Immagine
 il letto di Kyoto... di Carvelli
 
"
L'Amore è l'agire in modo piacevole di udito, tatto, vista, gusto e odorato, ciascuno nel proprio ambito, presieduti dalla mente congiunta con l'anima. Ma in particolare l'Amore è, di quest'ultima, l'adeguata sensazione, pervasa dalla gioia che viene dalla consapevolezza e ricca di risultati, in relazione a uno speciale contatto.

Vatsyayana
"
 
\\ Home Page : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 22/11/2005 @ 14:26:06, in diario, linkato 1594 volte)
«Il segreto della molletta»
In attesa dell'incontro
 
 
Sabato, 8 del mattino (ora del risveglio approssimata per molto difetto): - 12 all’ora x
Per prima cosa mi guardo allo specchio. Dopo qualche minuto mi rendo conto che la ragazza che vedo sono io. Lo specchio gioisce della mia presa di coscienza. Sorride. Il ricordo della mia identità mi ricorda che stasera «io» ho un appuntamento con te. Lo specchio torna alla sua classica espressione riflessiva. Mancano dodici ore.
10.00 (ora del risveglio approssimata per poco eccesso): - 10 ore
Senza soffermarmi sulle tre premesse metodologiche di qualsiasi appuntamento che volga a un certo fine (ossia: ceretta, shampoo, scelta delle scarpe), procederei all’analisi della più complessa preparazione mentale. Mentre lo specchio mi riflette, io rifletto: di solito le persone che vogliono sapere come andrà una cosa chiedono consigli a una maga. «Io conosco una maga? », mi domando. «Certo che no», mi rispondo. Lo specchio intristisce. Però mi viene in mente che, pur non conoscendo una maga, so dove trovare una sfera! Anzi, un «globo» magico. L’ha costruito un mago di Varese, che chiamano scultore.
18: - 2 ore
Vado a consultare la trasparenza dal cuore colorato. Ma quando le mie mani assumono la classica posizione da maga-che-consulta- la-sfera, mi accorgo di un forse grave dettaglio: ho lo smalto delle unghie rovinato. Il rosso è in dissolvenza. Forse dovrei ristrutturarmi. Ma no! Tu sei di certo un cultore della bellezza decadente. La considerazione mi lusinga, sebbene sia mia! Da «trasandata» a «decadente ». Piccolo passaggio semantico. Piccolo momento autoterapeutico.
18 e qualcosa: poco meno di 2 ore all’ora x
Mi sdraio e chiudo gli occhi. Cerco nella mia testa qualche idea o parola da estrarre in un’eventuale conversazione prima dell’eventuale primo bacio. La visione dell’interno della mia testa è un vuoto assoluto. Non so cosa mi dirai tu, dunque non so cosa ti risponderò io. Bevo una tisana che si chiama RELAX. Mancano meno di due ore.
19 (in punto): - 1 ora
Per ovviare al vuoto mentale prendo un quotidiano. Ritaglio. Nei quotidiani ci sono molte parole. Me ne metto un po’ in tasca. Me ne copio alcune sulle mani. Cerco di impararne almeno cinque a memoria. Prendo anche dei pezzi di punteggiatura. Virgole, puntini di sospensione... Infine un punto esclamativo!, che incollo sotto l’orologio, così quando mi soffermerò a guardare il mio polso sinistro tu avrai il timore che io mi stia annoiando. Ma poi ti stupirò esclamando qualcosa del tipo: tu droghi il tempo! (Far-spaventare è il presupposto del far-innamorare.)
19.19: - 41 minuti all’ora x
Questi mi sembrano l’ora e i minuti giusti per iniziare a vestirmi. Ho due possibilità: vestire la me-bambina o vestire la me-donnina. Il mio armadio contiene una spaccatura tra gli abiti per l’una e per l’altra. Sì perché, sebbene io sia single, ho almeno due personalità. Quale mostrarti? Opto per la soluzione confusiva: maglietta nera (da bambina o donnina) gonna nera (da donnina) gambaletti a righe (da bambina) rossetto rosso (da donnina) mollettina abbassa-ciuffo (da bambina). Nel caso tu preferisca poi la bambina, potrei estrarre a fine cena un lecca lecca dalla borsetta. Nel caso tu preferisca poi la donnina, potrei togliermi all’ultimo momento la molletta.
 
Chiara Zocchi
Corriere della Sera 11 ottobre 2005
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 28/11/2005 @ 09:54:06, in diario, linkato 1688 volte)

Cara V.

