Immagine
 marina di pisciotta... di Carvelli
 
"
In un certo senso, avere una dipendenza è sinonimo di intraprendenza. Una bella dipendenza come si deve toglie alla morte l'elemento sorpresa. Perciò si può progettare la propria fine, eccome. (...) La verità è che il sesso non è sesso se ogni volta non lo fai con un partner diverso. La prima volta è anche l'unica in cui uno c'è dentro completamente, con la testa e con il corpo.

Chuck Palahniuk
"
 
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 15/01/2007 @ 10:14:02, in diario, linkato 903 volte)

Ho comprato e iniziato a leggere Le Correzioni di Jonathan Franzen. Poche pagine quindi è difficile dire. Ma intanto la conferma che una poltrona è un universo. E che spesso si dice di più di un personaggio quando lo si fa fare qualcosa anziché dirla. Poi ho letto la recensione di Laura Lepri sul Sole della Domenica) e ho regalato Lettera a un giovane scrittore di Claire DeLannoy. che è un editor e una scrittrice e scrive quindi nella doppia prospettiva di chi lavora con la propria e l'altrui scrittura. Sono suggerimenti e riflessioni sul tema angelo o professionista sotto le cui doppie mentite spoglie si raccoglie una delle figure preminenti della editoria in toto. In entrambi i casi - spiritualità o materialità - non è ,ale che si parli di e parlino gli artefici delle buone cose dei libri.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 12/01/2007 @ 09:56:19, in diario, linkato 913 volte)

Rileggo un racconto di Vittorio Imbriani. C'è un certo Squillacciotti e mi viene in mente, non so perché, la saga di Scaramella. Intanto ecco una pagina dello scrittore.

Da Vittorio Imbriani -  La bella bionda. Costumi napoletani

 

 

(...) Un giorno, facendo non so che scampagnata, capitammo a pranzo sul Vomero in lieta brigata; e, caduto il discorso sulle prossime nozze d'un nostro compagno, il quale si pretendeva innamorato, indispettendosi che non volessimo credergli punto punto, lo Squillacciotti parlò press'a poco così: «Qual'è il miglior amore, o più esattamente, l'unico amore possibile in Italia? L'adulterio: e vel dimostro. In quattro condizioni può trovarsi la donna: o sarà fanciulla, o vedova, o pubblica, o maritata; di qui non s'esce, altri stati non vi sono. Vediamo in quale stato possa meglio amare ed amarsi. La fanciulla pensa a collocarsi, a trovare un buon partito, ad uscire dalla dipendenza della casa paterna, ad acquistare quella personalità, che solo il matrimonio può darle; non vuole amanti, anzi pretendenti; non fa alle compagne la storia delle sue passioni, anzi il racconto de' matrimonî, che le sono usciti, delle occasioni che ha avute. Quindi sta sempre come un cacciatore in agguato. Simula e dissimula. Le opinioni, i gesti, le virtù, le parole, il carattere suo, tutto è convenzionale. Del resto, non hai l'agio di trattarla con quella confidenza ed assiduità, che ti permetterebbero di riconoscere la fisonomia sotto la maschera. E spesso, non c'è fisonomia: l'ignoranza e la soggezione, in cui l'hanno educata, ne hanno compresso ed impacciato lo svolgimento morale; atrofizzano in lei la passione. La vedova ha più valore: conosce il mondo, comprende gli affetti, sente; ma, per lo più, medita anche essa di risituarsi, e sarà capace di conculcare gli affetti vostri ed i proprî per asseguir codesto bello scopo; o, se vi fa delle concessioni amorose, le limita, le subordina alla cura di tanti riguardi, all'apparenza, alla riputazione. La cortigiana, quella non ha riguardi quando ti vuol bene, e lusinga altamente la tua vanità, poiché in piena cognizione di causa antepone te solo a tutto il pubblico. Poi non ha imposture; Orazio Flacco l'ha detto in versi bellissimi: mercem sine fucis gestat. Ma è malsicura e mutabile; non t'offre alcuna guarentigia di costanza; accanto a lei, sei consumato da gelosia (se non altro retrospettiva ed indeterminata, che mi sembrano le due peggiori forme della gelosia), anche quando lei non ti dà alcun appiglio. Inoltre arrossisci d'amarla e d'esserne riamato; ti senti ridicolo; la disprezzi; ti disprezzi di amarla. E quell'amore e quella gelosia ti corrodono il cuore, simili a due ulcere infami, dalle quali ti lasceresti mangiare le carni, per non aver l'umiliazione di mostrarle al chirurgo, di raccontargliene l'origine. Rimane la donna altrui: essa ti ama disinteressatamente; da te non può chiedere, desiderare o sperare se non corrispondenza d'affetto; quest'unico contraccambio vuole, non altro. Conscia bene di quel, che si è l'amore, ti antepone agli altri corteggiatori, ti antepone al marito. È sicura, perché i nostri costumi rendono i legami di questo genere patti d'onore, come l'obbligo di pagare i debiti di giuoco; si sacrifica, si compromette per te; arrischia la pace e la tranquillità, e spesso la vita, sempre che ti accorda un quarto d'ora di piacere... Ed ora, ditemi voi: quale preferireste di queste quattro donne, di questi quattro amori?» (...)

