Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Devo sapere se è vero. Vorrei sapere se qunto racconta Luca Doninelli nel suo "la didascalia", piccola rubrica che tiene per l'ottimo settimanale VITA ha un fondo di verità. Mi piacerebbe saperlo e anzi se avessi il numero lo chiamerei. Racconta Doninelli che nel 1973 (lui 17enne) incontrò un tipo in treno tedesco ma che si esprimeva in un discreto italiano e proveniva dalle Marche. Questo gli dice se lui si interessa da'rte e se conosce il famoso artista tedesco Joseph Beuys. Al no del giovane Doninelli (lui?) quello gli dice che lui l'ha conosciuto invece di persona e che trattavasi di un vero str... (stronzo?) "un borghese, un finto rivoluzionario, un pagliaccio, pessimo artista, uomo spregevole". Due giorni dopo essersi separati a Verona scopre tranmite un servizio che l'uomo con cui aveva viaggiato era Beuys (nella foto...di lui ho già scritto per la mostra genovese). Mi sembra una storia straordinaria e uno dei motivi non secondari è proprio la giovane età del viaggiatore. Alle volte mi assale il pensiero a quei giovani (Cerami, per dirne uno riuscito) che hanno incrociato la vita di Pasolini o altri magari distrattamente e in età immatura... Quali tracce? Quali ricordi?
Lo ricordo appena. Eravamo in una taverna a vedere una partita dell'Italia con l'Argentina. In campagna. Credo fosse il 1978...quindi io anni 10...credo l'Argentina avesse già vinto i mondiali...quelli che tutti ricorderemo per
Ardiles
Kempes
e non purtroppo per Videla...Purtroppo a 10 anni non la scopri la controinformazione specie se magari a casa tua c'è una strana coincidenza di un pensierio vaticano-fascista che perdona con ardore da sacrocuore anche Jasenovac purché in nome del nostro (nostro?) unico (unico?) dio (dio?). Beh io facevo il tifo per l'Argentina. Non ricordo perché...forse solo per contrasto. Forse perché amo l'Argentina con le viscere dall'accordeon al tango a Piazzolla a Cortazar alla Patagonia a... Tifavo Argentina e i miei ancora me lo rimproverano citandolo come un episodio esemplare della mia capacità di bastian contrario. Invero giorni fa ho capito per chi e perché tifavo la squadra di quell'infausto momento storico di un paese che amo ancora. Una mia amica mi raccontava un episodio simile: l'Italia e un'altra squadra e lei che teneva per l'altra. Perché, racconta, soffriva e non capiva il perché tutti tifassero per l'Italia...si diceva "e per l'altra chi tifa?". Ripenso a questo mentre in Italia non si parla d'altro che di combine e di brogli (di brogli ne parla anche l'Innominabile!) possibili tra Danimarca e Svezia. Chiacchiere che la dicono lunga sulla nostra mente corrotta...per il principio che chi sospetta gli altri sospetta se stesso...sapete quelli gelosi, che pensano di poter essere traditi che in realtà è che tradirebbero loro?...così...noi pensiamo così della partita scandinava perché noi al posto loro faremmo lo stesso o peggio...e infatti...ammesso che l'Italia (questa Italia, vista finora) vinca con la Bulgaria...perché le due squadre bionde non dovrebbero sfruttare il beneficio del risultato per essere sicure di passare il turno...entrambe...senza calcio scommesse italico? detto questo terrò per l'Italia ma con la sana sportività che se la Bulgaria giocherà meglio non piangerò in un angolo di salone perché il calcio è uno sport e la Patria...beh la Patria è un parolone...
Ieri ho rivisto L'UOMO CHE AMAVA LE DONNE di Truffaut e non ho potuto non ripensarci per tutto il giorno e oggi ancora. Succede per i grandi film, i gardi autori, i grandi amori. Succede. Il film di cui...per dirla con Totti e sanza sputi...è un vero e proprio manifesto che teorizza l'amore dell'amore, l'amore per l'amore. La clausola finale lo scagiona e lo insinua in quella sfera logica che ci fa fare 2+2 (le operazioni più semplici) cercando un riduzione ai termini infimi della complicazione. Si poteva chiamare LO STALLONE? L'UOMO DA DONNE (che pure mi piace)? NO. E' Truffaut stesso a dirlo in ultimo e a condurci in questa zona di senso nuovo dato dall'amore stesso del regista (e dal suo alter ego attoriale)
per il mondo femminile. Bisognerebbe prostrarsi dinanzi a tanta riuscita teorizzazione e lo facciamo stamattina certi di non perdere e non far perdere tempo a chi ci legge...specie se andrà ad acquistare in edicola il di cui...DVD.
