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 il letto di Miyajima... di Carvelli
 
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“Ascolta. Più sono gli uomini che hai avuto e più ti amo. Capisci quel che voglio dire?” “Perfettamente”. “Odio la purezza, odio la bontà! Voglio che la virtù non esista in nessun luogo, e che tutti siano corrotti fino al midollo”. “E allora, caro, dovrei essere proprio il tipo che fa per te, perché io sono corrotta fino al midollo”. “Ma ti piace? Non sto solo dicendo se ti piaccio io, voglio sapere se ti piace fare l’amore in quanto tale”. “L’adoro”.

George Orwell
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Carvelli (del 18/10/2004 @ 13:20:00, in diario, linkato 882 volte)
Perdersi a Roma

Roberto Carvelli

Edizioni Interculturali

“Quello che segue è una specie di Best of Roma. Un Best of personale. Una guida sbilenca, un percorso di paesaggi che non trova posto nell'ufficialità delle guide. Ma anche il tentativo di un libro-viaggio, come ti sarebbe piaciuto. L'avvicendarsi dei toni, dal confidenziale al giornalistico, dall'autobiografico all'introspettivo, è un procedere per tentativi inseguendo una definizione che non esiste se non nella perdita”



pubblicato il 18-Oct-2004
a cura di Luigi La Rosa

Non esiste una sola Roma. Ce ne sono cento, mille, infinite. Ci sono infiniti volti che si sovrappongono e tracciano stratigrafie dell’anima. Roma è questo e insieme qualcos’altro di diverso, di non ancora scoperto. Roma non la trovi, non la conquisti, non la domini mai del tutto. Mentre è qui, Roma è già altrove, e l’altrove che non raggiungerai mai. E’ la città che t’irretisce, che ti perde nei suoi poetici profili. Non sei tu a scegliere Roma, ma è la città a volerti, il labirinto a vincerti.
Ed è proprio questa intuizione a dominare le pagine di Perdersi a Roma, di Roberto Carvelli (edizioni Interculturali, pp. 293, euro 12.00). Un testo bellissimo, struggente, che si presta a differenti letture sociologiche e a più livelli d’indagine ermeneutica. Uno studio che parte dalla città, dalla sua toponomastica, dalle sue strade, dai suoi quartieri, dalle sue chiese, dai suoi monumenti. Un testo che parte dalla pietra, dalla polvere, dall’acqua, dal fuoco in qualche caso. Un testo che approda alla parola, la parola che sempre detiene il primato delle cose e che al tempo stesso ne incarna il simbolo, l’abaco primigenio.
Alla parola Carvelli affida il compito di recuperare, di ritrarre Roma, dove lui stesso vive e che ogni giorno cerca di scoprire sotto una luce differente. Ad accompagnarci in questo itinerario pittorico intinto nella tavolozza cromatica della più mediorientale delle capitali europee (ma anche nella più drammaticamente vera, umanamente nuda e profeticamente spietatamente) i racconti dei grandi artisti, le testimonianze dei massimi scrittori viventi, ma anche di quelli che hanno semplicemente scelto Roma come patria d’elezione.
Roma sembra fuoriuscire, d’improvviso, dalla sontuosa cornice architettonica dei secoli e dei millenni, per ritrovarci all’angolo di un baretto, nella luce declinante di un tardo pomeriggio, nella densità rosa di un cielo che sfiora le algebre dei terrazzi. Roma è questo ed è anche la culla del pensiero, del cinema, della cultura contemporanea. Roma è il nido che ciascuno di noi si porta dentro, l’architrave magica che ci consente di accedere alle leggi dell’eterno ritorno, l’Itaca che la scrittura misurata di Roberto Carvelli elegge a rifugio del vivere, del sentire, qualche volta del morire.
Un libro interessante per capire Roma e per lasciarsi capire da Roma. Anche gli scrittori che si raccontano nei vari capitoli danno più l’impressione di un delizioso mettersi a nudo che di cercare di analizzare realmente l’animus romano. E’ Roma che opera il miracolo e regala a questo libro il gusto di una ricerca raffinata e intelligente. Leggetelo, vi catturerà.

www.pickwick.it

 

 
Di Carvelli (del 19/10/2004 @ 09:33:05, in diario, linkato 898 volte)
E' uno dei miei cinema preferiti. Come si sarà capito vado a vedere i film con una media imbarazzante. Anche se io ci andrei ancora più spesso. E' un fatto vizioso. Ieri VOLEVO SOLO DORMIRLE ADDOSSO. Con il mio amico e compagno di merende D. Dunque. Funziona così: mentre il film avanza, procede, la pellicola si svolge si capisce tutto dal grado di attenzione che conserviamo Io e D. Magari ci si guarda o si cambia continuamente posizione. Poi scappa una parola. Un assenso. Un dissenso. Insomma se un film ti piace oppure no si capisce. Il Quattro Fontane è bello c'ha i libri e li puoi sfogliare. E' bello avere qualcosa da fare prima di entrare in sala specie se sei solo (e capita) e lì c'è un'ottima selezione anche se poi spesso non compro perché ho gli sconti altrove e penso: lo compro senza sconti? NO, rispondo. Ma è bello. Per esempio ho pensato che andrebeb comprata la bio di Truffaut anche se costa 30euri. E l'ho capito prima di entrare. Forse se fosse stata aperta ancora la libreria un libro lo avrei comprato. Ma era tardi e avevano smobilitato. Così sono andato a letto. Punito. 
 
