Cogliamo fiori, prendili tu e lasciali sul grembo,/ e che il loro profumo renda soave il momento -/ questo momento in cui tranquillamente non crediamo in niente,/ innocenti pagani della decadenza./ Almeno se sarò ombra prima, ti ricorderai poi di me/ senza che il mio ricordo ti bruci o ti ferisca o ti commuova,/ perché mai intrecciammmo le mani, né ci baciammo,/ né fummo altro che bambini.
Di Carvelli (pubblicato @ 09:03:16 in diario, linkato 999 volte)
In un racconto di Cechov dal titolo MOLTA CARTA (RICERCA D'ARCHIVIO) il pretesto della scarlattina fa nascere un dispendio di lettere tra funzionari. Spesso lo scambio di lettere formali nascondono il romanzo di una vita. Ricordo una donna disperata (una donna di quasi sessant'anni) per aver provato a risolvere un problema di esproprio di terre. Una donna lottare con l'ingiustizia e l'isolamento. Ricordo che in nome di una sua vecchia militanza avesse anche chiesto ad un partito della sinistra un aiuto ed avesse ottenuto un frustrante divaricamento delle braccia. Ricordo le lacrime e la prostrazione. Davvero alcune storie si raccontano ad ingiunzioni e documenti. Carta. Molte storie. Anche d'amore. Carta. Tanta carta. Di cui siamo pronti a giurare assai frequenti sentimenti. ma carta appunto. Molta carta. Forse troppa. Il racconto di Cechov si concludeva con la felicità di un fabbricante di carta, appunto.