni, infonde agli innamorati un coraggio inaudito. In questo senso, lo scenario più inquietante lo offre la distopia di Non lasciarmi:i giovani protagonisti del film, allevati per fornire organi da trapianto, seppur consapevoli della loro esistenza a termine si amano appassionatamente, come Lara e il dottor Zivago nella villa di Varykino tra lupi e ghiacci, prima di essere separati dagli urti della Storia. Ma nemmeno l' amore riesce ad accendere nei cloni di Ishiguro un moto di ribellione che li scuota dalla rassegnata accettazione del destino. In un mondo sempre più angosciato dal futuro, riuscirà l' amore romantico a riscoprire il suo animo ribelle? Il suo destino, come quello di ogni storia d' amore, è una partita aperta.
In concomitanza con l’uscita di due miei nuovi libri sarò al Salone Internazionale del Libro di Torino a firmarne le copie allo stand (T51-T55) della casa editrice Ecra (www.ecra.it).
Il primo (L’Italia s’è desta. Racconti e prose sull’Unità e sul Risorgimento, con Marco Carminati, saggio introduttivo di Pietro Cafaro) è un’antologia a due voci di prose e racconti sul Risorgimento. I miei racconti sono:
- Ho sognato il bisnonno - Di un Risorgimento personale: mio zio Antonino, il garibaldino - Modesta proposta per l’istituzione di una giornata dedicata alle donne vittime di guerra - Perché non possiamo non dirci (almeno in parte) bianciardiani - Vita di Timoteo Riboli, frenologia e morte dell’Eroe a Caprera - Gaeta, un viaggetto - Soldati vs Animali. Ekfrasis su Giovanni Fattori - Lettera d’amore fra due battaglie
Il secondo (Assaggi e Paesaggi. Viaggio insolito alla scoperta di sapori e territori d'Italia, con prefazione di Carlo Petrini) è la raccolta rivisitata e organizzata per regioni di quattro anni di una mia rubrica sui piccoli prodotti enogastronomici delle nostre province.
Per i colleghi giornalisti interessati a recensirlo potranno richiederne copia o pdf a Federico Temperini (FTemperini@ecra.bcc.it) della casa editrice.
Appuntamenti al Salone Internazionale del Libro di Torino
Sabato 14 maggio
L’Italia s’è desta. Racconti e prose sull’Unità e sul Risorgimento
di Marco Carminati e Roberto Carvelli, saggio introduttivo di Pietro Cafaro
Stand ore 15,00 con piccola esposizione di cimeli del Risorgimento.
Domenica 15 maggio
Assaggi e Paesaggi. Viaggio insolito alla scoperta di sapori e territori d'Italia
di Roberto Carvelli, prefazione di Carlo Petrini
Stand ore 12,00 con degustazione di prodotti tipici.
Due ragazze che conosco - molto più giovani di me...tipo 23 anni? - si raccontavano domenica come avevano lasciato il fidanzato. Una ha detto "io l'ho lasciato co' vasco" L'altra "io co' vanessa da mata". E anch'io vi lascio così. A lunedì.
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Su suggerimento vostro. E in aggiunta. Il poeta sembra dire: Hai amato per quel che ti serviva. Il tuo era un amore a senso unico tutto tuo. Che bastava a te. Che era in te. Sì va bene ma ora fammi amare a me. Riposati un attimo. Quello che la poesia non dice (e di cui parlai qua dentro in merito della recensione del film La versione di Barney) e che mi arriva da vostro suggerimento è che spesso l'amore bramoso di cui qui si dice è dentro la sola persona che ama e come tale è soggetto a conseumarsi indipendentemente dalla persona amata. Così arriva così va. Questo è il brutto dell'amore che brama. Consuma.
Spiegare una poesia è come spiegare una barzelletta. Se non hai riso la prima volta non è che ridi quando te la mettono lì davanti passo passo, punto per punto. Certo c'è da dire che una barzelletta una volta che te la sei giocata te la sei bruciata (e questo potrebbe essere una nota politica) la poesia ce l'ha un buona la seconda. E una terza ecc. E poi c'è da dire che a me piace una cosa a un altro no e via computando. Premessa ammessa dico la mia su questi versi del grande cantautore. E poeta. Data la premessa dei versi: Io ti dissi che sarei stato il tuo amante./A queste parole ridesti mi piace più giù quando dice: Finché mi informasti che: Non sono io quello che ama - E' l'amore che mi afferra. Quando giunge l'odio col suo plico, Tu vieti la consegna. E mi piace. Che quando l'amore afferra (quando ci riduce in sua potestà) si porta dietro anche l'odio. Ma tutta questa roba non so se ce la vedo solo io. La poesia continua così: E quando la brama del tuo contatto Nasce dalla brama, allora tu Sussurri: "Hai amato abbastanza, Ora lasciami essere Quella Che Ama". E qui mi piace proprio assai. Forse perché mi pare di aver capito quello che si dice prima. Forse perché mi sembra di stare sulla strada giusta. Che forse arrivo alla fine che ho capito qualcosina. Ed ecco che cosa ho capito. Che l'amore da brama non è quel che ama. La rima me la sono inventata all'occorrenza. Ma di più mi piace che Lei dica a Lui che il suo amore (quello ardentemente dichiarato) è già finito. E' già abbastanza. E quindi è troppo e finito. Ora sta a lei amare. Finalmente. In questo ping pong ci sono molti mancati incontri. Mi viene da dire per questa stessa strada: Uomo che brama Donna che ama. In realtà dovrei dire. Due diversi modi di amare. Ma mi rendo conto che ora non fa più ridere.
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