il fatto è che l'amore addosso agli altri è irritante e specie quello un po' infantile e dolciastro, inoltre è irritante vedere una persona che stimi ridursi in una ridicola appendice pulsante della sua ansia di piacere (di piacere ad un altro, ad altri). Il fatto è anche - per dirla tutta, anche a nostro discapito - che l'amore suscita sempre un po' di inconsapevole invidia, l'invidia per quel meccanismo che risucchia gli amanti e li tiene fuori dal resto. L'astrazione dell'amore è fastidiosa. E lo è anche la sua esibizione. Bisogna amarsi in segreto. Ecco perché le coppie anche fisse devono avere una loro segretezza sentimentale e presentarsi come coppia solo quando si sentono al sicuro nell'amicizia (di pochi) o altrimenti devono presentare all'esterno la loro solidità e non il loro sentimento... l'amore deve essere espresso dalla concretezza: quello è il suo prestigioso dato visibile, la sua presenza agli altri. Mentre è fastidioso solo sentire i cuori o i corpi detti. Questo non è bello. Non è bella la confidenza a meno che sia all'amica (chi è l'amica?). Non è bello il racconto intimo. Non è bello il resoconto amatorio sia esso rosso o rosa. Irritante è lo sciacquio del bucato nelle orecchie altrui, la lamentela così come lo è il vanesio pavoneggiarsi con le proprie fortune siano esse erotiche o sentimentali. Esagererei e direi che se l'amore è un racconto non è. Non è amore, almeno. O non è quella marca di eros che tutto confonde. L'eros deve confondere al punto da nascondere l'eros detto (al limite scriverlo per scriverlo, non dirlo). L'indicibilità è la sua marca più autentica.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 29/11/2005 @ 08:52:35, in diario, linkato 1733 volte)
Adesso penso a quando qualcuno mi ha detto "Ti conosco". In realtà dovrei dire "mi ricordo". Ma non ho la sensazione precisa della frase e di chi. So di averla sentita tante volte e tante volte pronunciata con la stessa identica leggerezza. Ti conosco. Poche volte la variante compromissoria "ho capito come sei... come sei fatto/a". Poche volte dubbi. Ti conosco. Penso a cosa volevi dire. A cosa volevo dire.A cosa significa per ognuno di noi diverso quel diverso "ti conosco". A quanto fosse falso eufemismo per nascondere l'odio che non si può esplicitare. Il non poter dire "non mi piaci" o la presunzione di quell'inquadramento un po' fisso e semplicistico di chi si deve far tornare precisa un'idea su una persona. Sulle persone.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 29/11/2005 @ 16:40:07, in diario, linkato 1744 volte)

Una nota della traduttrice del bellissimo libro della Davis dal sito di minimum fax

la retrospettiva Nevskij
Lydia Davis, Pezzo a pezzo
di Adelaide Cioni

«Ingannare se stessi è peggio che ingannare gli altri».
dai Diari di Tolstoj

«Torno a casa dal lavoro e c'è un suo messaggio: che non viene, che ha da fare. Richiamerà. Aspetto che si faccia sentire, poi alle nove vado da lui, ma non è in casa. Busso alla porta del suo appartamento e poi a tutte le porte dei garage, non sapendo quale sia il suo – nessuna risposta. Scrivo un biglietto, lo rileggo, scrivo un altro biglietto e glielo appiccico alla porta».
da "Storia" di Lydia Davis

Qualche mese fa ero a cena con un gruppo di traduttrici, era una tavolata lunga, e mi trovavo a una delle due estremità. A un certo punto, parlando con Gioia Guerzoni, alla mia sinistra, è venuto fuori che lei aveva tradotto il romanzo di Siri Hustvedt, l'attuale moglie di
Paul Auster, buffo ho detto, io invece ho tradotto i racconti di Lydia Davis, la prima moglie di Paul Auster. Al che Susanna Basso, alla mia destra, ha esclamato, E io ho tradotto Paul Auster! E siamo rimaste tutte e tre un po' sconcertate, per la casualità di quell'anello che si chiudeva lì, fra noi tre, tre ombre di tre scrittori, che oltre a una storia letteraria hanno naturalmente una storia di amori che forse a qualche livello arrivano a toccarsi.
E in effetti, quando ne "La lettera" di Lydia Davis leggo della protagonista che va a cercare il suo ex alla pompa di benzina, dove lavora, e lo trova nell'ufficio a leggere Faulkner sotto le luci al neon – anche se l'autrice non lo dice, e anzi nega ogni riferimento autobiografico – non posso fare a meno di pensare che l'ex in questione sia Paul Auster, che quegli occhi che si alzano verso di lei pieni di circospezione siano gli stessi occhi fondi e neri della copertina dell'edizione originale di Sbarcare il lunario. E così anche nella descrizione dolcissima e straziante dei piedi di lui, mentre è a letto a leggere, e li tiene prima incrociati con «le dita che puntavano ad angoli diversi della stanza» e poi si gira e li tiene uniti, «come le due metà di un frutto», e poi «sempre leggendo, allungava una mano e si sfilava i calzini e li buttava appallottolati sul pavimento».

In fin dei conti però, gli amori in letteratura non sono che un pretesto, un modo come un altro per mettere alla prova la duttilità delle parole, e quindi possiamo anche tralasciare completamente che si tratti o meno di Paul Auster, perché la descrizione del vuoto di significato proprio della fine di un amore, di qualsiasi amore, nelle mani di Lydia Davis diventa una specie di bomba a mano. A lasciare senza fiato è la sua precisione chirurgica, la sua assoluta mancanza di paura nell'inseguire il senso delle cose, di inseguire testardamente il ritmo e l'incedere del pensiero stesso. O meglio del pensiero emotivo. Ingannare se stessi è peggio che ingannare gli altri, questa la frase che legge il protagonista di "Estratti da una vita" aprendo una pagina a caso dai Diari di Tolstoj. E questo sembra voler fare Lydia Davis in Pezzo a pezzo: dis-ingannarsi. Perché tanto, che prima o poi (o sempre) ci si inganni è poco ma sicuro, e allora ripercorrere all'indietro gli eventi, mettere insieme i pezzi di ciò che si è provato, assume il senso di un'indagine emotiva al tempo stesso spietata e dolcissima, nonché, grazie all'ironia dell'autrice, a tratti buffa.
Non è un caso che Lydia Davis sia considerata un mostro sacro della letteratura americana da Rick Moody (che ci ha confessato di meravigliarsi quando la va a trovare e la vede ai fornelli che cucina) e da Dave Eggers: questi 33 racconti sono, semplicemente, necessari.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3
Ci sono 503 persone collegate

< aprile 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
         
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024

Gli interventi più cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie più cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








26/04/2024 @ 06:23:56
script eseguito in 199 ms