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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 03/01/2006
Ognuno ha il freddo che si merita e non è del tempo e non è del gelo. Ognuno ripara come può i suoi pensieri. O come crede. Coi tessuti che ha o che procura. Con lo scarto tra il percepito e i celsius ognuno trema o tentenna al vento. E non è delle stagioni il freddo o delle ore. E' come dire che il giro dei termometri fa il suo lavoro come il corpo fa il suo. E dall'incontro/scontro di queste variabili nasce la totalità dei climi percepiti nell'immutabilità degli eventi umani, della storia, delle epoche. Così non dici "è freddo" ma "ho freddo" né "c'è il sole" dici. Ma "sto bene" o "sto male". Senza guardare al barometro.
Mi è accaduto recentemente di ricevere una lettera per la rubrica di segnalazioni librarie di Blue che mi ha suggerito un tema che voglio trattare oggi qui. Esiste una particolare forma di plagio che si chiama eco. Essa si articola in 1 scrivere al modo di 2 scrivere quello che 3 scrivere come se. Il sottinteso (o l'inteso) è come se non si fosse letto... In realtà (accade spesso anche a me) si è letto e non si ricorda di averlo letto. Per cui le cose finiscono per assomigliarsi. Si somigliano gli stili e i temi. Alle volte si somigliano pure le idee di partenza e questo sembra (è) più grave perché mette a repentaglio la nostra originalità. Anche perché sovente la versione 1 va meno bene della versione 1.0. Anni fa avevo dichiarato di voler scrivere una sorta di epica dei precari e mobbizzati (uscirono una intervista sull'Unità a F.De Sanctis e un fondo perplesso sull'Avvenire di Carnero). Il progetto passò in secondo piano (sia con il mio editore con cui ero in parola per realizzarlo come seguito di BEBO E ALTRI RIBELLI che nei miei incipienti impegni a cui poi avrei deciso di dedicarmi in prima battuta). Successivamente la mia idea di CASTING LETTERARIO accantonata diventò (è diventata) reportage di altri ma non per questo ho gridato al plagio. Diciamo che al mondo (il nostro mondo di tamburellanti ripetizioni mediatiche) esistono delle risonanze che suggeriscono a molti le cose che a uno sembrano originali, nuove, personali. Ma ciò non toglie che esista il plagio e a me è capitato più di una volta (2 volte) di spedire progetti poi visti realizzare dagli stessi editori ad altra firma. Sul fatto che invece i romanzi sembrano raccontare le stesse cose, sciorinare gli stessi temi, sviluppare gli stessi ambiziosi plot sembra più effetto di un filo rosso che mette in comune senza farsene accorgere le idee di tutti. L'altro grande pericolo è una forma di master di scrittura replicato a go go. E questo fa parte di un sistema di cose per cui sembra che temi e stili debbano essere gli stessi o che esista una vulgata dello scrivere: lo propongono le case editrici che fanno tendenza, lo approvano i critici, lo rimbalzano i quotidiani e le tivvù, lo scimmiottano i piccoli editori, lo vampirizzano i grandi. Questo eccesso cancella lo sfondo, il secondo piano, il diverso. Che pure serve. Che pure dovrebbe servire.
Fotografie del 03/01/2006
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