Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Vestiario
Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, di terital,
gonne, calzoni, calze, biamcheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno,
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
-sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi- la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.
(da "Gente sul ponte" di Wislawa Szymborska)
Cosa ci faccio con me oggi? Come incrocerò le braccia e dove poserò le mani? Fin dove posso farmi camminare? Inizio la giornata con un sacco di cose che non so. E una che so. Solo una: che non voglio ingombrare. Penso che mi metterò là, in un angolo un po’ stretto, magari buio e cercherò di stare buono. Cercherò di non farmi vedere né sentire. E so che starò lì tutto il tempo che serve. Dopo, sono sicuro, qualcuno verrà a prendermi. Mi darà un piccolo colpo sulla spalla e mi prenderà per mano. La mia sarà una mano piccola, l’altra sarà più grande e non so quante volte ci starà la mia e se quella non la stringe potrebbe rischiare di perdersela la mia. Dove voglio andare diventerà dove vogliamo andare. Ma già so che non farò domande e mi lascerò portare. Penso che, a un certo punto, non riconoscerò la strada. Un punto in cui mi confonderò. Un punto in cui mi fiderò. Del resto non so nulla.
Ieri sul Corsera ho trovato questa poesia di Mariangela Gualtieri che vi posto.
Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Da Bestia di gioia (Einaudi)
Sabato, causa trigliceridi alti ho fatto la spesa ripetendo come un mantra la seguente affermazione. Mi sentivo un po' come bart nella sigla iniziale dei simpson. Ho fatto anche un po' di fatica, sia detto per onestà ma alla fine il carrello non portava neppure la minima traccia di lattosio.
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI
NON COMPRERò PIù fORMAGGI NON COMPRERò PIù FORMAGGI