Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'altroieri notte (continuo con al notte) non so cosa è successo ma la mattina avevo le mani sporche. Poteva essere sangue o vernice o ruggine ma intorno niente altro era macchiato e la mattina non si sono levate via le macchie. Solo stamane.
Ieri pomeriggio una mia amica mi ha invitato ad andare a vedere i due bimbi. Stavano nella vasca e si facevano il bagno giocando ai pirati con una barca galleggiante. Poi lui con lo scopino della tazza ha batezzato lei. Come un rito di passaggio. Sapranno che stanno facendo un rito di passaggio?
L'altroieri notte ho dormito con la chiave alla porta (fuori dalla). Ovviamente trattavasi di un errore. Ma ho dormito così. Io vivo al pianoterra, piano unico così ho messo in pericolo solo me. Dopo ho pensato che forse volevo che qualcuno entrasse. Inconsciamente dico. Dopo ho pensato: ma non sarà che qualcuno è entrato? Il primo comportamento viene comunemente definito fatalista. Il secondo: ansioso.
Di Carvelli (del 07/01/2011 @ 09:15:36, in diario, linkato 1354 volte)
Interessante articolo ieri di Alessandro Piperno che ricorda il caso Celan-Goll nel recensire il meridiano di Bonnefoy. Qui sotto un riassunto della querelle da un articolo di Ranieri Polese:
È nel 1960 che esplode l' «affaire Goll». Claire è la vedova del poeta alsaziano Yvan Goll che aveva chiesto a Celan, appena arrivato a Parigi (1949), di tradurre in tedesco le sue poesie. Ma Goll muore nel 1950, e tre anni dopo la vedova accusa di plagio Celan. Poi, nel 60, Claire Goll pubblica un articolo velenoso su una rivista tedesca (dice, fra l' altro, che anche la morte dei genitori nei campi di sterminio sarebbe un falso) che la stampa della Germania Federale riprende con grande clamore. Dalla parte di Celan si schierano la Bachmann, Enzensberger, Bonnefoy, Jens.
E' un adagio noto a molti (e anche una citazione) che lo scrittore è chi sa copiare msenza farsi accorgere. ma quando se ne accorgono? Bonnefoy e con lui piperno rivendicano l'autorialità del prestito. Una parola nella penna di un altro diventa dell'altro, semplificando. Il caso altrettanto interessante è come una tale accusa deflagri nella mente già indebolita del poeta tedesco. d è questo il filo che vorrei tirare. Quale cosa può destabilizzare un universo più o meno in complicazione.
Un passo indietro a ieri e a Renard. Un passo indietro a ieri e a laRepubblica. Scrivere perché. Rispondono vari scrittori (il pezzo prende le mosse da un'inchiesta di El Paìs che il giornale italiano rimpingua). Alla fine mi colpisce Englander "per fare un po' d'ordine nel caos". Sincero e "in tinta" Eco ("perché mi piace"). Problematicamente romantica ma vitalistica la Nothomb ("è la stessa cosa che innamorarsi"). Il resto mi passa inosservato.
Vedi, dice, tu sei quello che non va e che non viene. Quello di cui sai sempre l'indirizzo. Potrebbe essere noioso ma tu non sei noioso. Così ogni tanto so dove bussare e perché.
Qualche tempo fa usciva La melancolia del corpo (titolo originale The Melancholy of Anatomy) di Shelley Jackson (minimum fax). Un testo quasi iniziatico che viaggiava attorno al corpo. L'organizzazione dei capitoli, il sistema di riferimento era quello, seppur in forme complesse (un capitolo dedicato al cancro, uno al dildo raccontato in forma storica e personificata, catarro e spermatozoi) e forse alle volte contrarianti. Latte è un altro dei capitoli e sembra una grande metafora. Di cosa? "C'è ampio spazio per le variazioni, nell'atto amoroso. Certo, è proprio questa ampiezza che terrorizza i principianti" leggo, a un certo punto. Finora si è parlato di cielo, di nuvole. Di amore per il cielo e per le nuvole. Come se si consigliasse una tecnica per amare il cielo e per esserne ricambiati. Dopo, leggo: "In breve, non c'è fine alle tecniche che procurano piacere al cielo, se adoperate con sentimento; perciò partiamo dalle basi, e lasciamo il resto al gusto individuale". Lascio al vostro gusto individuale l'amore per il cielo nero di oggi (il mio almeno).
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