Immagine
 Il letto di Reykjavìk (altro)... di Carvelli
 
"
Ne avevo viste troppe io di cose non chiare per essere contento. Ne sapevo troppo e non ne sapevo abbastanza.

Louis-Ferdinand Céline
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 07/04/2010 @ 15:59:00, in diario, linkato 687 volte)

Tre giorni tre barbecue tre case. Carne come se piovesse (o nonostante piovesse).

Ha detto "sono di Fermo provincia di Ascoli Piceno e sono fiero di non essere romano". La signora dice "ma chi te c'ha chiamato, ma chi te ce vole a Roma. Stavamo mejo quanno eravamo tutti romani".

Tanta è l'abitudine che se mi chiamano per nome e non per cognome penso che ce l'hanno con qualcun'altro.

Ogni giorno la fisioterapista mi chiede a che punto sono. Le spiego che non è l'unico libro che leggo (1984) perché in effetti mi vede da giorni e sto più o meno allo stesso punto. Il punto di oggi è questo: "In linea di principio, lo sforzo bellico è pianificato in modo da divorare ogni bene eccedente i bisogni fondamentali della popolazione. In effetti, i bisogni della popolazione sono costantemente sottovalutati, con la conseguenza che vi è una carenza cronica di una buona metà dei beni necessari, ma a ciò si guarda come a un vantaggio".

 

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 07/04/2010 @ 11:20:53, in diario, linkato 683 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 06/04/2010 @ 16:48:01, in diario, linkato 696 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 06/04/2010 @ 16:00:27, in diario, linkato 733 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 06/04/2010 @ 14:22:30, in diario, linkato 644 volte)

Come in un gioco infantile
che non porta ad altro
che a una grammatica
che non parlerai
metti vicino il tuo al mio nome.
Non serve a niente
- devo dirtelo -
sacrificare lettere
sull'altare ollare
della paura.
Meglio sarebbe un gesto
- posso dirtelo? -
di quelli
che nascondono arcobaleni.
Costa di più
- puoi dirmelo -
ma dura di più
(va da sé).

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 02/04/2010 @ 12:26:23, in diario, linkato 945 volte)

Io mi ricordo Roberta in una cena nella sua casa del Centro, vicino Piazza dell'Orologio, casa con un grande terrazzo che doveva lasciare. Una casa che mi ricordo due volte. Due cene. Casa che forse sdoppio. Poi mi ricordo Roberta al telefono  con la sua voce cavernosa da fumatrice incallita che mi chiedeva con discrezione un dato che le mancava "Scusa se te lo chiedo ma tu sei omosessuale?". E le sembrava strano che non lo fossi. Che fossi "così" senza esserlo. Ma mi conosceva poco. Dopo ci sentimmo diverse volte per il mio libro sulla pornografia. Lo recensì, mi intervistò, lo usò e mise in bibliografia nel suo rapporto Eurispes sulla pornografia. Rapporto che durò per sua meticolosità più del preventivato. Poi fui io ad intervistarla. Poi un giorno la incontrai per strada su via di Torre Argentina e tagliò corto "vado di fretta". Pur gentile così disse e s'incamminò lentissima. Purtroppo è questa l'ultima immagine che ho. E questo penso spesso della morte: una strada che ci chiama di fretta e verso cui andiamo, se possiamo, lentissimi.

da laRepubblica di oggi. www.repubblica.it/persone/2010/04/02/news/tatafiore-diario-3083355/

Roberta Tatafiore, il mio addio al mondo
Il diario scritto prima del suicidio. Pubblicato il Memoir della femminista. Un lucido racconto che spiega la scelta di togliersi la vita. Prese un cocktail di farmaci e fu trovata morta l'8 aprile 2009DI SIMONETTA FIORI