Di Carvelli (del 19/10/2004 @ 16:47:11, in diario, linkato 1253 volte)

PERDERSI A ROMA. GUIDA INSOLITA E SENTIMENTALE


DANIELA D’ANGELO






Le grida perdo/ come un altro si perde/ i soldi, le monete,/ il cuore, le mie grida/ acute perdo a/ Roma, ovunque, a/ Berlino, grida perdo per le strade,/ veritiere, finché/ il cervello diventa rossosangue/ dentro, io perdo tutto,/ solo l’orrore/ non perdo, che/ si possono perdere le grida/ ogni giorno e/ ovunque

 

Sono la persona meno opportuna a recensire questo libro avendone io stessa curato l’editing per la casa editrice che lo ha pubblicato. Eppure quando questa mattina mi è capitata per le mani questa bellissima poesia di Ingeborg Bachmann, (non citata all’interno di questa insolita guida, ma ce ne sono altre, di citazioni, bellissime, e di versi della stessa Bachmann), ho pensato di non poterne fare a mano. Che c’era qualcosa, dopo averlo letto, riletto, dopo averne parlato con l’autore quasi tutti i giorni per un intero anno, che mi chiamava di nuovo verso questo libro. Non sono stata capace di resistere a questa tentazione, come non è capace questa guida di Roma a dare coordinate, a rendere governabile l’intreccio di vicoli, strade percorsi attraverso itinerari riconoscibili. Non trovare la strada, perderla è per riscoprirla, per riaverla indietro, come quando lasciamo andare una persona che amiamo per poterla rincorrere.

Ed così che qui, tra le pagine di questa guida fuori dal comune, Roberto Carvelli attraversa la sua biografia e i suoi ricordi, come si attraversa un quartiere, curioso e girovago, abitando più luoghi, più stagioni, tentando di cogliere per possedere, con la vista, il tatto, l’olfatto, l’udito, il gusto.

Ma il tentativo resta vano. Una città non si afferra, si vive e basta, una città cambia le sue forme, possiamo stare a guardarle e viverci in mezzo. Sì, quel tentativo resta vano, quello che resta è lo smarrimento.

Roma, poi, non è solo una città. Roma è un sentimento.

Dove perdersi è un capriccio del cuore.

 

 

Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale, Roberto Carvelli, Edizioni Interculturali, pp. 324, euro 12,00

 

 

www.sinequanon.it

 

 
Di Carvelli (del 20/10/2004 @ 09:40:24, in diario, linkato 803 volte)
Allora. Il gioco è tipo flashmob. Andare il libreria e leggere THOMAS BERNHARD A COLPI D'ASCIA (Adelphi) da pag.113 a pg. 116. Qualcuno dirà: ce l'ho a casa. Ma non va bene. Va letto il libreria godendo di uno dei pochi vantaggi che la modernità presenta da quelle parti: la lettura indisturbata. In pratica fermarvi per circa sette minuti in posizone eretta o seduta (dove sarete forniti di un ennesimo comfort) farà della vostra lettura uno spot involontario e giusto come quello (altrettanto involontario) che la mia amica Rob racconta di stamane in cui si fronteggiavano due lettori di IOUCCIDODIFALETTI, edizioni diverse, stessa metro, dirimpettai.
 
Di Carvelli (del 21/10/2004 @ 09:29:06, in diario, linkato 794 volte)

 

Mi spiace non poter mostrare l'invito che è bellissimo ma pdf. E' bellissimo anche in jpg ma non mi si inserisce. Vabbe' mistero della Rete!! Intervenite numerosi.

 

Gianni Borgna, Alessandro Piperno, Roberto Carvelli

Massimo Popolizio

Perdersi a Roma

guida insolita e sentimentale

28 ottobre ore 11,30

Sala Santa Rita, via Montanara

 
Di Carvelli (del 21/10/2004 @ 10:15:24, in diario, linkato 932 volte)

Non lo so mica se può considerarsi una prova, un test, un elemento di analisi. Ma mi piace osservare cosa succede alla fine di un film. Se la gente fugge velocemente, se aspetta i titoli di coda (come tutti noi maledettamente fissati o abituati alle code ghost track) magari per sapere il titolo di una canzone o l'autore di una sinfonia. Se si formano capannelli di commento dentro o fuori. Se c'è chi commenta e chi chiede di commentare. Chi parla ad alta voce. Chi esce a sguardo basso e macerato nel riflettere che parla d'altro.

