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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 10/10/2005
"Le difficoltà degli scrittori con la critica e la storiografia letteraria dipendono forse dall'atteggiamento degli storici e dei critici, che seguitano a spiegare la letteratura come qualcosa d'importante. Così facendo precludono allo scrittore quelle uscite laterali che sono le uniche da cui può passare la letteratura, e che le permettono di fare cose senza importanza". Così Peter Bichsel (in Il lettore, il narrare), uno scrittore svizzero di grande acume e millimetrie poetico-narrative. Spesso i pertugi più angusti sono la premessa di grandi aperture, di slanci, di ampiezze (stringate e omeno non importa) di senso. Perdere per conquistare, rinunciare per avere. Per essere.
Sarà che non fa per me, che non sono uso... Sarà ma non si può rimanere sempre fuori. Fuori dai ristoranti. Eppure il lapidario "è tutto prenotato" mi infastidisce. Qualcosa mi stona, mi irrita. Cosa dovrebbe far pensare tra tavoli vuoti fuori e dentro il locale e ore 14 che tutto sia pieno? Una penuria delle derrate? Una mancanza di sicurezza nel servizio? Ore 14 - capito? 14! - non mezzogiorno né le 13. Bah!? Per quello che penso io un ristorante non dovrebbe lavorare solo su e con le prenotazioni. Un margine di tavoli dovrebbe essere libero, a meno che sia una casa, una famiglia, un luogo piccolo e pochi tavoli, o un vero agriturismo (che è appunto una casa). Ma c'è qualcosa in più. Più autoreferenzialmente. Perché io non prenoto mai? Perché nessuno dei mie amici...perché non ho amici che prenotano? Perché frequento solo avventurieri della tavola? Ieri a Bracciano, località ridens dei dintorni romani con guida slowfood in mano e due no su due. Sabato scorso nel Testaccio romano 4 no su 4 (senza guida). Eppure non mi viene ancora in mente di prenotare. E' un problema di età? O un fatto di temerarietà e infedeltà?
Fotografie del 10/10/2005
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