Roberta Tatafiore, il mio addio al mondo  Il diario scritto prima del suicidio
«NON HO PIU' VOGLIA di reggere ai loro assalti. Preferisco comporre la mia morte». C'è qualcosa che inquieta e affascina nel commiato di Roberta Tatafiore, un lucido e appassionato diario che accompagna la scelta del suicidio. Ed è la normalità del suo gesto, non più pulsione estrema ma atto meditato, non scatto dissennato e violento ma scelta necessaria, una possibilità di vita che non ammette lacrime né intonazioni funebri, e nella sua naturalezza assai più conturbante della lacerazione prodotta dalla follia. Un corpo a corpo con la morte condotto per tre mesi attraverso una scrittura sorvegliata e nitida, quasi a voler difendere in tutti i modi - anche esteticamente - la dignità del congedo, spogliato di quel carico di risentimento che ogni suicidio porta con sé.
Protagonista del primo femminismo e saggista curiosa dei territori marginali - specie il mercato del sesso e la prostituzione -, Roberta Tatafiore s'è suicidata l'8 aprile dello scorso anno. Ha salutato la sua casa romana dietro piazza Vittorio, imbucato le lettere per cinque amici, un breve passaggio dal parrucchiere - guai morire in disordine - e prenotato una stanza al "Novecento", un grazioso alberghetto di tre stelle all'Esquilino. La cameriera l'ha trovata agonizzante, sul comodino le Operette Morali di Leopardi e un cocktail micidiale di farmaci.

Roberta aveva "composto" la sua morte con la stessa cura con cui preparava i suoi articoli: le missive "a orologeria", i regali postumi scelti con amore, la casa lasciata integra, senza ombre cupe di morte, confinate in un'anonima stanza di pensione. E poi questo straordinario journal del naufragio, documento unico nel suo genere, centoventi pagine che meticolosamente scandiscono la preparazione del gesto conclusivo, dal primo gennaio al 31 marzo del 2009. Il titolo scelto dagli amici è La parole fine, quasi a rimarcare la centralità della narrazione, tramite ultimo e necessario (Rizzoli, pagg. 150, euro 17, in libreria da mercoledì 7 aprile). «Poco prima di Natale», annota Roberta, «mi rendo conto che la morte è pronta, la scrittura mi trattiene». Le parole sono le uniche depositarie di senso. Ed è solo ad esse che si può affidare «la storia dopo la vita».


Quella che si svolge in Comporre la mia morte - così il titolo originario scelto dalla Tatafiore per il suo manoscritto - è una dolente «familiarizzazione con il suicidio», che comincia dalle donne capaci di «trasfigurare in poesia il gesto ultimo», Sylvia Plath ed Anne Sexton, Marina Cvetaeva ed Amelia Rosselli. La letteratura diviene l'ancoraggio in «quell'ondeggiare tra l'esistere e il dissolversi» che è la preparazione alla morte per propria mano. Di citazioni letterarie è ricco questo diario - da Pierre Bezukhov al principe Bolkonskij, dall'Adriano della Yourcenar al dostoevskiano Kirillov dei Demoni, da Levé a Camus -, suicidi fittizi e suicidi reali si rincorrono nelle pagine, ma non c'è compiacimento estetizzante, talvolta affiora anche un filo d'ironia per lo stile "casalingo" scelto da Plath o per i bei tempi andati in cui si poteva scegliere all'ultimo momento la stanza in cui morire - al modo di Pavese - senza dover prenotarla per tempo a causa del turismo di massa. Come se l'autrice fosse ben consapevole dell'inganno di quel gesto estremo, l'esibizionismo e l'ipertrofia dell'ego, e voglia ripararsene scavando nella verità dell'atto, fino a trovare quiete nelle parole di uno psichiatra, Giorgio Antonucci: «La scelta del suicidio non è pura e semplice volontà di morire. Ci si può uccidere per eccesso di voglia di vivere», quando le forze ti abbandonano. Quando non ti permettono più di "esercitare la virtù", scrive Roberta richiamandosi a Seneca.