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 11/01/2007 @ 09:40:50, in diario, linkato 863 volte)

"Ci dovrebbero essere anche gli ospedali per i dispiaceri, con i convenienti reparti; dispiaceri amorosi, dispiaceri per affari". (Cesare Zavattini - Parliamo tanto di me) Sì ci dovrebbero essere. E cure adeguate e pene severe per chi li procura. Magari anche qualche senso di colpa se può servire anche se il senso di colpa non è mai servito a nessuno se non agli estensori dei pensieri religiosi. E colpa per colpa ecco un ritratto che ieri mi ha fatto ridere da solo in metro (non ridevo così dal film di Lars Von Trier -Il grande capo- una manciata di ore prima...ma proprio a crepapelle, anche se unico o quasi nella sala. Dicevo: ieri mi sono imbattuto (ultimo numero di Internazionale) in un simpatico profilo tratteggiato da Nora Ephron: "una cosa che Jane aveva fatto con un buon numero di promettenti giornalisti, editor e scrittori (andare a letto/ fare sesso/ farsi tresca NdR), il più famoso dei quali, al termine della unica notte insieme, le avea regalato una copia del suo libro. Ne teneva una scatola vicino all'ingresso e Jane raccontava che mentre stava per andarsene lui le aveva detto queste esatte parole: 'Prendine pure uno uscendo'." (anche ora non riesco a non ridere). Spero nessuno si dispiaccia.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 18/12/2006 @ 10:46:16, in diario, linkato 1426 volte)
Sotto la pelle cammina il male sotterraneo. L'onda blocca muscoli e tessuti, sangue, vene, grassi. Poi all'improvviso ci blocca le giunture e ci schiaccia a letto, sul divano o in posizione eretta. Ho la cravatta gialla. Il male sotterraneo ci fa dire le parole sbagliate: le parole belle, le parole brutte. E ci fa litigare. E ci fa stare male. Oggi ho la cravatta gialla. O è ocra? E il male sottopelle mi fa dire che nulla sarà mai come deve essere. Anche se ho la cravatta ocra. Anche se il medico dopo mezz'ora di chiacchierata non ha scritto "simpatico" ma "ottima salute". And it breaks my heart It breaks my heart
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 15/12/2006 @ 10:30:26, in diario, linkato 1542 volte)
Ha detto una cosa così "e l'ho aggiunta nel mio vocabolario personale" ed è bello sapere che c'è qualcuno che cerca le parole, che impara nuove parole. Il mio vocabolario personale. Quali parole ci aggiungerei o ci aggiungo? Quali toglierei? Alcuni verbi sostantivati, per esempio. Ma adoro le parole tecniche usate a sproposito o adattate a cose sentimentali o più calde. Le parole della lirica, quelle frasi che ormai nessuno potrà mai dire a nessuno: fremea, fulgor, uscio...
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 14/12/2006 @ 15:03:26, in diario, linkato 1575 volte)

Leggo su L'espresso la rubrica di Giorgio Bocca. Che è come spesso di spiazzante lucidità. E non è l'argomento. E non è un interesse immediato. Eppure se uno compie la trasformazione, se uno trasporta la storia singola nell'universale a cascata tutto sembra rotolare verso un precipizio. Farà bene?

