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		Altman e il Novecento 
			Di Carvelli  (del 22/11/2006 @ 09:25:12, in diario , linkato 1458 volte)
		 
		
 Alla morte di Robert Altman mi viene in mente il suo ultimo bel film. Un film che rischia di rimanere un testamento della sua opera. Cerco tracce dellla sua fine nei ricordi di quelle immagini che mi piacevano e mi stavano distanti di un passo. E la morte c'era anche senza doverla cercare col lumino dell'equilibrismo critico o sensoriale. La morte era lì e girava per le quinte del teatro di Radio America. Era una morte dolce e un po' beffarda ma alla somma affascinante. Seducente. Forse è il modo migliore per andarsene. Insieme a Novecento di Paolo Conte e al suo tempo.     Dicono che quei cieli siano adatti al cavalli e che le strade
 siano polvere di palcoscenico
 Dicono che nelle case donne pallide
 sopra la vecchia «Singer» cuciano
 gli spolverini di percalle,
 abiti che contro il vento stiano tesi
 e tutto il resto siano balle,
 vecchio lavoro da cinesi… eh… eh…
 Dicono che quella vecchia canzoncina
 dell’ottocento fa sorridere
 in un dolce sogno certe bambole
 tutte trafitte da una freccia indiana,
 ricordi del secolo prima, roba di un’epoca lontana,
 epoca intravista nel bagliore bianco
 che spara il lampo di magnesio
 sul rosso folle del manganesio.. eh… eh…
 Indacato era il silenzio e il Grande Spirito,
 che rellentava la brina, scacciava
 i corvi dalla collina…
 come una vecchia cuoca in una cucina
 sgrida i fantasmi del buongustai
 in una lenta cantilena…
 Lasciamo stare, lasciamo perdere, lasciamo andare
 non lo sappiamo dov’eravamo
 in quel mattino da vedere… eh… eh…
 Dov’eravamo mai in quel mattino
 quando correva il novecento
 le grandi gare di mocassino…
 lassù, sui palcoscenico pleistocenico,
 sull’altopiano preistorico
 prima vulcanico e poi galvanico…
 dicono che sia tutta una vaniglia,
 una grande battaglia,
 una forte meraviglia… eh… eh…
 Galvanizzato il vento spalancava
 tutti i garages e liberava grossi motori entusiamati…
 la paglia volteggiava nell’aria gialla
 più su del regno delle aquile
 dove l’aereo scintilla…
 l’aereo scintillava come gli occhi
 del ragazzi che, randagi,
 lo guardavano tra i rami del ciliegi… eh…eh…
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