Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Le cose semplici mi sembrano davvero troppo difficili. Sì a me sembrano davvero difficili le cose che a tutti vanno liscie. A me riescono meglio le cose difficili. Ma anche questo è sbagliato a dirsi. Forse basterebbe che vi dicessi che a me le cose semplici non piacciono. Ma anche questo è mica vero. A me piacciono forse le cose che non so fare. Ma è davvero vero? Non lo so, alla fine. Il fatto è solo che a me non piacciono le cose. Come se ci vedessi attorno una cornicetta. Ecco: questa è uan cosa. E mi metto subito di cattivo umore. Il problema è la cornice. Toglietemi la cornice e tutto mi apparirà bello. Facile o difficile che sia. Solo che pochi sono disposti a togliere le cornici alle cose. Per uno che le leva che ne saranno almeno dieci che ce la rimettono.
Vi succede mai che delle parole a un certo punto si mettono ad inseguirvi, tutte assieme? Esempio? Ieri: salve e salme (come uno scarto da Settimana Enigmistica). Un altro? Arianna. Un nome che mi ha sempre detto poco (poche Arianna nella mia vita). Poi Arianna, collega di Cristina che ha una figlia che si chiama Arianna. Poi una collega di un corso. Tutto in poco tempo. Ho usato il nome (un altro) di una collega per un racconto (e anche questo è un nome inusitato per me) e stamattina alla radio è stata la prima parola che ho sentito. Certe volte le parole vogliono qualcosa da me che non credo di sapergli dare. Mi metto lì e ci penso e non so che farci. Oggi le ho scritte.
UN AVIATORE IRLANDESE PREVEDE LA SUA MORTE
So bene che incontrerò il mio destino Da qualche parte, lassù fra le nuvole; Io non odio coloro che combatto, E non amo coloro che difendo: il mio paese Si chiama Kiltartan Cross, e i miei compaesani Sono i pezzenti di Kiltartan, e nulla può accadere Che possa menomarli, o che li possa Rendere più felici che in passato. Né legge né dovere mi costrinsero alla guerra, Non gli uomini politici, non le folle plaudenti, Un impulso di gioia solitario Mi guidò a questa furia fra le nuvole; Ho valutato ogni cosa, mi sono chiesto tutto, Gli anni avvenire mi parvero spreco di fiato, Uno spreco di fiato gli anni ormai passati, In equilibrio con questa vita, con questa morte. (William Butler Yeats)
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Parla di sé come di un frigorifero o una dispensa. Quello che posso offrirti. Come un vassoio di paste. Come una contrattazione sindacale. Ma forse è giusto così. Quello che puoi o non puoi offrire.
Di Carvelli (del 01/03/2011 @ 14:37:32, in diario, linkato 1074 volte)
Ci sta o ci starebbe che ora vi parlassi di My fair lady per chiudere un'ideale trilogia per gli hepburniani. Ma lo farò solo parzialmente. Per dirvi che è difficile vedere questo musical un po' retro e maschilista (che si chiude con l'invito a farsi portare le pantofole). Doppiato in ciociaro o pugliese. Viene meglio vederlo in orginale. Viene meglio pensare che sia un frutto un po' esotico di un tempo che non c'è più. Viene meglio pensare che il mondo ha fatto grandi passi anche se magari ha perso la grazia che fa credere ai miracoli dal vivo per sostenere il miracolo della morte e della fine. Unica speranza poco colorata di futuro. Chiudo. Anche l'ideale trilogia.
Di Carvelli (del 01/03/2011 @ 11:31:42, in diario, linkato 1015 volte)
Pudore
Se qualcuna delle mie povere parole ti piace e tu me lo dici sia pur solo con gli occhi io mi spalanco in un riso beato ma tremo come una mamma piccola giovane che perfino arrossisce se un passante le dice che il suo bambino è bello.
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