L'ANTITALIANO
Life is now. Senza passato e senza futuro
di Giorgio Bocca
Vladimir Putin Credevamo con la Seconda guerra mondiale di esser usciti dalla brutalità del mondo, ma siamo solo passati dalla tragedia alla infamia. Allora l'uomo del terrore era Stalin, il tiranno che fece morire milioni di persone, oggi al suo posto c'è Vladimir Putin, un colonnello dell'ex Kgb che va in palestra ad allenarsi al karatè. Questo Putin è al di sotto anche della tirannia e della sua violenza. Lui non nega di essere un assassino, uno che fa uccidere i suoi nemici. Lui dice: anche voi lo fate; io ho i miei sicari della polizia, ma voi avete i vostri mafiosi, la vostra malavita organizzata. Voi mi accusate di neo imperialismo energetico, di tenervi legati al mio petrolio e al mio gas, ma voi mi ricattate con la finanza e il riarmo. Il dio del terrore, Stalin, il dittatore che mandava a morte milioni di persone nei campi siberiani non c'è più. Ma la vita della nuova Russia è segnata dai soprusi, dalle lotte per bande, dai nuovi feudatari che si sono impadroniti dello stato in modi che ignoriamo. Perché alcuni di essi languono nelle prigioni dell'Estremo Oriente e altri, come Roman Abramovich, scialano miliardi a Londra? Non si è neppure capito se è il piccolo padre del Cremlino che ha fatto uccidere una giornalista a Mosca e un agente dello spionaggio a Londra, o se quei cadaveri glieli hanno gettati fra i piedi i suoi nemici. La violenza e la brutalità dominano il mondo. Gli Stati Uniti per difendersi dal terrorismo hanno violato tutte le leggi internazionali, i diritti umani, hanno catturato centinaia di persone, le hanno recluse nei loro campi di prigionia. Nel Medio Oriente il sopruso è la regola e la confusione dei soprusi è totale. Il nostro ministro degli Esteri è pronto a inventarne uno al giorno. Siamo andati nel Libano a fare che cosa non si capisce, a interporre pochi nostri soldati male armati a eserciti numerosi e bellicosi e adesso non sappiamo come uscirne. In Iraq e in Afghanistan la guerra è irrimediabilmente persa, ma la continueremo per anni. In un gioco perverso non perdiamo occasione per correre nuovi rischi: il Giappone va verso il riarmo atomico, evento che nel 1945 sembrava impossibile. Il riarmo atomico è generale: si fabbrica la bomba l'Iran, se l'è fabbricata la Corea del Nord. Siamo persino tornati alla pirateria, le marine militari europee dovranno scortare i mercantili davanti al Corno d'Africa e nel mar della Sonda. I tragici problemi dell'ambiente sono irrisolti: non si è fatto nulla per contrastare l'inquinamento, non si fa nulla per affrontare i disastri idrogeologici. Mai come oggi il sistema politico appare inadeguato a governare il mondo e neppure la società civile sembra capace di autogovernarsi, ma una pubblicità dissennata continua a ripetere da tutte le televisioni che 'Life is now', che la vita è il presente, che tutto il resto, passato e futuro non contano niente. E per gridarlo hanno scelto due famosi calciatori, due cicale che già si stanno bruciando le ali. Qui non si tratta più di essere ottimisti o pessimisti, ma di conservare un minimo di ragione, di capire di che morte moriremo. I nostri politici girano come ubriachi per la Penisola cantando ciascuno le sue flebili canzoni. I napoletani oppongono allo sfascio generale le loro innocue memorie; il presidente napoletano della Repubblica celebra Enrico De Nicola e riabilita Giovanni Leone. E per emozionare gli italiani Silvio Berlusconi non trova altro di meglio che svenire in un comizio. Abbiamo passato mesi a discutere della Finanziaria, togli questo aggiungi quello, gioco defatigante mai avvenuto in altro paese.
 Le cose non stanno su per giù così? La violenza e l'improvvisazione non hanno sostituito dovunque la ragione? E che vita è questo rotolare di eventi?
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 13/12/2006 @ 08:58:09, in diario, linkato 1484 volte)