Che faccio ci vado? Beh direi di sì...Alessio è Alessio, l'editore è il mio prossimo (a giorni!!!) editore ed è un appuntamento targato l'Ostile (www.lostile.org) e mi sta sotto casa....pare brutto davvero...
Ciao a tutti, una breve comunicazione per invitarvi a...
Presentazione del libro di ALESSIO SPATARO CRIBBIO
Vignette sul duce di questo ventennio Edizioni Interculturali
ore 19 buffet, prodotti tipici salentini
ore 20 presentazione con Alessio Spataro (introduce Dario Morgante)
ore 21 selezione musicale nuJazz, electronica a cura di DJ BAL di RadioOndaRossa (a fine serata cd musicale in regalo) Nello spazio della libreria sarà allestita la mostra 40 PICCOLI BERLUSCONI (a cura de L'Ostile). Alessio Spataro disegnerà per gli intervenuti!
LibreriaCaffè Lo Yeti Via Perugia 4 - Roma (isola pedonale Pigneto) --
Di Carvelli (del 20/06/2004 @ 10:03:56, in diario, linkato 1058 volte)
Fatti un esame di coscienza! Un’espressione che sentiamo sempre di meno. Farsi un esame di coscienza. Non deve essere casuale che non ci venga più rivolto un invito del genere. Qualcosa deve esserci che ci solleva da questo imperativo di dentro. Perché nessuno ci chiede più di guardarci all’interno. Criticamente. E per “criticamente” intendo quel modo di osservarsi che contenga la duplice possibilità del sì e del no, del bravo e del non-bravo, del giusto e dello sbagliato. Sto leggendo LA PAZZA DI CASA di ROSA MONTERO (Frassinelli).
E’ un libro molto interessante di una scrittrice di cui sapevo e tuttora so pochissimo. Mi ha attirato una recensione del domenicale del Sole24ore. Ieri anche TTL de La Stampa a firma di Angela Bianchini lo ha preso in considerazione. La Bianchini scrive “è il libro che qualunque scrittore, consapevole del suo mestiere, avrebbe voluto e potuto scrivere” ed è una frase bellissima. Un fiume con più affluenti: la consapevolezza, il volere, il potere. Tre piccoli corsi d’acqua senza i quali magari questo libro sarebbe stato un corso sassoso con poche pozze. E invece è un bel libro proprio per questa banale prospettiva di scrittura che invece è esaustiva. E’ incredibile quando vedi o leggi un qualcosa che pensi che anche un altro avrebbe potuto fare. Getta un’ombra di perplessità sul genio, un temporale sul fuoco dell’invenzione per l’invenzione. Il capitolo 7 in particolare merita letture e riletture. Vorrei poterlo (tra)scrivere tutto. La premessa: “perché uno scrittore si rovina?” Il bisogno di essere letto, dello scrittore. Il grande Robert Walser che si ammala di non-lettori, non-editori. Poi: “Una volta che finiamo sotto il fascio di luce proveniente dallo sguardo altrui, noi umani di solito desideriamo che il riflettore non si spenga mai.” E mi sembra così insolitamente casuale che ieri io sia andato a vedere il film dei Cohen
LADYKILLERS di cui non saprei dire male come altri amici hanno fatto recensendomelo. Ma mi viene il sospetto della via di mezzo della perfezione formale come resistenza all’ombra della mancanza del sole del genio. Un ombrello. Bello. Ben colorato e riparatore. Intanto meglio del precedente: mi è più chiaro perché due indipendenti accettino Hollywood…per fare un film così (a parte l’ovvia scrittura lì della Zeta e qui di Hancks) servivano soldi. Torno alla Montero: “Un’ultima riflessione sul motivo per cui il trionfo può distruggere definitivamente i romanzieri; il successo, nella società mediatica di oggi, non è più legato alla gloria ma alla fama; e la fama è la versione più dozzinale, instabile ed artificiale del trionfo.” E ancora Capote e Conrad e Rulfo. Casi di diverso tennis con l’ispirazione. E’ inutile che scriva altro se non l’invito alla lettura (magari furtiva di questo capitolo in qualche mercificata sala di lettura di librerie senza occhi pressanti).