Quali fossero i fili spezzati della sua "turbinosa" esistenza - come la definisce Daniele Scalise nella meditata introduzione - emerge dalla storia famigliare, ferite mai curate che scaturiscono da un rapporto irrisolto con la mamma «intellettuale mancata» e da una relazione ancora più complicata con la figura paterna, rispettata ma mai amata. «Nata sotto le bombe, succhio nel latte materno lo sconquasso tardo e postbellico che investe la famiglia».
Figlia della microborghesia foggiana, classe 1943, Roberta è resa fragile dalle fortune alterne del padre Guido, ingiustamente epurato dopo il fascismo, e dall'emancipazione incompiuta della madre, fino a quell'epilogo insensato che conferisce alla famiglia un destino di tragedia: l'uccisione del genitore - finalmente reintegrato a Roma - per mano di un pazzo. Roberta ha 18 anni, la sua vita definitivamente segnata. Ma le «fantasie mortifere» erano cominciate fin da bambina, come «un'antenna che capta il dolore disperso nell'aria».

Può essere letto anche come un "gesto politico" il diario lasciato dalla Tatafiore. Coerentemente al suo profilo di combattente, la riflessione privata si rispecchia nella discussione pubblica sul testamento biologico e l'eutanasia (non casuale la sua scelta di pubblicare alcuni articoli dedicati al caso Englaro), e il senso di queste pagine si potrebbe riassumere nell'interrogativo: «A chi appartiene la vita? Credo che la vita appartenga a ogni individuo libero di affidarla a chi vuole in base a ciò che gli suggerisce la coscienza». Prima di arrendersi al dolore della sua esistenza, l'ultimo saluto è per "l'amica-che-sa", l'amica che con lei condivide l'agonia dell'attesa. La incontra nella sua casa, l'abbraccia e nell'accomiatarsi le dice che la saluterà dalla finestra. «Anche mia madre mi salutava così», dice l'amica. A Roberta è rimasta una sola certezza: «Le nostre madri, sono sicura, ci aiuteranno».
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 02/04/2010 @ 10:49:00, in diario, linkato 843 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 01/04/2010 @ 14:52:23, in diario, linkato 681 volte)
Siamo stipati in brevi loculi. Da una parte all'altra ci separa solo un muro sottile e non completo che lascia aria su in alto. Siamo pazienti, nei due soli sensi che conosco. Una signora oggi mormorava qualcosa. Non sono riuscito a capire cosa. Così a bassa voce parlava che arrivavano una manciatina di soffi come se stesse rimestando in un vaso pieno di sassetti. In aria, nell'intervallo tra il suo rimestio, una musica. Una di quelle che sento solo per radio, solo in una sala d'aspetto. Ma che, poi, ricordo e a volte canticchio o fischietto per la mezzora successiva. Questa, questa volta.
">.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 01/04/2010 @ 14:42:14, in diario, linkato 702 volte)
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 31/03/2010 @ 14:14:26, in diario, linkato 2375 volte)

“Ascolta. Più sono gli uomini che hai avuto e più ti amo. Capisci quel che voglio dire?”
“Perfettamente”.

“Odio la purezza, odio la bontà! Voglio che la virtù non esista in nessun luogo, e che tutti siano corrotti fino al midollo”.

“E allora, caro, dovrei essere proprio il tipo che fa per te, perché io sono corrotta fino al midollo”.

“Ma ti piace? Non sto solo dicendo se ti piaccio io, voglio sapere se ti piace fare l’amore in quanto tale”.

“L’adoro”.

Era soprattutto questo che voleva sentirle dire. Non il semplice amore per una persona, ma l’istinto animale, il desiderio indifferenziato, nudo e crudo.

Sto leggendo 1984 di Orwell.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 1390 persone collegate

< marzo 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024

Gli interventi pių cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie pių cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








19/03/2024 @ 09:30:17
script eseguito in 273 ms