Ieri e tutti sono filati via così. Senza parlare e prima che finissero i titoli.

 
Di Carvelli (del 22/10/2004 @ 09:17:19, in diario, linkato 824 volte)

Un mio amico giapponese ha deciso di tornare a Londra da dove era venuto in transito da Tokio. Ha deciso e andrà via a novembre. Le motivazioni del ritorno mi hanno fatto molto pensare. Diceva nel suo italiano incerto due concetti fondamentali: 1 che vivere a Roma è difficile, ti prendono in giro (spesso gli orientali hanno una aspetto ingenuo e tu pensi che neanche capiscano la vessazione, sembra), ti mandano da un ufficio all'altro, ti danno informazioni sbagliate e contraddittorie. 2 che deve apriore la partita iva e altre complicazione burocratiche che a Londra si è informato non ci sono. 3 che sul lavoro i romani non sono seri mentre ha più volte consatatato che non si può scherzare sul calcio (ed è anche della Roma per cui dal lato della maggioranza). Io ho ascoltato la serenità con cui muoveva le sue piccole accuse e mi sono vergognato, dispiaciuto, offeso. Mi ah offeso soprattutto questo dire disarmato, senza ripicche o altro. Un'osservazione realistica che rendeva tutto più forte e severo.

 
Di Carvelli (del 26/10/2004 @ 09:17:57, in diario, linkato 874 volte)
Dove siamo rimasti. Vediamo. Dove sono andato? Nell'amata Genova. E non solo. A Torino dove ho visto che a Piazza San Carlo ci sono i bar più belli che conosco. O meglio: il raggruppamento di bar più storici e belli mai esistiti (meglio di Trieste (mi sa di sì). Caffè a mezzanotte al Bar San Carlo poi gelato di marroni s p e t t a c o l a r e lì dietro (I don't remember the name). Ma prima? Prima SALONE DEL GUSTO. G r a n d i o s o scusate l'ottimismo. Sono bravi quelli di e non da ieri. Da subito. Che emozione. Forse ho trovato uno spacciatore della mia adorata marmellata di corbezzoli e ho visto fare a mano originale toscano alla tipa ho detto "Ti penserò ogni mattina alle 6,30" con gratitudine di colazione e scrittura dell'alba. Troppo da dire, troppo da non dire. Nel futuro: un'intervista per dispenser sul porno e la presentazione di giovedì, poi sabato un reading da LETTI da odradek. E intanto KAMASUTRA IN SMART avanza riga dopo riga mettendo in gioco tutto: la scrittura, quello che sono, quello che penso. Scrivere per essere sorpresi di sé e per andare al fondo di quello che pensiamo. Ho letto e leggo (RILEGGO) INTIMACY, BATAILLE (per recensione), FRAMMENTI DI UN DISCORSO AMOROSO.
 
Di Carvelli (del 26/10/2004 @ 09:46:02, in diario, linkato 803 volte)

Sabato 30 ottobre – ore 18


VOLAND e L’OSTILE
Presentano
reading (dell'attrice Lidia Vitale) e inaugurazione della mostra
LETTI
Illustrazioni dal libro di
ROBERTO CARVELLI


Opere di
GIANLUCA COSTANTINI, DANIEL EGNEUS, ANTONIO PEPE, ALESSIO SPATARO, ALEXANDAR ZOGRAF
30 ottobre - 5 novembre

 
Di Carvelli (del 26/10/2004 @ 09:50:35, in diario, linkato 845 volte)

Roberto Carvelli “Letti” Voland

Che parte della nostra vita trascorriamo in un letto, dormendo, giocando, facendo l‘amore, affrontando malattie, per non contare tutti quelli che improvvisiamo viaggiando, girando per il mondo, cercando rifugi di fortuna per schiacciare anche un pisolino? Roberto Carvelli scrive un interessante libro per la collana “Piccoli libri” della Voland, raccontando fasi della vita, luoghi e sensazioni proprie di ognuno di noi, ma raccontando anche se stesso, le sue esperienza, le persone con cui si è confrontato. Sono frammenti di vita quindi ma anche riflessioni che ci riportano al lettino della nostra infanzia, a colori, suoni ed odori della nostra stanza dei giochi, oppure al primo letto dell’amore, al primo luogo, l’interno di un’auto, un albergo, al sacco a pelo di un campeggio e via dicendo. Carvelli scrive con arguzia e molta competenza linguistica, mostrando anche bello stile ed ha l’indubbio merito di riuscire nell’intento evocativo che riporta tutti noi, ogni lettore, all’interno della propria sfera privata, vivendo o rivivendo ogni elemento del passato. Forse a volte il suo stile è volutamente più complesso pur senza essere criptico, ma ne esce ugualmente un libro gustoso per l’intelletto e la memoria, sicuramente da apprezzare.

Gianluca Verlezza

http://www.e-professionespettacolo.it/magazine/magazine.php

 
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