Di Carvelli (del 18/06/2004 @ 09:30:23, in diario, linkato 1067 volte)
E' con grande piacere che ho scoperto stamane nella prima pagina del dorso del CORRIERE DELLA SERA ROMA un citazione del mio letti in un corsivo di Valerio Magrelli. A perché lo considero uno dei più importanti poeti italiani viventi (vi prego di leggere in Einaudi serie bianca la raccolta almeno di tutte el sue prime raccolte) B perché dal poco che ne so e vedo mi sembra anche una persona di enorme sensibilità e attenzione. Fa riferimento ad un articolo che lessi settimane fa con grande impressione e con unghie mozzicate. C'è un autobus che va dal mare di Roma (Ostia) a Roma fa viaggi notturni con disperati viaggiatori dormienti. E' la loro stanza da letto.
Ieri ho comprato all'usato da Mel a via Nazionale (dove staziona ancora ametà prezzo al copia del mio libro...fate l'affare eh su!!! guardate che i libri usati sono belli...anche se quello non mi sembra molto usato e se è per questo manco letto) Dylan Thomas POESIE nella traduzione di Roberto Sanesi e nell'edizione Guanda fenice. Mi piace e leggo UN PROCESSO NEL TEMPO DEL CUORE. (...muta l'umidità in secchezza....Un tempo nel territorio delle vene/muta la notte in giorno...Un processo nell'occhio premonisce/le ossa della cecità...Un buio nel tempo dell'occhio/ è metà la sua luce...Un tempo nella carne e nell'osso/ è umidità e secchezza).
Ieri sera dopo aver sentito CARLOS FUENTES ci siamo domandati se è giusto che siano gli attori che leggono gli autori. Ce lo siamo chiesti perché pensiamo che sono gli autori che hanno sentito la voce...la voce del libro...sono loro che sanno le ossa, la carne, gli occhi...Ieri Fuentes ha propagato magie e sangue sulla gente dicendo il libro (non interpretandolo) e i libri alla fine vanno detti...ecco perché spesso è meglio che li dicano quelli che c'erano davanti a quell'inchiostro, a quella tastiera con tutta quella carne attorno.
Ormai è tardi per chiedere venia per l'autoreferenzialità. Il danno è fatto. Il dado è tratto. Il dato è dato. Dududu dadada. Insomma: parlerò di me stamane. Tanto per cambiare. E per dirla alla Gambino...sai quella gente che dice io sono... Beh io sono fatto che regolo ogni fenomeno, intendo quelli personali. Sta tutto dentro con un bel capanno di osservazione. Insomma sono lì che generalmente so cosa faccio e cosa non faccio. Che peso, direte voi. Più o meno dirò io. Perché in una vena di sana e non considerata follia poi faccio delle cappellate che non ti aspetti. Veramente. Alle volte manco io me le aspetto. Una agenda fittissima di impegni e io che all'improvviso stacco tutti i telefoni o mi infilo in una casa o in un cinema o in un negozio. Ecco...lì godo. E' come se prendessi per il c. la mia consueta sobrietà, il mio ordine. Forse è lì che ho salvato già tante volte la mia vita ed è lì che continuerò a farlo. Ieri la mia infrazione si è chiamata PAOLO. Spiego bene... Paolo è un mio amico di antica data. Ha un negozio. Figli. Moglie. Insomma sta davvero da un'altra parte ripsetto a me ancora pervicacemente solo. Insomma mi infilo nel suo negozio (stavo da quelle parti) e mi vola il tempo in storie che mi racconta, rievocazioni, punti sulla vita. Totti (che cojone...lo dicono un sacco di romanisti e me ne compiaccio!), l'amore, le donne indecise, quelle decise, quelle che ti fanno perdere tempo, quelle che non sanno che vogliono... la famiglia... Insomma...Aldo Giovanni e Giacomo in salsa romana. Alal fine ero un altro. Quello che si dice con bella parola RICREATO. Ah quello sopra è un quadro di Hopper. Si chiama Eleven a.m. Ovviamente l'ho messo perché mi piace. Ovviamnte per il senso di attesa e per un orizzonte doppio. Il mio che la guardo (l'occhio di chi l'ha vista) e il suo che guarda dove guarderei anch'io se fossi in stanza con lei e non potrei è chiaro guardare solo lei nella sua monumentale architettura di carne e pacatezza.
