Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Matteo B. Bianchi ha scritto un bel racconto sull'accoglienza. Al sangue: è uscito sabato in allegato al Corriere della Sera. E' la storia della zombie Elena raccontata in diario da una ragazza che si fa forza, a dispetto delle ostilità del suo paese, e tenta gli approcci che altri evitano. Gli altri si accontentano di titubanza e piccole rappresaglie. La protagonista no. Ci prova. Prova a essere curiosa dell'altro, aperta all'altro. da qui una storia che non ha mai i toni della retorica ma piuttosto di una inattesa e morbida ironia. Il piacere secondo - secondo alla lettura - è quello di trovare uno scrittore a cui molta narrativa italiana molto deve (scouting, incoraggiamento, riferimento autoriale) nell'Olimpo dei nomi da antologia di successi editoriali recenti (in quella di un culto personale ci potrebbe finire con più facilità). Ci finisce come un alieno e con una zombie. Anche questa, a ben vedere, una nemesi esemplare.
Di Carvelli (del 20/09/2011 @ 12:20:45, in diario, linkato 1953 volte)
Il pezzo di carne
Ogni pezzo di carne è una specie di fabbrica, mulini e frantoi per il sangue. Tubature, altiforni, vasche vi coabitano con i magli, con i cuscini di grasso. Il vapore vi sorge, bollente. Fuochi cupi o chiari avvampano. Ruscelli a cielo aperto trascinano scorie con il fiele. E tutto ciò si raffredda lentamente verso la notte, verso la morte. Avvengono subito, se non la ruggine, per lo meno altre reazioni chimiche, che emanano odori pestilenziali.
da Il partito preso delle cose (Einaudi)
www.nazioneindiana.com/2010/03/14/da-francis-ponge-il-partito-preso-delle-cose/
Ieri ho visto questo cartello a una pompa di benzina. LAVAGGIO VELOCE €5 LAVAGGIO ACCURATO €10 Mi è venuto in mente che forse uno dovrebbe esplicitare il tipo di relazione che desidera. Euro a parte. Tipo. RELAZIONE SENZA IMPEGNO (nessuna gelosia, sentirsi ogni tanto ecc.) RELAZIONE CON IMPEGNO (tradimento assolutamente no, telefonarsi tutti i giorni ecc.)
Oggi starei tutto il giorno con un caleidoscopio in mano. Un occhio nel tubo, ogni tanto girare la ruota per vedere un'altra immagine. Colori su colori, colori al posto di altri colori. E nient'altro.
Fernando Pessoa
Lisbona, ospedale an Luìs de los Franceses, 30 novembre 1935. E' miope. Vede arrivare un'ombra e dice: "Datemi gli occhiali". Cinque minuti dopo, finito dalla cirrosi, se ne va. Va bene, muore. Ma chi è morto? E' stato tre poeti e molti uomini, uno dei quali, in tempi sospetti, nel gettar la carta stagnola di un cioccolatino ha assicurato che in quel modo aveva butatto la sua vita. Aspettate a piangere. Cosa sarà l'inezia di una sola morte a paragone con quelle cento vite?
da Eugenio Baroncelli - Mosche d'inverno - Sellerio
Sto leggendo La durata del viaggio dell'oliva dal martinicocktail (Pequod) di Oliver Scharpf. Da cui per ora cito e basta. Poi vi dirò meglio.
Uppercut n.36 bisogna che mi sbrighi sennò faccio tardi eppure vorrei essere soltanto una sedia una di quelle di ferro forse con i buchi e tutto quanto una sedia semplice spartana scema e starmene lì così per almeno ventisette anni
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