Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
">.Un libro sui pinguini, una sciarpa albicocca, un ombrello turchese, il campanello che suona. La casa accoglie, prende per ridare, conserva per perdere. Il campanello che suona per un favore che dura dieci minuti, una breve pausa per una giovane mamma che ha lasciato il neonato dalla nonna. E riparte. Senza aver lasciato altro che un indirizzo di Londra. Poi è di nuovo silenzio e film. Poi è notte ma una notte all'inizio. Una notte lunga che inizia alle dieci e finisce solo stamattina. L'incanto di tante ore di sonno, un brutto ricordo, il freddo. Tutto insieme. Teneramente.
Lo so che ci sono cose che non ho spiegato bene. Mi rendo conto che ho fatto alcuni errori. E' vero che alle volte mi sarei dovuto spiegare meglio. Ed è, d'altronde, sicuro che spesso avrei dovuto tacere. Che non era il caso di dire. Che avrei dovuto aspettare. Ma, vi prego di credermi, per quante volte ho sbagliato a parlare, almeno altrettante ho fatto male a tacere. Che ne deduco? Nulla di significativo. Solo che quasi sempre si sbaglia. Mi rinfranca il fatto che alla fine se saremo giudicati il giudice non saremo noi.
CALASCIUTO MENTUARE SUBIFFI MULLICARE AGRALUGO
senza che abbiano un significato
Sabato, causa trigliceridi alti ho fatto la spesa ripetendo come un mantra la seguente affermazione. Mi sentivo un po' come bart nella sigla iniziale dei simpson. Ho fatto anche un po' di fatica, sia detto per onestà ma alla fine il carrello non portava neppure la minima traccia di lattosio.
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
Di Carvelli (del 25/10/2010 @ 09:30:52, in diario, linkato 2888 volte)
Ieri sul Corsera ho trovato questa poesia di Mariangela Gualtieri che vi posto.
Sii dolce con me. Sii gentile. E’ breve il tempo che resta. Poi saremo scie luminosissime. E quanta nostalgia avremo dell’umano. Come ora ne abbiamo dell’infinità. Ma non avremo le mani. Non potremo fare carezze con le mani. E nemmeno guance da sfiorare leggere.
Da Bestia di gioia (Einaudi)
Cosa ci faccio con me oggi? Come incrocerò le braccia e dove poserò le mani? Fin dove posso farmi camminare? Inizio la giornata con un sacco di cose che non so. E una che so. Solo una: che non voglio ingombrare. Penso che mi metterò là, in un angolo un po’ stretto, magari buio e cercherò di stare buono. Cercherò di non farmi vedere né sentire. E so che starò lì tutto il tempo che serve. Dopo, sono sicuro, qualcuno verrà a prendermi. Mi darà un piccolo colpo sulla spalla e mi prenderà per mano. La mia sarà una mano piccola, l’altra sarà più grande e non so quante volte ci starà la mia e se quella non la stringe potrebbe rischiare di perdersela la mia. Dove voglio andare diventerà dove vogliamo andare. Ma già so che non farò domande e mi lascerò portare. Penso che, a un certo punto, non riconoscerò la strada. Un punto in cui mi confonderò. Un punto in cui mi fiderò. Del resto non so nulla.
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