Specie se ci hai a che fare. Specie se fanno parte del tuo bagaglio di ogni giorno arriva il momento in cui i libri diventano un gravame della mente. Non esagero: scatta una vera e propria corsa alla loro eliminazione fisica. Li butti, li regali. Non voglio dire che arrivi a bruciarli: davvero quelli mi sembrano casi di un sopra le righe da cancellare dalla nostra storia personale. Ma arriva il momento della resa. Ho avuto sei mesi di separazione dai i miei libri. Sei mesi di scatole chiuse e nemmeno un'indicazione se non sommaria (S era la sigla di quelli più cari e stava per SOTTO: un semplice riferiemnto spaziale legato alla casa di prima). E ora che riapro l'universo della S e dalla 1/2 S e tutto il resto scopro tutto l'amore che c'era. E per davvero vorrei rileggerli tutti mano a mano che escono dalla scatola che è una specie di posizione da amatore più che professionale come sempre in me. E' come se (retorica a lato) avessi voglia di abbracciarli (e capisco che possa davvero sembrare retorico, davvero). E' come se davvero avessi bisogno di ritrovarli in un incontro molto affettuoso in cui entrano in gioco non le sole parole ma l'affezione al colore e all'odore di quella copertina. Alla scarsa managevolezza di un altro. E non mi dispiace che da questa infinita guerra qualcuno ne sia uscito malconcio (più gonfio, più umido) come se ora tornasse da uan lunga spedizione. E non importa se vincente o perdente.

Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 06/12/2006 @ 14:07:51, in diario, linkato 1532 volte)
"Non so quanto sia educativo" è la fase che dice più spesso. E' quasi un refrain. Adattato a qualsiasi cosa. C'è un momento nella vita delle persone che coincide con la continua scelta tra bene e male. Grande Bene e Grande Male. Forse non coincide con la coeva vita dei figli.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 05/12/2006 @ 09:07:27, in diario, linkato 1431 volte)
Esiste un tipo di efficientismo tipicamente romano. Meno freddo di quello nordico è però più ottimista e partecipativo. Non si tratta di dire "quanto sono/siamo bravi" ma "quanto possiamo risolvere le cose con il nostro impegno". Il tutto è condito da un coinvolgente "capito come?", "allora è chiaro no?" che ha la doppia funzione di rafforzare l'ensamble e riconfermarsi nella giustezza della direzione.
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Di Carvelli (del 04/12/2006 @ 14:24:12, in diario, linkato 1428 volte)
Se ora io ti dico che non c'è nulla che non possa essere diverso tu probabilmente non mi credi. Se ti dico come fare tu sicuramente mi disprezzi. Se me lo dici tu forse è lo stesso. In tutti i casi, se nulla cambia nessuno di noi è contento. Quindi? Non c'è soluzione?
Articolo (p)Link   Storico Storico  Stampa Stampa
 
Ci sono 928 persone collegate

< ottobre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
 
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
     
             

Cerca per parola chiave
 

Titolo
diario (3972)

Catalogati per mese:
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024

Gli interventi pił cliccati

Titolo
casa (8)
diario (1)
Letti di Amicizia (81)
libri (7)
Roberto (9)

Le fotografie pił cliccate


Titolo

 


webmaster
www.lorenzoblanco.it








14/10/2024 @ 01:58:10
script eseguito in 261 ms