Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Fumerà prima per il papa o per il Governo? Questione di eredità in corso.
Di Carvelli (del 18/04/2005 @ 13:22:09, in diario, linkato 1011 volte)
shani mootoo
Ogni cosa in duplice copia due biciclette due caschi due sguardi due dizionari due copie firmate del tuo libro preferito
due manuali di storia universale due spazzolini elettrici due teste due forni a microonde due portapacchi due vasetti di crema per la faccia due codici postali due segreterie telefoniche due numeri di telefono due stanze da letto due paia degli stessi sandali due abbonamenti a ogni rivista due piumini identici la stessa orchidea due due due
Da Mattatoia n.5. E mi ricorda un pensiero di Bad Boy Bebo.
Questo
http://www.carvelli.it/bbb/bbb5.asp
Domani, Martedì 19, h. 21,30, al Centro Anami, Borgo Vittorio n. 87, Roma. Conversazione tra Carvelli e Luigi La Rosa sui libri e la scrittura.
Un fatto, un altro non sono mai riuscito a vedere per intero JULES E JIM. Un fatto, un altro: spesso fatti piacevoli ma tant'è... magari solo un po' di sonno magari altre distrazioni. E' così da anni e il ricordo si lega ad un soppalco e all'uso del VHS come ad un fulcro di atmosfere. Inizia così: Ti ho detto "ti amo" mi hai detto "aspetta", ti ho detto "eccomi" mi hai detto "vattene". Cito bene? Come sia è sempre e solo l'inizio.
Vorrei sapere che tutti i miei amici stanno bene anzi vorrei averne la certezza. Gli anni passano e gli acciacchi transitano dalle nostre parti. Difendiamoci e chiediamo aiuto.
Chi scrivesse, chi non ricevesse risposta.... chissenefrega direte voi... ma dipende da un problema di tilt delle/degli mail (senza s). Quindi...
Di Carvelli (del 15/04/2005 @ 12:22:18, in diario, linkato 1048 volte)
Su www.nonleggere.it (intervista ad Antonio Veneziani, curatore)
e Avvenimenti di questa settimana si parla di Peccati Veniali.
Oggi h. 18,30 presentazione di PERDERSI A ROMA alla biblioteca Borromeo (Roma).
Quello che c'è di bello e di (poco) rassicurante nella letteratura è che se ne può dire tutto e il contrario di tutto. Da questo punto di vista non vedo nulla di strano nella lettura di Nove del romanzo di Piperno. Ammiro Nove e ho avuto la sensazione di un buon esordio dalla lettura del libro di Alessandro Piperno (di cui parlo nel prossimo Blue mettendolo in relazione con Klito di Carlotti e parlando essenzialmente di lanci editoriali più che di libri). Due scritture due scrittori. Penso che ci troviamo a parlare tanto di Piperno perché di Piperno se ne è parlato tanto. Volutamente. Strategicamente. Questa ne è l'inevitabile risulta. Tutti ne parlano>parliamone male. E l'esperimento è possibile (riesce) perché a buona ragione di tutto e tutti si può parlare bene e male. Ma - attenzione - credo che del libro di Piperno non si sia mai definitivamente parlato (parlato) finora. Non erano parlare gli osanna, non è parlare il pretestuoso stroncare (ma non mi riferisco a Nove ma nel caso a Pacchiano che pur avendo offerto una oculata lettura è anche lui scivolato nella caccia al refuso). Del libro di Piperno non si è parlato e non se ne parlerà in definitiva se non in questo ormai esploso pepponismo e doncamillismo che poco ha a che fare con il libro perché sinora nessuno ha voluto avere a che fare con il libro ma con il suo successo: chi procacciandolo, chi cercando di oscurarlo, chi giustificandolo, chi criticandolo (il successo non il libro). Partiamo da un assunto primigenio - visto che del libro non si chiede di parlare (ancora) ma del suo successo: l'Italia non permette una letteratura di successo - dovremmo dire di cassetta/di botteghino - (salvo il - lui sì - rassicurante divertissement di Eco). Di Erri De Luca anni fa si parlava con grande rispetto e attenzione poi dalle 65mila copie raggiunte è diventato trash. Della Tamaro (caso diverso, senz'altro) non parlerò neppure... bisognerebbe davvero costituire una task force umanitaria (c'è gente che di punto in bianco le ha negato il saluto, cancellato il suo numero di cellulare). Faletti e Ammaniti sono tollerati nel nome del "genere e del plottismo" e Brizzi (allora troppo giovane) fu perdonato e poi si è inabissato. Comunque ho scritto su BLUE e mi trattengo. Vorrei dire qualcosa del libro ma ormai è tardi e citando Walter Pedullà (lo intervistai) che parlava della Tamaro mi disse "ormai (arrivato a questo numero di copie ndr) non riguarda più la critica letteraria ma la sociologia".
Di Carvelli (del 14/04/2005 @ 09:54:51, in diario, linkato 3409 volte)
Ho sempre sostenuto e sostengo che il pane è una droga antichissima e poco conosciuta. Purtroppo esistono succedanei pagliosi e deludenti, palliativi e segatura. Ma quando il pane è buono... beh... la mia esperienza di panedipendenza è triste... Non lo compro, ma dove so che è buono volteggio irretito. Tipo passo davanti al bancone di quello cotto con foglie di castagno e mi nego tre volte la dipendenza come se cantasse il gallo ma poi eccomi che ci ricasco. Ieri arriva dritto dritto il pane di Napoli... da Napoli... e ricado nel terribilissimo tunnel salato e corposo. Non so quando ne uscirò... le forme sono due... temibile ricatto del mio fraterno spacciatore. La mia collega mi parla della seratonina... serà...ops sarà io so solo che me ne vado in mondi stellari al solo contatto del palato. Mi sembro un personaggio-lupo di quei cartoni in cui davanti alla preda famelico fa acqua da tutte le mascelle. Credo che gli antichi inventori avranno creato un mezzo naturale della felicità in epoca di nonbrevetti e nessun proibizionismo.
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