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Affamato e inferocito, sapevo che nulla al mondo mi avrebbe costrtto al suicidio. Proprio in quel periodo avevo cominciato a capire l'essenza del grande istinto di conservazione, la qualità dui cui l'uomo è in sommo grado dotato. Vedevo i nostri cavalli sfiancarsi e morire - non posso esprimermi in altro modo, utilizzare altre parole. I cavalli non si distinguevano in nulla dagli uomini. Morivano a causa del Nord, del lavoro troppo gravoso, del cibo cattivo, delle botte - e anche se subivano tutto ciò in misura mille volte inferiore agli esseri umani, i cavalli morivano prima. E capii la cosa più importante: che l'uomo è diventato uomo non perché è una creatura di Dio, né perché nelle mani ha quella cosa straordinaria che è il pollice. Ma perché è FISICAMENTE più forte, più resistente di tutti gli altri animali, e poi perché in seguito ha saputo costringere il proprio spirito a servire con successo il corpo.
Varlam Salamov
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Aprèslude
Devi saperti immergere, devi imparare, una volta è felicità, un'altra vergogna, non abbandonare, non puoi allontanarti quando all'ora viene meno la sua luce.
Resistere, aspettare, una volta a fondo, un'altra sommerso e ammutolito, curiosa legge, non sono scintille, non solo - guardati intorno:
la natura vuole le sue ciliegie anche da pochi bocci in aprile e conserva la sua frutta silenziosa fino agli anni buoni.
Nessuno sa dove si nutrono i germogli, nessuno, se mai la corona fiorisca - resistere, aspettare, concedersi, oscurarsi, invecchiare, aprèslude.
Gottfried Benn
da www.afanisi.net
Mancando di tv ogni volta che mi ricapita di finirci davanti rimango sorpreso e contrariato dalla pubblicità. Specie da quella cosiddetta "messaggio promozionale in calce". Quella in cui un testimonial finge di essere nella sua casa a mangiare conversando con amici. Che brutte case penso (anche se sono belle)! Che amici noiosi penso (ma forse lo pensa anche il testimonial o forse lui stesso non è un gran conversatore)! In tutti i casi pare che davvero non abbiano nulla di interessante da chiedersi. Ma poi che succede? Ecco che arriva una ragazza fascinosissima che mostra una possibilità di dessert. La mostra e basta. Ne parla sempre il testimonial con l'aria "fidatevi di me". Ma la ragazza ha un suo perché e il perché è: mentre il testimonial esalta il prodotto lei indica la "pratica confezione" con un dito che la indica e insieme la carezza voluttuosa. Questo è quanto. Quanto ho visto. Quanto perdo everyday senza TV.
Di Carvelli (del 21/04/2011 @ 08:30:53, in diario, linkato 1793 volte)
Aprèslude Devi saperti immergere, devi imparare, un giorno è gioia e un altro giorno obbrobrio, non desistere, andartene non puoi quando è mancata all’ora la sua luce. Durare, aspettare, ora giú a fondo, ora sommerso ed ora ammutolito, strana legge, non sono faville, non soltanto – guardati attorno: la natura vuoi fare le sue ciliegie, anche con pochi bocci in aprile le sue merci di frutta le conserva tacitamente fino agli anni buoni. Nessuno sa dove si nutron le gemme, nessuno sa se mai la corolla fiorisca - durare, aspettare, concedersi, oscurarsi, invecchiare, aprèslude.
Gottfried Benn
A casa
Quando passi da solo la notte, e hai un po' bevuto, ma non sei ubriaco, in mezzo a neve, polverio e faville, Dio sa da dove, prendi la via di casa,
la casa dove ci si stende e si fissa il vuoto, ma riempirci, naturalmente, si potrebbe di reminiscenze, chiacchiere, omelie di parole, con cui si pavoneggia il tempo come presente,
eppure dietro e davanti ad esso sono l'avo e i pronipoti, avvicendantisi e divisi: pensi tu che non sia la secolare illusione ad indugiare in te sguardo ed immagine?
Gottfried Benn (Traduzione di Ferruccio Masini)
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