Ieri con Nannaranà a sentire/vedere la Azar Nafisi e Jhumpa Lahiri (che con N. chiamiamo Napapiri per facilità). Che dire. Un po' lunga la Nafisi che legge un intervento forse non adatto alla situazione. Amalia Grè prima da me tanto amata mi è diventata un po' insopportabile... canta facendo mille mosse, commentando le canzoni con una retorica fastidiosa, la stessa che vocalmente le consiglia falsetti e gorgheggi - come si dice - "francamente" (si dice così no?) ridondanti. Meglio la Lahiri con alcuni spunti belli...tipo la scelta delle stanze da letto degli alberghi e il loro cambio. La sento è penso: nattativa USA.
Sulle elezioni mi sembra ci sia da dire poco. Bene Rifo. A livello di sinistra e più generalmente guardando all'arco costituzionale mi sembra sia successo davvero troppo poco per dire è una vittoria ma abbastanza per dire è una sconfitta con la chiarezza (per una vlta) di sapere di chi.
Quindi non retorica dei vinti ma crisi degli sconfitti. E anzi a proposito di vincitori (ci sono?) guardarsi dallo spumante. Qua si deve brindare ancora all'acqua minerale anche se le città e le province la dicono lunga. Alal fine c'è troppo equilibrio. Ma potrebbe cambiare con lo spostamento nelal destra e un po' di coraggio nella contrattazione.
Sfida che si gioca a turno secco. Senza tempi suplementari. La religione sometime cerca la cultura, cerca di farla sua (che pratica di mistica concezione, di catartico concepimento!). Dall'altro la cultura la rifiuta. Teme di perdere il primato, la guida, la centralità. Teme che l'accoppiamento faccia figli ciechi. Fuor di metafora, la Cultura non vuole la Religione tra i piedi. La Religione, nella presunzione che tutto si informi di sé non è poi così contraria. Salvo antichità assurbanipaliane alla fine, tempi moderni insegnano, la Religione se ne deve stare altrove, la Cultura deve essere assoluta...qualcuno dice, deve essere laica. Ma che vuol dire laico? Del popolo (o profano), dal greco laikos. Non sarà che la cultura e/o la religione ambiscano allo stesso obiettivo? Alle masse. Al popolo, appunto con diritti di primogenitura e totalitarismo? Provo a dire. E dico questo per dire di quanto sia difficile parlare di letteratura con la religione in evidenza se di cognome non fate Alighieri o Uccello (Paolo) o... Sembra quasi che salvo Testori, salvo Onofri...salvo che se ne stiano in questa zona ibrida...la religione si faccia i fatti suoi. E allora ecco Tagore (bono quello...c'è chi dirà), tanto per non smentirsi: "Il benessere umano è l'unica meta a cui dovrebbe tendere il fervore religioso". Beh così... alla fine ci si potrebbe mettere d'accordo no? Basterebbe mettere al centro un obiettivo...non dico ricreativo, no, salutistico almeno. Letteratura e ginnastica, come dire... E invece tocca vergognarsi s eti interessi di cultura a dire che la religione per te... meglio dire ...No no...oppio dei popoli. Se no? Se no magari ti bollano di destra o stupido o superficiale o colluso o non integro. O integralista...
Questa è la foto che mi manda gusta...Che vorrà dire? Boh. Una minaccia? Speriamo di no. Allora...spoglio ancora in corso (quello delle schede...che qua la signorina ha già fatto!) quindi andiamo cauti. Ma una cosa è certa Il signor B. ...non ha vinto...anzi. Facciamolo dire al solito grande BENNI da il manifesto
E io pago STEFANO BENNI PresConsMi, eroe mascherato
Visto che il nostro numero
Te l’hanno dato
Avvisaci pure
Quando mandi l’avvocato
A corrompere un magistrato
Mandaci un messaggio
Se spendi i nostri soldi
Per riscattare un ostaggio
Dacci pure i dettagli
Se vuoi fare altri imbrogli
Non essere riservato
Tienici informati
Te ne saremo grati
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