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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 27/07/2005
Ascoltando la radio, tanta radio. Stemperando la forza immaginativa della televisione, piegata alla radio, come succede (succede che la tv che più prende è sempre la radioconleimmagini... a riprova che l'immaginario è quello che viene colpito e la forza delle immagini ha un livello di decodificazione alto per cui la televisione di successo è spesso quella più banale o la più semplice all'uso) si scopre che il gioco della pubblicità (il gioco sonoro, il gioco parlato) è di livello ZERO. Dove ZERO vuol dire il livello d'imamginario più basso e facile e adatto a raggiungere chiunque. Le leve sono: il razzismo, il sesso, la degradazione della donna, la tenerezza dei bambini, il mito di un tempo che non c'è più, la donnauomo, l'uomodonna, la pederastia (nella forma repressivo-ironica), la gaiezza (nella forma ironica), lo stile B-movie... Il brutto è pensare che se è così è perché parte di noi è così o noi, in parte, siamo così. Attratti da questo immaginario. O soggiogati da esso.
Dubbi, rabbia, costernazione, delusione, pruruti. Poi una canzone interrompe il corso di questa oblunga frustrazione e dice...
I see trees of green, red roses too I see them bloom for me and you And I think to myself, WHAT A WONDERFUL WORLD
I see skies of blue and clouds of white The bright blessed day, the dark sacred night And I think to myself, what a wonderful world
The colours of the rainbow, so pretty in the sky Are also on the faces of people going by I see friends shakin' hands, sayin' "How do you do?" They're really saying "I love you"
I hear babies cryin', I watch them grow They'll learn much more than I'll ever know And I think to myself, what a wonderful world Yes, I think to myself, what a wonderful world
E' incredibile come una canzone possa smontare incrostazioni di male attorno a noi. E' successo altrettanto al concerto degli U2. Nell'eco di bombe, ole (plurale di ola, spirali di braccia in alzata e caduta ad onda... Definizione passabile?). In nome del dolore, canti. Ed è stata subito pace e trionfo dei diritti. L'IO C'ERO si perpetua e segue le precedenti date romane (per me...altri vanteranno bologne e torini) con soddisfazione (l'acustica, mah?!) per la perfezione della miscela di impegno e scambio partecipativo (perfetto) col pubblico. Unisono e stimolante per loro e per noi. Questo era sabato. Poi? Poi...
Fotografie del 27/07/2005
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